Migliore Amico

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2017

[Diana POV]

Non ricordavo nulla dell'incidente.

Mi svegliai nel letto di un ospedale che non conoscevo, circondata da medici ed infermieri. Mi invasero di domande che mi resero più confusa di prima. Sapevo di chiamarmi Diana, avevo ventidue anni, lavoravo come costumista ed avevo origini italiane.

Fino a qui nessun problema.

Poi era entrato nella mia camera un bel ragazzo asiatico, dai capelli biondi e lo sguardo triste. Mi aveva salutato come se mi conoscesse da molto tempo, ma non sapevo assolutamente chi fosse. Quando glielo chiesi, la sua espressione passò dal dispiaciuto al panico totale.

- S...sono Jimin, il tuo migliore amico. - aveva risposto con la voce titubante.

Avevo un migliore amico? Da quanto tempo?

Mi sforzai di ricordare, ma provocai solo una forte fitta alla testa. Vedendo la mia smorfia di dolore, quel ragazzo agitato aveva chiamato il medico per farmi visitare. Rimasi all'ospedale per qualche giorno, durante i quali mi sottoposero a diversi esami.

Alla fine conclusero che si trattava di una "piccola" amnesia dovuta all'urto contro il vetro dell'auto, forse la mia memoria aveva bisogno di alcuni stimoli. Erano convinti che potessi guarire, ma non sapevano quanto tempo sarebbe servito.

Il giorno della mia dimissione, Jimin mi accompagnò a casa, la quale non ricordavo di condividere con qualcuno. Incontrai altri sei ragazzi che affermavano di conoscermi, ma per me erano semplici, ma meravigliosi sconosciuti.

Arrivai alla conclusione che avevo dimenticato solo le mie amicizie, ma le mie conoscenze erano rimaste.

Potevo essere triste di qualcosa che non conoscevo?

Sentivo solo un vuoto dentro di me, come se mancasse un pezzo per completare il puzzle della mia vita. Tutti gli oggetto di quella casa sarebbero dovuti essere carichi di ricordi e memorie, invece erano tutti senza vita, come la sabbia arida di un vasto deserto. Scorrevo continuamente le foto del mio cellulare nella speranza di qualche reminiscenza, ma niente. Passavo da un'immagine altra come se stessi guardando un album di famiglia: cercavo di capire la situazione che aveva portato ad un semplice gesto od un sorriso spensierato.

Io e Jimin eravamo i protagonisti in quella galleria, i suoi occhi a mandorla avevano sempre un'espressione dolce e piena di affetto. Invece a casa non mi degnava di molte attenzioni, sembrava che non esistessi e faticai a credere che fosse la stessa persona salvata sul mio cellulare. Durante il giorno eravamo impegnati nel nostro lavoro e la sera lui si accasciava sul divano, saltellando da un canale all'altro della TV senza una logica. Cucinavo per lui, ma non consumavano i pasti insieme.

Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua, lontana dal mio habitat naturale, che purtroppo non sapevo nemmeno quale fosse. Ero fuori posto, smarrita nel vuoto della mia memoria, così apparivo fredda e distaccata; purtroppo ne ero fin troppo consapevole. Fissavo spesso il mio migliore amico, quando era distratto: seguivo le linee delicate del suo viso fino ai suoi occhi color cioccolato e poi la bocca carnosa.

Era talmente bello da mozzare il fiato, ma nessuna emozione attraversava il mio cuore, mentre lo studiavo nei minimi dettagli. Il mio intero corpo sembrava essersi trasformato in una landa desolata.

Dopo due settimana dal mio ritorno, mi svegliai nel cuore della notte. Avevo le fitte alla testa, così mi alzai per prendere un bicchiere d'acqua dalla cucina. La luce della TV illuminava a tratti il corridoio, per cui percorsi il tragitto senza fare rumore. Mi fermai sotto l'arco che separava la sala dalle camere perchè sentii dei gemiti soffocati. Mi sporsi leggermente e vidi Jimin, racchiuso su se stesso, che singhiozzava con il viso tra le mani. Mi si strinse il cuore e per un momento esitai, poi presi coraggio.

- Tutto bene? - chiesi avvicinandomi con cautela.

Si strofinò gli occhi con la manica della felpa e senza guardarmi mi rispose con la voce rotta dal pianto - Non é niente, tranquilla. -

- Se vuoi parlarne, ti ascolto volentieri. - mi proposi, dopo essermi seduta poco distante da lui.

Questa volta mi rivolse lo sguardo quasi stupito, potei vedere i suoi occhi rossi e gonfi nella penombra.

- Scusami...- sussurrò e si asciugò subito la lacrima che stava scendendo.

Era la prima volta che non evitava il mio sguardo: si comportava sempre come se potessi ucciderlo solo con un'occhiata. Volevo agire come avrebbe fatto un'amica, sembrava averne davvero bisogno da quando ero tornata dall'ospedale. Poi prese a tormentare la coperta davanti a se con le sua mani minute; erano davvero piccole.

- Non ti devi scusare con me. - dissi sicura.

- Invece sì, perdonami.- pronunciò a fatica quelle parole, perché riprese a piangere disperatamente e si ripiegó su se stesso.

Mi mostrò tutta la sua fragilità in quel momento, anche se tentava di celarla sotto la coperta pesante. Non capivo perché si scusasse con me, ma rimasi colpita dalle sue dita tremanti che si agitavano sul suo viso bagnato.

Agii d'istinto e lo strinsi tra le mie braccia.

Percepii i suoi muscoli irrigidirsi e poi rilassarsi sotto la mia stretta, come gli fosse mancato quel dolce gesto. Si aggrappò alla mia schiena per non lasciarmi andare e fui colpita dal calore che emanava.

In quel momento avrei tanto voluto ricordarmi di lui, di noi, per poter consolarlo nel miglior modo possibile. Tra uno spasmo e l'altro, continuava a ripetermi di perdonarlo, come un'anima in pena che non riusciva a trovare pace. La trasportai con me verso lo schienale imbottito del divano, tenendo la sua testa sul mio petto. Lo lasciai sfogare senza preoccuparmi del mio pigiama che stava bagnando con le sue lacrime di dolore. Il suo respiro si regolarizzò lentamente sotto alle mie carezze ed alla fine si addormentò. Gli sfiorai la fronte con un bacio fugace, prima di seguirlo tra le braccia di Morfeo.

Una piccola goccia di acqua vitale bagnò quella sabbia arida.


"I thought the sea was here but it turned out to be a desert." - Sea

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Ecco qua <3

Spero vi piaccia questo capitolo, ci ho messo molto impegno :)

Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere <3

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora