42-I see you

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"Every minute and every hour
I miss you, I miss you, I miss you more
Every stumble and each misfire"
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Certe cose a volte non puoi controllarle, devi prenderle così come vengono. Proprio quando meno te lo aspetti, potrebbe arrivare qualcuno a sconvolgere la tua vita, in meglio o in peggio.

E così era successo a Vincenzo: aveva incontrato Luna e la sua vita era migliorata. L'amava con tutto sé stesso, era una delle persone più importanti. Poi David, che silenziosamente era arrivato a Roma e aveva sconvolto tutto, come un'uragano.
Continuava a pensare la prima volta in cui l'aveva incontrato. L'aveva aiutato con la macchina, poco prima di andare al drive-in con Luna, ammesso che la macchina avesse davvero qualche problema e che quella fosse stata solo una scusa per far avvicinare Vincenzo e presentarsi indirettamente.
Se solo avesse saputo che quell'uomo dallo sguardo di ghiaccio fosse il patrigno di Luna, l'avrebbe subito denunciato e tutto questo non sarebbe successo.
E lui continuava a tormentarsi con questo pensiero, continuava a darsi la colpa, perché ormai prendersela con sé stesso era l'unica cosa che gli era rimasta.

:"Vinci tra poco c'è un autogrill, vuoi che ci fermiamo?"
Chiese Leonardo, riportando Vincenzo alla realtà.
:"Va bene"
Rispose lui meccanicamente.
Aveva passato tutte le prime tre ore di viaggio in silenzio a farsi paranoie. Iniziava a sentire la testa pesante, aveva proprio bisogno di fermarsi un'attimo.
Dopo un quarto d'ora arrivarono all'autogrill.
Scesero tutti, Daniele per fare rifornimento e gli altri  per andare ai bagni e al bar.
Vincenzo fu il primo ad usare il bagno e, quando ebbe finito, si allontanò da tutti e andò in un angolo isolato, con la testa rivolta verso la strada che dovevano ancora percorrere.
Proprio come avevano stabilito, avevano preso le strade meno affollate, per non destare sospetti e farsi fermare dalla polizia. Ci avrebbero messo il doppio del tempo ad arrivare alla meta, ma non avevano abbastanza soldi da riuscire ad affittare macchine grandi per poter viaggiare e non volevano farsi scoprire da David.
Così si erano accontentati dell'umile, semplice, pick-up marrone.
:"Oggi il tempo non è male, pensavo avrebbe piovuto"
Disse Alice ad un tratto, che aveva raggiunto Vincenzo e adesso era accanto a lui.
Lui in risposta fece un sorriso rapido e non disse altro. Il fatto che Alice fosse sempre presente, come il resto dei suoi amici, lo faceva sentire meglio, come una boccata d'aria fresca. Passarono alcuni minuti in un silenzio piacevole, ad ascoltare il rumore delle poche macchine che passavano sulla strada.
Dopo un po', sentirono Ginevra urlare, dall'altra parte dell'autogrill.
:"È ora di andare!"
Così tornarono al pick-up e partirono.

Continuarono a viaggiare per altre quattro ore, fino alle 10 di sera. Erano tutti molto stanchi, soprattutto Daniele che aveva guidato per quasi cinque ore, nonostante si fossero fermati un paio di volte agli autogrill. Così, appena erano arrivati alla costa, avevano deciso di accamparsi sulla spiaggia: avevano portato le tende e fuori faceva abbastanza caldo, quindi non avrebbero sentito freddo durante la notte.
Si trovavano in una spiaggia desolata vicino La Spezia, avevano percorso quasi un terzo del loro viaggio.
:"Voi montate le tende, io vedo se c'è qualche bar aperto così prendo qualcosa da mangiare e le birre"
Disse Daniele subito dopo aver parcheggiato ed essersi allontanato verso il centro abitato. Nel frattempo, gli altri erano scesi dal pick-up e adesso stavano prendendo le loro cose, e iniziando a montare le tende.
:"Ma non potevamo semplicemente andare in hotel?"
Disse Melissa scocciata.
:"Diciamo che non abbiamo tutti questi soldi. E poi scusami, dove sarebbe il bello?"
Rispose Alice, entusiasta di passare la notte all'aperto. Poi disse, rivolgendosi a Vincenzo.
:"Puoi passarmi la mia borsa? È l'unica rimasta sul pick-up"
Vincenzo annuì, dopodiché prese la borsa e gliela passò.
Quando ebbero finito di montare le tende, accesero un falò e si sederono lì a cerchio, aspettando Daniele.
Dovettero aspettare poco perché, cinque minuti dopo, arrivò con sei panini e una cassa di birra.
:"Amico, ma tu sei un genio!"
Esclamò Leonardo felice, prendendo la cassa e distribuendo una birra ciascuno.
:"Diciamo che ho fatto del mio meglio"
Rispose Daniele modesto, distribuendo a sua volta i panini.
Vincenzo, per la prima volta in tutta la giornata era felice: si sentiva orgoglioso di avere amici fantastici come loro. E non si riferiva solo ai panini e alla birra, ma a tutto quello che stavano facendo per aiutarlo a salvare Luna.
Mentre tutti gli altri stavano mangiando seduti sulla sabbia, si alzò in piedi e portò al cielo la sua bottiglia.
:"A noi!"
Esclamò deciso e felice, guardando tutti.
:"A noi e a Luna!"
Risposero in coro, portando anche loro le bottiglie al cielo e iniziando a bere.
Quando finirono le bottiglie, Daniele andò a comprarne delle altre, e quando diventarono abbastanza brilli, misero la musica. Si alzarono e iniziarono a ballare e a cantare, una notte normalissima era appena diventata una delle notti più belle e festose della loro vita. Risero e scherzarono fino a tarda notte, fregandosene del fatto che il giorno dopo sarebbero dovuti partire presto.
Poi, quando l'effetto dell'alcool cominciava a dileguarsi, tornarono a sedersi di nuovo attorno al fuoco, a raccontarsi storie di qualsiasi genere.
E, quando ormai la stanchezza diventava troppo pesante, a mano a mano andavano nelle tende, a dormire.
Alla fine, restarono svegli solo Vincenzo e Alice. Rimasero in silenzio per un po', non sapendo più che storie inventarsi, e rimasero a contemplare il fuoco, che a poco a poco si rimpiccioliva perché non alimentato.
:"Sai penso che Luna sarebbe contenta"
Disse Alice, rompendo il ghiaccio.
:"In fondo siamo riusciti ad essere felici nonostante tutto"
Vincenzo non rispose subito, continuando a fissare il fuoco. Poi però rispose, schivo.
:"Io so soltanto che, mentre noi siamo qui a bere, lei è sotto ostaggio da qualche parte nel mondo.
Mi sento un grande egoista ad essere felice in questo momento"
Alice si girò verso di lui e lo guardò, apprensiva.
:"Hai un cuore d'oro, Vincenzo, davvero. La troveremo, Jace ci aiuterà"
Anche Vincenzo si voltò a guardarla e, appena si rese conto di trovarsi solo a pochi centimetri dal suo viso, si allontanò appena.
:"Lo spero. Vorrei tanto che lei fosse qui con noi, questa sera senza di lei non è stata la stessa"
Poi aggiunse, in un sussurro.
:"Anzi, la mia vita senza di lei non è la stessa"
:"Neanche la mia"
Rispose Alice, anche lei sussurrando e passandogli una mano sulla spalla per confortarlo.
Stettero lì immobili per un altro po', fino a quando Vincenzo si alzò, le diede la buonanotte e andò nella tenda dei ragazzi.

Da un paio di ore, ormai, tutti stavano dormendo profondamente. Avevano bisogno di riposarsi e di prepararsi per le ore di viaggio che li attendevano il giorno dopo.
Nessuno di loro aveva notato che a tutti era arrivato un nuovo messaggio da un numero sconosciuto, con scritto:
"Immagino stiate cercando di recuperare tutti i soldi che ho chiesto, anzi lo spero per voi.
Vi tengo d'occhio
-D"

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