1-Butterflies

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"Piccola anima,
Che fuggi come se
Fossi un passero
Spaventato a morte"
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A Roma quella mattina di maggio era diversa dalle altre.
Il sole entrava nella camera dalle tapparelle e per
Luna alzarsi fu peggio del solito, oggi non aveva proprio voglia di alzarsi dal suo comodo letto.
Non amava molto le feste eppure ieri con la sua migliore amica Alice si era imbucata in una di queste.
Alla fine si alzò, andò a vomitare tutto quello che aveva bevuto la sera prima. Andò allo specchio a guardarsi e vide i suoi lunghi capelli castani scompigliati e gli occhi verdi stanchi. Aveva delle occhiaie da far paura, quella festa l'aveva proprio distrutta.
Ritornò in camera, si sedette sul letto e controllò il telefono: nella home vide l'anteprima di un messaggio da parte di Alice.
-Poi mi spieghi che cazzo hai fatto ieri e dove sei andata a finire perché io non ti ho ritrovata più-
Luna sbloccò il telefono e dubbiosa rispose:
-Ma che ne so, non ricordo nulla di ieri notte... ma aspetta... hai detto che non mi hai trovato più... quindi chi mi ha portato a casa?-
La risposta di Alice arrivò subito
-Ah boh-
<<che migliore amica fantastica che ho>> pensò.
Lei non era la solita ragazza che faceva tutto questo solo per divertirsi, per lei era brutto ammetterlo ma cercava di tenere tutto dentro di se e si sfogava con l'alcool e col fumo. Lo faceva perché con gli altri non riusciva a sfogarsi per paura che tutto ciò che la turbasse potesse influenzare le persone che amava, infatti teneva molto a difenderle. Luna non era la classica ragazza della porta accanto, quella del caffè ogni mattina e dal sorriso sempre presente. Lei era impacciata, a volte triste a causa del suo passato. Eppure era una ragazza che, nonostante nascondesse tutte le sue debolezze, affrontava tutto e tutti. Sembrava forte ma era fragile. Era vera perché quelle volte che sorrideva lo faceva per davvero non per cortesia ed era quella che si innamorava poche volte, ma quando capitava, per lei era impossibile dimenticarsi di quella persona.
Sbuffando andò a prepararsi per poi uscire di casa.

Quel giorno avrebbe dovuto fare molte cose, a partire dall'iscrizione all'università per poi studiare per la maturità.
Mentre camminava assorta nei suoi pensieri andò a sbattere contro un ragazzo ed entrambi finirono a terra.
:"Oh mio dio scusa" esclamò Luna che fece per alzarsi ma fu bloccata dallo sguardo del ragazzo.
:"Nulla tranquilla" disse lui imbarazzato per poi aiutare Luna ad alzarsi.
Entrambi si guardarono un attimo e Luna pensò di essersi presa una cotta per lui: era bello, aveva i capelli castani e uno sguardo magnetico che poche volte aveva ritrovato in qualcuno. Non era molto alto ma a lei non importava.
:"Comunque sono Vincenzo, piacere"
Disse lui porgendole la mano.
:"Luna, piacere mio"
Rispose Luna che strinse la mano di Vincenzo.
Lui la guardava come se già la conoscesse e lei si sentiva molto a disagio per questa cosa.
Alla fine lui le sorrise e si allontanò e Luna sentiva delle farfalle allo stomaco che neanche lei riusciva a spiegare.

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