Secondi ....

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Mary, intenta a scrivere un messaggino al telefono, continuava a camminare lungo il marciapiede: 'Accidenti! Non arriverò mai in tempo', pensava, mentre digitava alla sua amica Jessy 'Sono in ritardissimo, devo pure fermarmi a far benzina e passare a prendere Greta, puoi tenere compagnia a Matt mentre arrivo? Lo so ormai mi odi per questo, anche lui mi odia, ma ho fatto tardi al lavoro!" - invio - ".... di nuovo ..." invio.
Stava cercando la faccina giusta da aggiungere, seccata per quanto le succedeva, ormai troppo spesso, ma anche un po' dispiaciuta perché consapevole di non essere capace di dire di no o di lasciare i lavori a metà.
Successe tutto in pochi secondi: si sentì prendere con forza alla vita, incapace di divincolarsi e di capire cosa stesse succedendo, una raffica di vento le buttò in faccia i lunghi capelli biondo - castano, che peraltro non stavano mai in ordine, un forte rumore di freni e di clacson vicinissimo a lei, il cuore che batteva forte e tutto che improvvisamente si fermava ....
Dal camion che si era fermato proprio davanti a lei arrivò un "mavaff..., stron ... col telefonino! A momenti ti metto sotto e poi è pure colpa mia! La prossima volta quando attraversi guarda la strada!" e qualche altro improperio sfumato, mentre il camion ripartiva, coprendo col suo rumore una voce vicinissima a lei, al suo orecchio sinistro: "Sta bene?" sentì ripetere. Un uomo sui 35 la guardava, mentre ancora teneva una mano sulla sua spalla, che tolse di lì a poco, passandosela tra i capelli e aspettando una risposta. "Si, si, cioè no, cioè si....", rispose Mary. "Ma cosa le è saltato in mente? Non le hanno insegnato che prima di attraversare si deve guardare la strada? Oppure lo fa spesso, per tentare la sorte? O proprio il suo intento era di farla finita? Ci sono modi più semplici, sa, e che non creano casini agli altri!" riprese lui con tono duro e a voce alta. " Io... scusi ... grazie per ... scusi .... io ...." farfugliava Mary di rimando, mentre il cuore ancora le batteva forte e pian piano si rendeva conto di cos'era successo, di cosa sarebbe successo se quell'uomo .... si sentì arrossire, subito dopo impallidire, iniziò a tremare al pensiero di Greta e Matt soli, nuovamente soli .... L'emozione fu più forte di lei e nonostante si sforzasse di controllarsi, le lacrime iniziarono a scendere copiose dai suoi occhi, il suo corpo era scosso dai singhiozzi, non riusciva più a parlare ....
L'uomo di fronte a lei, prima arrabbiato, ora non faceva il minimo sforzo per nascondere quanto era scocciato "Questa poi!" guardando verso il cielo e allargando le braccia, dove teneva una ventiquattrore, che doveva aver raccolto dopo essersi staccato da lei, e facendole ricadere pesantemente. "Mi dispiace, non volevo essere così duro", disse in tono un po' più gentile, mentre porgeva un pacchetto di fazzoletti a Mary. "No, è che ... io ..." non riusciva proprio a parlare, mentre i singhiozzi ancora la scuotevano, e i suoi pensieri si affastellavano in testa alla velocità della luce: "penserà che sono una super emotiva! e una con la testa per aria!", " ma chi se ne frega" " per fortuna sta mattina non ho avuto il tempo di truccarmi, mi sarebbe colato tutto. Ma avrò un aspetto orribile lo stesso. Una volta di più!" " mi ha salvato, non l'ho ancora ringraziato come si deve" "sono in ritardo, Jessy mi aspetta" .... Dopo essersi soffiata il naso e asciugati gli occhi, tentando di ricomporsi, riuscì ad articolare qualcosa di meglio: "La ringrazio veramente, mi ha salvato la vita, io non so esprimerle quanto, ... ero ... sono in ritardo per ... beh, a lei sicuramente non interessa e stavo facendo due cose allo stesso tempo ... per ... arrivare prima ... ". Lui la guardò, tra il serio e lo stupito "Beh, non sembra una strategia vincente, rischiava di non arrivare proprio!". Mary non sapeva cosa rispondere ... il viso ancora una volta le era diventato rosso, e gli occhi le si erano riempiti di lacrime, di nuovo ... Matt e Greta ...
"Venga, le offro un caffè, ha bisogno di calmarsi un po' " le disse lui, distogliendola dai suoi pensieri per qualche secondo. "No, veramente, io devo andare, non..." disse mentre abbassava gli occhi per cercare le chiavi dell'auto nella borsa, ma nel momento in cui le estrasse, le caddero a terra. Si chinò a prenderle, ma invece di plastica e metallo, trovò la mano di lui e ritirando la propria, quasi come se avesse azzardato troppo, lo guardò con occhi interrogativi. "Non vorrà mettersi a guidare in questo stato, no? Vuole rischiare un altro incidente?" Disse lui rialzandosi e tenendo le chiavi in mano senza alcuna intenzione di renderle alla legittima proprietaria. "Avanti, ci vorrà solo qualche minuto, poi riavrà le sue chiavi, promesso" e alzò la mano destra, col pollice sopra al mignolo, piegati, a mo' di boy scout.

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