"Okay, let's put my fake face on and pretend now
Sit around and talk about the good times"
————————————————Certe cose a volte non puoi evitarle.
Devi essere sempre preparato al peggio.
Ed è brutto da dire così perché in questo modo non riesci più a goderti la vita.
E invece, se non te ne rendi conto fin da subito finisce che l'amore ti fotte. Rimani come gli alberi spogli in inverno, privi della loro parte più bella.Il ricordo di lui che si allontanava dal ponte lasciandola sola, la tormentava tanto infatti non riusciva più a dormire tranquillamente . Passava i giorni tra università e libri e, appena finiva di studiare, si ingozzava di gelato davanti a una delle serie tv più depresse di Netflix.
Alice l'aveva invitata a dormire a casa sua almeno fino a quando non avesse superato la cosa, ma Luna aveva rifiutato. Sapeva benissimo che quel dolore riguardava solo lei e che doveva affrontarlo da sola per riuscire a superarlo.
Il sabato era diventato il suo giorno odiato perché doveva uscire con la comitiva, valeva a dire, uscire con Vincenzo e non potergli stare accanto, perché appena lei si avvicinava a lui, lui cambiava direzione andando o dai maschi o da Melissa. Quella ragazza era diventata il triplo più odiosa e ogni volta che poteva, lanciava frecciatine a Luna, anche se nessuno sembrava accorgersene.Aspirò un altro tiro e sperò di buttar fuori, oltre al fumo, tutta la tristezza.
:"Luna dobbiamo dirti una cosa"
Disse ad un tratto Ginevra, rompendo il silenzio che si era creato. Luna, Alice e Ginevra erano uscite di pomeriggio ed erano andate al parchetto. Adesso stavano fumando.
:"Ditemi"
Rispose Luna facendo un'altro tiro.
Alice e Ginevra si guardarono un'attimo, poi Ginevra continuò.
:"Daniele a volte mi dice come sta Vincenzo, dato che sono migliori amici, e pare che non stia tanto meglio di te: esce le sere ad ubriacarsi e poi piange, una volta non si reggeva neanche in piedi e Daniele l'ha dovuto riportare a casa. Esce da solo, scompare per ore. Daniele è molto preoccupato per lui."
Luna rispose con sorriso amaro e poi borbottò.
:"È stato lui a lasciarmi, se mi amava ancora non lo avrebbe fatto"
Ci fu un'altra pausa, poi Alice disse a bassa voce.
:"V-vogliamo dire che... insomma... entrambi state male, forse non sarebbe meglio tornare insieme?"
Luna rispose, stavolta irritata.
:"E pensi che io non lo voglia? Sapete entrambe cos'è successo al ponte, non voglio umiliarmi ancora"
:"Ma se-"
:"No caso chiuso, se vuole mi cerca lui"
E dopo aver detto questo, fece l'ultimo tiro e scagliò lontano il mozzicone. Si portò le mani sul viso e cercò con tutte le sue forze di non scoppiare in lacrime. Dopodiché si alzò, andò a prendere la sua borsa poggiata in un gradino e disse accaparrando una scusa.
:"Ragazze io vado a casa, il professore di italiano ci ha lasciato un sacco di pagine e io non ho ancora fatto nulla"
Salutò entrambe e poi andò velocemente verso casa, sapendo benissimo di star evitando un grosso problema e che non sarebbe potuta scappare da questo a lungo.——-
Erano passate due settimane che a lei sembrarono un'inferno.
Era riuscita a scampare un'uscita il primo sabato ma il secondo, Alice l'aveva obbligata ad uscire .
E adesso si trovava di fronte allo specchio, a mettere strati di fondotinta per mascherare la sua faccia cadaverica e tanto collirio, per mascherare gli occhi rossi.
Nel frattempo stava ascoltando la musica per rilassarsi anche se l'idea di rivedere Vincenzo dopo due settimane la spaventava a morte.
finì di prepararsi e poi uscì di casa.
L'appuntamento era davanti ad un vicolo vicino casa sua quindi arrivare non sarebbe stato difficile. Nonostante questo, le tremavano comunque le gambe, il cuore le batteva velocemente, e dovette reprimere più volte il desiderio di urlare dall'ansia.Appena arrivò, notò che le uniche persone presenti erano Ginevra, Vincenzo e Melissa. La prima se ne stava per i fatti suoi e appena vide Luna la abbracciò.
Vincenzo invece, stava parlando con Melissa ma appena vide Luna si ammutolì e si zittì. Luna sentì che tutta l'ansia era sparita, in realtà non sapeva neanche se stesse respirando in quel momento. Poi Luna prese coraggio e li salutò con un cenno, che ricambiarono. Aspettarono gli altri e poi si incamminarono verso il centro.
La tensione poteva essere tagliata con una lama: tutti sapevano cosa era successo a Vincenzo e Luna e infatti, quando gli altri dovevano parlare con loro, si sentivano a disagio perché era come schierarsi da una delle due parti.
La serata fortunatamente proseguì bene: presero un'aperitivo, e, anche se si erano formati due gruppetti, non ci fu niente la che rovinò in modo troppo evidente.
Questo era quello che poteva sembrare all'apparenza, che andasse tutto bene, ma Luna non stava bene per niente. Ogni volta che incrociava per sbaglio lo sguardo di Vincenzo avrebbe voluto rendersi invisibile. Si sentiva un'estranea.
Ed è brutto quando, in un gruppo di così tante persone ti senti solo, perché non hai più quella persona che era il tuo tutto. Ed è ancora più brutto il fatto che, fra tutte queste persone, nessuno le avesse chiesto come stava davvero.
Nessuno l'aveva guardata bene negli occhi e aveva capito che di bene non andava un cazzoIl problema venne alla fine.
Tutti stavano andando alle macchine, moto, biciclette per tornare a casa.
Le uniche persone a piedi erano lei e Vincenzo, quindi lui aveva chiesto a Luna se tornavano insieme.
L'unica a capire il disagio che ci sarebbe stato tra i due era stata Alice.
:"Luna sei sicura di non voler venire con noi? Magari puoi metterti sopra di me, possiamo stringerci..."
:"No no davvero, non ne ho bisogno, mi accompagna Vincenzo ... starò bene."
Rispose Luna con insicurezza soprattutto nell'ultima frase e Alice annuì apprensiva. Salutò tutti e poi si incamminò con Vincenzo verso casa.
All'inizio fra i due ci fu un silenzio imbarazzante, poi fu Vincenzo a rompere il ghiaccio.
:"Come sono andate queste due settimane?"
'Male, mio caro Vincenzo, malissimo. Ho avuto attacchi di panico, ho pianto fino a non avere più lacrime, ho girato per casa come fossi a dei fottuti domiciliari, ho sperato e risperato che questo fosse tutto un sogno, ma mi sbagliavo, come sempre. È un mio talento naturale sai? Sbagliare. Do tutto il mio affetto e poi non ne ricavo nulla. Ed è colpa mia se, la notte, devo abbracciare il cuscino prima di dormire, altrimenti non riesco ad addormentarmi. Perché ho dato il cuore e adesso una parte di esso è con te.' Questo era quello che avrebbe voluto rispondere. Luna avrebbe voluto sputargli la verità in faccia, ma non lo fece.
Rispose con disinvoltura.
:"Potevano andare meglio, le tue?"
Vincenzo esitò un po' e disse.
:"Bene si..."
Dopo questo ci fu una pausa e stavolta fu Luna a chiedere.
:"E con Melissa, come va?"
:"Siamo solo amici, anche se tra noi c'è abbastanza complicità"
All'ultima frase Luna dovette reprimere un rigurgito e tornare seria.
:"Mi fa piacere"
Questo fu l'ultimo argomento di cui parlarono, perché dopo due minuti si trovarono davanti casa di Luna.
Si salutarono con un bacio sulla guancia e poi Vincenzo si allontanò verso la via opposta.
A Luna le parve di rivedere la stessa scena in cui lui si era allontanato dall'altra parte del ponte quando si erano lasciati definitivamente e , dopo aver chiuso la porta del condominio ed essere salita al suo appartamento, aprì la porta del suo appartamento e, appena la richiuse alle sue spalle, iniziò a piangere consapevole che nulla sarebbe stato come prima.
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•Anima fragile•
RomanceUn incontro. Due vite che si incrociano. Luna, una ragazza che ha vissuto fin troppe cose, che è uscita a testa alta dagli abusi psicologici del patrigno e che ora vuole solo ricominciare alla grande. Vincenzo, un ragazzo che lotta ogni giorno con...