Ricordi Lontani

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2018

[Jimin POV]

Io e Diana giravamo per le strade di Seoul godendoci quel pomeriggio libero senza nessun Taehyung invadente attorno: era diventato il nostro fan numero uno. Spuntava sempre nei momenti meno opportuni per ribadirci il fatto che ci fossimo baciati solo grazie ai suoi sforzi.

Lanciai un'occhiata al mio fianco dove c'era Diana, coperta a sua volta da occhiali da sole e berretto, che camminava sorridente. Ogni tanto mi sfiorava le dita con le sue ed avrei tanto voluto stringerle per urlare al mondo intero che finalmente era mia. Ad un certo punto Diana si fermò sul largo marciapiede circondato dagli alberi carichi di foglie arancioni.

- Perchè ti sei fermata? - chiesi affiancandola.

- Io...- iniziò e seguii il suo sguardo perso lungo il viale alberato. -Sono ciliegi. -

- Certo che sono...- la frase morì a metà, quando capii meglio la sua affermazione.

Si stava osservando il polso tatuato, mentre si mordicchiava nervosa il labbro inferiore.

- La prossima primavera ci organizziamo per vedere insieme la loro fioritura, ok? - dissi prendendole finalmente la mano.

Fortunatamente in quel momento il marciapiede era poco affollato e sperai che nessuno dei passanti mi riconoscesse. Volevo che mi ricordasse la nostra promessa spontaneamente, così rimasi in silenzio mentre si voltava verso di me.

- E' una promessa?- chiese con gli occhi lucidi.

Il mio cuore tentennò, quando alzò il mignolo roseo davanti al mio viso sorridendo emozionata. Intrecciai il mio dito al suo e rimanemmo così per diversi istanti. Forse portarla a Busan l'avrebbe aiutata a ricordare tutto, o almeno così speravo.

- È una promessa. -

Quelle ore insieme a lei volarono, senza rendercene conto il sole stava già tramontando da un pezzo. Così ci liberammo degli occhiali da sole quando imboccammo una stretta strada secondaria.

E poi Diana mi sorprese.

Svoltammo un angolo e mi gettò con le spalle al muro in un piccolo vicolo deserto. Afferrò il collo del mio cappotto e si fiondò sulle mie labbra. Per un istante rimasi completamente spiazzato, poi mi lasciai andare sotto la sua guida spericolata. La sua bocca mangiava la mia con foga, come se fosse assolutamente sicura di non essere osservata. La trattenni per i fianchi contro di me mentre buttavo altra energia sui nostri movimenti.

Era tutto così surreale, ma piacevolmente reale.

- Posso farti una domanda? - chiese il respiro spezzato.

Anuii con un cenno del capo, mentre lei posava entrambe le mani sul mio petto.

- Ho fatto un sogno in cui noi due ci baciamo la sera del mio compleanno, ma è successo davvero? -

-Ecco...sì. Mi hai chiesto tu di baciarti. - risposi respirando a fondo.

- Non ci credo, ti sei approfittato della mia sbornia! -

- Non è vero, sono stato fin troppo bravo. A casa ti faccio vedere la scena. -

Infatti appena varcammo la soglia, la portai ad appoggiare la schiena sulla stessa parete di quella sera ed incrociai le sue mani dietro la mia nuca. - Mi hai detto: baciami, altrimenti mi metto a gridare. -

Alzò un sopracciglio in una smorfia divertita, forse sapeva che era da lei fare una cosa del genere. La presi per i fianchi e mi appiccicai a lei, ricordavo ogni singolo gesto di quella sera.

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora