2017
[Diana POV]
L'estate a Seoul era piuttosto afosa, ma apprezzavo le molte ore di sole perchè le giornate sembravano molto più lunghe.
Guardai fuori dalla finestra del salotto, comodamente seduta sulla mia poltroncina preferita mentre sorseggiavo del tè freddo, come ogni domenica mattina. Il sole troneggiava al centro del cielo senza nuvole, schiaffeggiando gli edifici moderni e le strade sotto il suo dominio. Ipotizzai sulla temperatura esterna: a mio parere c'erano 50 gradi all'ombra. Controllai l'ora sul blocca schermo del mio cellulare e decisi di svegliare la Bella Addormentata. Abbandonai la mia bevanda dissetante sul tavolino di vetro, facendo cozzare i cubetti di ghiaccio tra di loro, poi attraversai il corridoio a passo felpato. Spalancai la porta e mi tuffai sul mucchio soffice di coperte mentre urlavo: Sveglia!
La testa bionda di Jimin spuntava dal lenzuolo come un ciuffo d'ananas e lo scompigliai con forza.
- Ma che ore sono? - bofonchiò la principessa.
- E' mezzogiorno, alzati. - risposi sdraiata su di lui.
- Ho ancora sonno. Lasciami in pace. -
Aveva dormito abbastanza per i miei gusti e poi volevo della compagnia, così non mossi un muscolo. Scoprii il suo volto assonnato e tormentai le sue guance morbide come facevo da piccola. Lui sollevò una palpebra a fatica, ma non fermò il mio divertimento.
Ero troppo concentrata con il mio giochino che non mi accorsi del arrivo del cuscino sulla mia testa. Mi vendicai aprendo le tende per far entrare tutta la luce possibile e lui si nascose sotto il lenzuolo con un lamento. Strattonai la coperta per strapparla dalle sue grinfie, ma finii di nuovo sul letto, così Jimin riuscì ad intrappolarmi.
O meglio, mi lasciai catturare.
Mi tempestò di baci sonori su tutto il viso provocandomi il solletico: iniziai a ridere,
mentre le forze mi abbandonavano. Non smettevamo mai di scherzare, mi piaceva quell'atmosfera così serena; non riuscivo ad immaginare una vita senza di lui. Alla fine si arrese ed abbandonò il suo covo, poi mi spinse fuori dalla stanza. Mi limitai ad andare in cucina per preparare qualcosa da mangiare e mi ricordai di un appuntamento importante.Quella sera avrei raggiunto Jin nel suo appartamento per imparare un nuovo piatto coreano. Erano già due mesi che ci incontravano quasi tutte le domeniche a cena per scambiarci ricette o consigli culinari. Quando era possibile si univano anche gli altri membri del gruppo per assaggiare le nostre creazioni. Avevo scoperto che mi trovavo molto bene con Jin, la sua esuberanza era davvero divertente. Però avevo persino capito di provare un certo interesse nei suoi confronti, soprattutto quella volta che si presentò con degli occhiali da vista in stile retro, i quali gli donavano un aspetto intellettuale, per niente male.
Durante quegli incontri le nostre dita si erano inevitabilmente sfiorate diverse volte ed avevo sentito le guance prendere colore. Cercavo di non interrogarmi troppo sulle mie reazioni, ma ci pensavo spesso ultimamente. Non ne avevo parlato con Jimin perchè mi faceva un strano effetto discutere di ragazzi con lui. Percepii i suoi passi strascicati venire verso la cucina e mi riscossi dai miei pensieri. Pranzammo con della pasta al tonno e Jimin si offrì di lavare i piatti al posto mio, un evento da scrivere sul calendario.
- Mi sto quasi commuovendo. - dissi mentre mi tamponavo le lacrime finte.
- Stupida, volevo solo essere gentile. -
- Lascia stare, faccio io. -
Sapevo di viziarlo, ma mi manteneva in casa sua senza che dovessi sborsare un soldo di affitto. Mentre passavo la spugna insaponata su un piatto, Jimin mi abbracciò posando il mento sulla mia spalla. Nonostante fossi abituata a quel gesto, sentii il cuore che scioglieva sotto la sue stretta. Un pensiero fastidioso si infilò nella mia mente e dovetti dargli voce a tutti i costi.
- Rimarrai sempre al mio fianco, vero? -
Percepii i suoi muscoli irrigidirsi intorno a me ed allontanò il mento per guardarmi con la testa inclinata.
- Che domanda è? Certo. - mi rassicurò con un bacio sulla guancia. - Perchè me lo chiedi?-
- Così. Volevo esserne sicura. Anch'io farò lo stesso per te. - confessai e lui mi strinse più forte.
- Stasera mi dovrò fermare in sala prove fin dopo cena, non aspettarmi. - disse mentre rimetteva l'acqua nel frigo.
- Io sono da Jin, quindi non c'è problema. - sapevo che l'aveva dimenticato.
Passammo il pomeriggio insieme per le vie di Seoul per rilassarci un po'. Lui stava lavorando per il nuovo album Love Yourself: Her ed io sgobbavo per cucire i costumi di scena.
Poco prima di cena lo accompagnai alla sede della Big Hit ed io mi catapultai nell'appartamento di Jin, scusandomi per il ritardo. Aveva già preparato tutto l'occorrente per insegnarmi una zuppa tipica piccante, così iniziammo subito. Mi sentivo un po' a disagio mentre mi toccava involontariamente, non mi era mai capitato. Avrei dovuto avere una fame tremenda a quell'ora, invece il mio stomaco brontolava all'idea di accogliere del cibo.
Seguii le sue spiegazioni cercando di camuffare il mio imbarazzo con delle risatine strategiche; forse mi avrebbe presa per una matta. Studiai le sue spalle curve sul tagliere, mentre tagliava con maestria delle cipolle. Tentò di asciugarsi le lacrime con la manica della felpa senza successo, così lo aiutai con un tovagliolo. I nostri occhi si incrociarono e bloccai per un momento la mano sulla sua guancia; però mi allontanai quando il mio viso e le sue orecchie presero fuoco.
Procedemmo come se non fosse successo nulla ed accendemmo i fornelli per cuocere quella zuppa. Quando il liquido borbottò pigro, Jin ne raccolse un poco con un cucchiaio e vi soffiò sopra per raffreddarlo.
- Assaggia prima tu. Vediamo cosa ne pensi. - disse, porgendomi il cucchiaio sopra la sua mano a mo' di coppa.
Assaporai quella zuppa calda con gusto e mi complimentai per il buon sapore. Mi sorrise soddisfatto mentre riponeva il cucchiaio nel lavabo senza distogliere lo sguardo; eravamo tremendamente vicini. Studiai le sua labbra carnose, poi i suoi occhi scuri, sfiorati dalla frangia castana, che mi chiedevano il permesso di avvicinarsi.
Non rifiutai e lasciai che le nostre bocche si toccassero.
Chiusi gli occhi per gustare quel sapore nuovo come la zuppa che avevo appena assaggiato: era delicato e dolce. Mi racchiuse il viso tra le sue mani grandi per infondere più decisione in quel tocco che mi aprì la bocca dello stomaco. Divenni insaziabile, così dischiusi le labbra per provare un altro gusto nuovo: la mia lingua affamata cercò la sua e la ghermì.
Un calore doloroso e piacevole allo stesso tempo crebbe dentro di me senza controllo. Mi stavo cibando con la sua bocca, ma non ero mai sazia abbastanza. Le sue dita percorsero tutta la mia schiena fino alle cosce e le mie si posarono sul suo collo teso. Non sapevo dove ci avrebbero portato quei gesti, ma un intenso odore di bruciato ci spaventò all'improvviso. Jin spense immediatamente il fornello, ma la zuppa era irrecuperabile.
- Mi dispiace, vedo se trovo qualcosa di veloce da preparare.- disse grattandosi la nuca.
- Non importa. -
Mi gettai di nuovo sulle sue labbra, avevo fame di lui. Inutile dire che non mangiammo quella sera, riempimmo i nostri stomaci con i baci.
"But wa found each other tonight." - Waste it on me
.
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Sono stata un po' cattiva qui, diciamo XD
Non avevo fatto intuire nulla proprio per non far capire a nessuno che intenzioni avessi.
Faccio soffrire ancora un po' il nostro Jimin </3
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere <3
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꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}
FanfictionDiana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 a...