2018
[Diana POV]
Sentire di nuovo le labbra di Jin, ebbe uno strano effetto. Provavo solo un dolce affetto verso di lui, ma mi riportò alla mente dei teneri ricordi; era stata una bella relazione, anche se breve. Udii il nome di Jimin, seguito da quello di una mia collega e mi sollevai subito con uno scatto. Lo vidi sogghignare mentre si avvicinava alla ragazza gongolante ed iniziare il viaggio verso le labbra di lei. Una flebile morsa mi strinse lo stomaco, quando lui non allontanò da lei. Osservai le loro bocche toccarsi appena, poi la mia collega si distaccò con il viso in fiamme. Jimin si voltò verso di me come per accertarsi che fossi ancora lì ed io risi per nascondere il mio turbamento. Cercai di dare una spiegazione alla mia reazione, ma non potevo continuare a negare tutto ciò; ero gelosa, lo sapevo. L'effetto dell'alcool sembrava svanito tutto d'un tratto e per la prima volta mi chiesi se avessi cercato Pietro solo per sostituire Jimin.
Probabilmente sì.
Quando avevo recuperato i ricordi, non avevo più provato quell'interesse che mi aveva spinto a frequentarlo. Ingenuamente avevo creduto che sarei stata bene insieme lui, soprattutto perchè avevo paura di rimanere sola.
Ero stata doppiamente stupida ed egoista.
Avevo ferito il mio migliore amico e, nonostante questo, lui era tornato da me per starmi accanto nei momenti difficili. Stavo iniziando a capire che lui era tutto ciò di cui avevo bisogno.
Nei giorni che seguirono, ripartimmo per il tour mondiale e non avevamo tempo di pensare ai nostri problemi personali. Sebbene fosse molto faticoso, li seguivo ovunque con piacere e soddisfazione. Jimin indossò magnificamente la camicia che gli avevo regalato, facendo impazzire le Army sui social.
Più il tempo passava, più i miei occhi lo guardavano in un modo diverso, anche mentre ballava. Lo avevo visto centinaia di volte, eppure rimanevo sempre incantata dai suoi movimenti precisi. Ricordai quando assistetti ad un allenamento di Pietro: era molto bravo nella danza moderna, ma non esisteva paragone con Jimin. Quest'ultimo ti catturava gli occhi con un semplice gesto e finivi per lasciarli incollati sul suo corpo senza accorgertene.
Un pomeriggio aprii un video su Youtube per caso che ritraeva Jimin volteggiare con grazia insieme alla musica. Non potei fare a meno di notare le sue gambe muscolose sbucare dai un paio di pantaloncini neri. Sembrava molto piccolo ed ipotizzai che si trattasse di un anno dopo la sua partenza per Seoul. Il diretto interessato si avvicinò, proprio mentre studiavo accuratamente ogni suo muscolo, forse aveva riconosciuto la melodia.
- Cosa stai guardando? - cercò di spiare lo schermo del mio cellulare che coprii con una mano.
- Niente. - risposi con lo sguardo colpevole.
- Ho già sentito quella canzone. - mi avvertii.
Visto che il mio segreto era stato svelato, decisi di mostrargli lo schermo. - Mi spieghi perchè sei dimagrito così tanto? -
Non mi rispose, ma mi chiese di chiudere l'applicazione perchè si vergognava.
- Perche dovresti vergognarti? Avevi un gran bel... - mi bloccai non appena mi accorsi di ciò che stavo per dire. - Cioè, non sto dicendo che adesso non ce l'hai, però...- aggiunsi per sollevare la situazione, ma stavo andando sempre peggio.
Mi morsi il labbro e ruotai gli occhi per evitare i suoi, ma lo sentii ridere appena.
- Sei sempre un disastro. - disse infine.
Mi abbracció per sollevarmi dalla sedia del camerino ed io schiaffeggiai il suo petto dolcemente per protestare. Ci studiammo per un momento. Percepii le sue mani salde stringere la mia vita spingendomi ad avvicinarmi ancora. Così affondai le dita sotto il cappuccio della sua felpa morbida e non volevo toglierle più; come i miei occhi che non avevano la minima intenzione di allontanarsi. Quel piccolo attimo sembrò sospeso nel tempo, come se fossimo racchiusi in una bolla sottovuoto. Abbassai lo sguardo sulle sue labbra, così piene e perfette, e la mia mente diventò spaventosamente silenziosa, perchè volevo solo...
Jungkook fece sobbalzare entrambi, quando entrò per richiamare il compagno. Mentre i due ragazzi uscivano dalla stanza, il più piccolo ammiccò verso di me senza farsi vedere. Trascorsi la mia breve pausa a calmare i miei battiti cardiaci che non riuscivo a spiegare per la prima volta da quando conoscevo Jimin. Era stato come perdere il controllo del mio corpo per un momento, non riuscivo nemmeno a riconoscermi.
Uscita dalla sartoria, mi diressi nella sala prove per accertarmi che avessero concluso gli allenamenti. Vidi Jimin voltato di spalle con il cappuccio a coprirgli i capelli, in fondo alla sala che sistemava dell'attrezzatura. Taehyung si impossessò di me in quel momento: succedeva spesso quando vedevo il mio migliore amico da solo. Mi avvicinai in punta di piedi mentre aprivo e chiudevo le dita ripetutamente. Una volta dietro di lui, afferrai con forza le sue natiche sode ed urlai - Beccato! -
Il mio amico si irrigidì, talmente tanto che una statua di marmo non avrebbe retto il confronto, ma io non mollai la presa. Proprio in quel momento Jimin apparve sulla porta di fronte a me e sgranò gli occhi come se avessi una mitragliatrice puntata su di lui. Sentii il terrore pervadermi dalle viscere in un attimo e mollai il sedere del malcapitato: Yoongi si voltò verso di me come un robot, la faccia rossa e lo sguardo sconvolto.
- Io...- balbettai in preda all'imbarazzo.
Tutti e tre non parlammo per quella che mi parve un'ora. Jimin non si era mosso di un millimetro, con il cellulare in mano sulla soglia, solo gli angoli della sua bocca si sollevarono.
- Ma quella felpa è di Jimin! - dissi con l'indice tremante puntato su Yoongi.
- Gliel'ho prestata perchè aveva freddo. - mi rispose Jimin trattenendo una risata.
Mi prostrai a terra di fronte al rapper toccando il pavimento con la fronte per scusarmi. Jimin si accasciò sul pavimento ridendo a crepapelle e Yoongi mi chiese di alzarmi, era in totale difficoltà. Ripensando "all'incidente", avrei dovuto accorgermi subito dell'errore: non avevo sentito i soliti muscoli tonici sotto la mia presa. Mi sollevai e continuai ad inchinarmi mentre fulminavo il mio amico, piegato in due, con lo sguardo.
- Non è successo nulla di grave, tranquilla. - mi disse Yoongi con un sorriso tirato. - Mi faccio solo una domanda. Ma voi due vi salutate così? - aggiunse dubbioso.
- Ecco...- balbettai.
- Va bene, non voglio saperlo. - ci salutò, prima di sparire nel corridoio.
Jimin si avvicinò asciugandosi le lacrime e complimentandosi per la mia figura di merda con delle pacche sulla spalla.
- Siete identici visti da dietro. Avete persino i soliti pantaloni oggi. - mi lamentai a braccia conserte.
- Quindi mi stai paragonando a Yoongi?- chiese ridendo. - Se vuoi, puoi constatare tu stessa. - aggiunse rivolgendomi il fondo schiena.
Mi servi la vendetta su un piatto d'argento: ricevette una schiaffo deciso con la mano tesa.
"Now let's try to smile everyday, in that paradise." - Paradise
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Salveeee
Dopo la delusione immensa di stamani per non aver preso i biglietti per i concerti, pensavo di non aggiornare, invece ho deciso di risollevarmi un po'.
Fatemi sapere cosa ne pensate e lasciatemi una stellina! <3
Grazie a tutti **
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꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}
FanfictionDiana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 a...