45-He doesn't trust anyone

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"Was I made from a broken mold?
hurt, I can't shake
we've made every mistake
only you know the way that I break"
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Rimase a guardare l'officina per qualche altro secondo e alla fine si convinse che era quello il posto giusto. Si girò e vide che tutti stavano dormendo, quindi iniziò a svegliarli.
:"Siamo arrivati, svegliatevi"
Disse scuotendo Alice, Ginevra e Melissa.
:"Ragazzi dai, siamo da Jace"
Continuò, scuotendo Leonardo.
Dopo un po' si svegliarono e, chi più e chi meno, avevano tutti la stessa espressione confusa.
:"Ma sei sicuro sia questo il posto? Magari non hai guardato bene la mappa"
Si lamentò Leonardo, con la voce impastata dal sonno.
:"Si, ho guardato un sacco di volte"
Rispose Vincenzo, che iniziava ad essere sempre più irritato.
:"Io mi fido di te, secondo me siamo nel posto giusto"
Disse debolmente Daniele, cercando disperatamente di farsi perdonare. Vincenzo lo guardò male e non gli rispose, ma borbottò solamente.
:"Seguitemi"
Così, scesero dalla macchina e si diressero alla porta dell'officina. Vincenzo bussò due volte e nessuno rispose. Era plausibile, erano le sei del mattino.
Stavano per tornare indietro, quando un ragazzo sulla ventina gli aprì, e appena entrarono, osservarono l'interno dell'officina. Vi erano altri tre ragazzi, molto giovani, come quello che gli aveva aperto la porta, e nessuno di loro aveva l'aria di essere Jace. Forse erano davvero finiti nel posto sbagliato.
:"Bienvenidos al taller Enriquez! Dime que necesitas"
Esclamò il ragazzo che gli aveva aperto la porta. Vincenzo guardò i suoi amici spaesato, non sapendo che fare.
:"Non parliamo spagnolo"
Tentò Alice, sperando che capisse. Il ragazzo inarcò un sopracciglio e disse confuso.
:"Italianos?"
Tutti annuirono e iniziarono ad avere conferma che non era stata proprio una buona idea entrare. Ma il ragazzo continuò, scandendo bene le parole per farsi capire.
:"Entiendes el español o hablo en inglés?"
:"Por favor, Pablo"
Una voce profonda e roca si levò dal fondo dell'officina: un uomo sulla cinquantina aveva appena spalancato la porta del suo studio e adesso si stava avvicinando a loro.
:"Ti ho sempre detto di parlare da subito inglese con gli ospiti"
Mise le braccia conserte e sorrise.
:"Soprattutto se italiani"

Fece cenno a Pablo di tornare a lavoro e lui si allontanò rapidamente. L'uomo invece si avvicinò ancora di più a Vincenzo e i suoi amici.
:"Come posso esservi utile?"
Erano tutti come pietrificati, quell'uomo incuteva timore quasi quanto David.  Alla fine, Vincenzo fece un passo avanti e disse.
:"Cerchiamo il signor Jace Morrison, fratello di Riki Morrison, lei lo conosce?"
L'uomo sbiancò, ma disse semplicemente.
:"Sono io. Allora, cosa vogliono dei ragazzini di prima mattina da me?"
Vincenzo guardò i suoi amici cercando coraggio e loro gli fecero un cenno d'approvazione.
:"Abbiamo bisogno del suo aiuto"
Disse deciso, ma Jace fece una smorfia per poi  scoppiare a ridere.
:"Perché dovrei darvi il mio aiuto?"
Chiese, continuando a ridere.
Vincenzo chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo.
:"Si tratta di Luna Bianchi"
L'espressione di Jace cambiò in un secondo.
:"Seguitemi"

Li portò nel suo studio e appena furono tutti dentro, chiuse la porta.
:"È vostra amica?"
Tutti annuirono tranne Vincenzo che rispose.
:"È la mia ragazza"
Jace lo squadrò dalla testa ai piedi, poi sorrise.
:"Allora, come sta? Perché non è qui con voi?"
Chiese un po' confuso.
:"È proprio questo il problema. Dobbiamo spiegarle tutto."
Rispose Alice, così gli dissero tutto, da quella sera in discoteca, alla chiamata di David e il riscatto, fino a Riki e il loro viaggio.
Jace ascoltò tutto con gli occhi lucidi, poi si girò di spalle e si portò un pugno sotto al mento, pensando.
:"Signor Morrison?"
Chiese piano Ginevra, guardando tutti, straniti dalla sua reazione. Dopo un minuto di silenzio si voltò di nuovo verso di loro e disse deciso.
:"Ho aiutato Luna a scappare da quel mostro di mio fratello già una volta, posso farlo anche questa"
Poi aggiunse, con un ghigno.
:"E forse possiamo trovare anche il modo per incastrarlo"
:"Il problema è soltanto uno, non sappiamo dove si trovano"
Disse Daniele, desolato, ma Jace sorrise.
:"Riki vi avrà detto che sono un'investigatore privato e me la cavo anche con la tecnologia. Ora, prima di mandare alcuni miei uomini in giro a fare ricerche, ho bisogno di sapere se per caso David vi ha mandato qualche messaggio o qualche chiamata in anonimo"
:"In effetti, si"
Rispose Vincenzo, prendendo il telefono dalla tasca e mostrandogli il messaggio che gli aveva mandato David il giorno prima. Un lampo di luce balenò negli occhi di Jace.
:"Questo facilita le cose"
Poi si spostò e andò a cercare qualcosa tra le tante mensole dietro la scrivania.
:"Ma come facciamo a sapere che quello sia proprio il numero di David?"
Chiese Melissa.
:"Vedi, per poter affrontare un nemico bisogna conoscerlo bene"
Rispose lui, continuando a cercare fra gli scaffali in alto.
:"E io conosco mio fratello. So che ama lavorare da solo, lui odia condividere ciò che sa con qualcuno. Lui si serve solo di persone che sa che non rivedrà più e non rivela mai tutta la verità. Penso tu l'abbia sperimentato sulla tua pelle, Melissa"
Melissa abbassò lo sguardo e si guardò i piedi, imbarazzata e Jace continuò noncurante.
:"Infatti, lui non userebbe mai il telefono di qualcun altro per inviare messaggi o per chiamare, perché non si fida di nessuno... eccolo qua!"
Esclamò appena prese un vecchio portatile e lo poggiò sopra la scrivania. Gli altri si misero a cerchio, incuriositi, mentre Jace accendeva il computer.
:"Allora, adesso dovete darmi solo qualche minuto per riuscire a rilevare l'anonimo e la sua posizione. Vincenzo, rispondi al suo messaggio, così non desteremo sospetti."
Vincenzo annuì velocemente e in fretta e furia scrisse.
"Si, stiamo cercando di recuperare tutti i soldi il più in fretta possibile. Ma fai del male a Luna e non avrai nemmeno un centesimo
                                            -V"

:"Quindi lei è anche un'hacker?"
Chiese Alice indicando il computer.
:"Qualcosa del genere"
Rispose Jace scrollando le spalle.
:"Comunque ho quasi finito, speriamo che la risposta al messaggio arrivi il più in fretta possibile, così possiamo verificare se ha cambiato posizione rispetto all'ultima volta che ti ha scritto"
E dopo qualche minuto di silenzio, la risposta arrivò.
"Luna sta benissimo qui con me, proprio come ai vecchi tempi. Ricordatevi che vi tengo d'occhio
                                                            -D"
:"Bastardo"
Sibilò Vincenzo a denti stretti, e in un attimo, immaginò Luna mentre veniva picchiata da David.
I suoi occhi si appannarono e sentì conati di vomito, aveva così tanta rabbia dentro di sé che sarebbe riuscito a mettere sottosopra l'intera officina.
:"Va tutto bene?"
Disse Leonardo scuotendolo leggermente.
Come risvegliato da un sogno, Vincenzo scosse la testa e ritornò in sé.
:"Nulla va bene, ma non ha importanza. È arrivato il momento di escogitare un piano"

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