"Vivo il male perché non posso
più permettermi il bene, fare a pezzi è facile
il difficile è rimetterli insieme"
———————————-La prima cosa che Vincenzo vide quando aprì lentamente gli occhi non fu la scrivania o il balcone di camera sua, ma bensì il prato della collina e la città ormai sveglia sotto di lui. Ci mise un'attimo a capire che ieri sera non era tornato a casa, ma si era addormentato lì, cadendo nelle braccia di Morfeo proprio quanto meno se lo aspettava.
Si alzò lentamente e si mise a sedere, sbadigliando. Si stiracchiò e dopo alcuni minuti passati a fissare il vuoto, prese una sigaretta e l'accese, pensando che fumare potesse aiutarlo a svegliarsi del tutto. Poi prese il telefono e notò che fossero solo le 9:30, così fece un respiro di sollievo. Aveva una chiamata persa da Daniele e un messaggio, sempre da parte sua, che lesse subito.
:"Sono andato ad affittare il pick-up e adesso è nel mio garage. Fammi sapere a che ora vorresti partire oggi, così lo dico agli altri"
Vincenzo sarebbe partito anche adesso, però cercò di pensare ad un orario più ragionevole.
:"Va bene per le 5?"
Digitò infine. Nel frattempo che attendeva risposta, prese le sue cose e andò in macchina.
Poco prima di partire, arrivò la risposta di Daniele.
:"Va benissimo, ci vediamo più tardi a casa mia"
:"Va bene, a più tardi"
Scrisse lui, prima di accendere la macchina e partire.——
Vincenzo fu il primo ad arrivare a casa di Daniele, perché voleva prima parlare con lui da solo. E anche perché, arrivare puntuale gli faceva sentire di avere il controllo della situazione.
:"Ciao Dani"
Disse Vincenzo subito dopo che Daniele gli ebbe aperto la porta.
:"Ei amico"
Rispose lui dandogli una pacca sulla spalla, per poi lasciargli lo spazio per farlo entrare.
Vincenzo era stato poche volte a casa di Daniele, perché di solito uscivano. Quelle rare volte in cui veniva, gli sembrava di entrare ogni volta in un posto diverso: cambiava sempre qualcosa, il colore dell'intonaco sui muri, quadri e accessori vari che venivano tolti o cambiati. Non aveva mai capito queste scelte, ma aveva imparato a farci l'abitudine.
Dato che era arrivato con un quarto d'ora d'anticipo e gli altri sarebbero arrivati fra poco, Daniele invitò Vincenzo a sedersi sul divano e andò a prendere due bicchieri d'acqua in cucina. Quando tornò, passò un bicchiere a Vincenzo e si sedette accanto a lui.
:"Come hai passato la notte?"
Chiese, immaginando che per Vincenzo non dovesse essere stata facile. Si aspettava una domanda del genere ed era plausibile, Daniele era il suo migliore amico.
Vincenzo avrebbe voluto rispondere che era andato sulla collina dove era stato con Luna in uno dei loro primi appuntamenti, e di aver passato tutta la notte lì in uno stato di agonia assurdo.
Avrebbe anche voluto dire quanto fosse stato difficile tornare a casa e preparare le valigie, con la costante sensazione che questo viaggio sarebbe stato come andare alla ricerca dell'ignoto. Aveva paura, tanta paura. Paura di fallire, di coinvolgere i suoi amici in questa cosa così pericolosa e di non riuscire a salvare Luna se tutto fosse andato storto. Gli sembrava di brancolare nel buio, di stare camminando su un filo con la paura di poter cadere da un momento all'altro. Aveva come la sensazione di stare per buttarsi nel vuoto, ma questo non lo disse.
:"Beh, a parte un po' d'insonnia, non malissimo"
Farfugliò, cercando di essere convincente.
Daniele non disse nulla, facendo finta di credergli e si fece più serio.
:"Vincenzo dobbiamo essere preparati"
Cominciò, guardandolo bene negli occhi.
:"Questo viaggio potrebbe essere imprevedibile e pericoloso, considerando che stiamo andando contro un pazzo rapitore. Per questo dobbiamo avere sempre un piano B e anche un piano C, se necessario. Non possiamo farci cogliere impreparati, intesi?"
Concluse, cercando conferma e Vincenzo annuì. In realtà aveva già pensato a questo, ma non disse nulla.
Dopo questo calò il silenzio, che a Vincenzo sembrò lungo e interminabile. Fino a quando sentirono il rumore del campanello ed entrambi si voltarono di scatto verso la porta: erano arrivati gli altri.
Daniele si alzò subito e andò ad aprirla. Da lì entrarono Alice, Ginevra, Leonardo e Melissa che salutarono Daniele e Vincenzo e, dopo aver deciso il percorso da fare per arrivare da Jace e aver stabilito i turni di guida, andarono in giardino a riguardare gli ultimi punti del loro piano.
:"Dobbiamo prendere delle strade poco affollate, dove siamo sicuri che la polizia non ci possa vedere"
Aveva detto Ginevra.
:"Sei persone su un pick-up non sono proprio il massimo della normalità"
Avevano riso tutti ma a Vincenzo sembrava strano: gli sembrava di essere tornato alle medie, quando escogitava tutti i modi possibili per non far sentire la puzza di fumo ai suoi genitori. E il fatto di dover fare tutto questo di nascosto, gli faceva provare una strana adrenalina e non voleva che gli altri lo sapessero.
In quell'adrenalina era presente anche l'ansia di come tutto sarebbe andato a finire. Pensò ancora a ciò che lo stava tormentando da tutta la giornata: la paura, l'ansia...:"Vinci, va tutto bene? Hai l'espressione di chi sta per seppellire qualcuno"
Disse Alice, risvegliando Vincenzo dai suoi pensieri e facendolo tornare alla normalità.
:"Va tutto bene, ho solo dormito poco"
Rispose lui cercando di essere il più convincente possibile. In realtà non voleva che lei, così come anche Daniele o qualunque altro, sapesse della sua paura. Non voleva farsi vedere debole o spaventato, era una delle cose che odiava di più.
:"Ti conosco, so che non è così. Se hai bisogno di parlare io ci sono, sai che sono un'amica affidabile"
Disse lei in tono dolce, guardandolo negli occhi apprensiva. Vincenzo sapeva quanto Alice fosse affidabile, era stato anche grazie a lei se fosse uscito dai brutti giri della droga.
:"Sto bene, davvero"
Sussurrò, a causa del groppo alla gola che gli si era creato. Aveva un'espressione vuota, e di scatto abbassò lo sguardo, guardando il prato inglese del giardino di Daniele. Non voleva essere così, non gli piaceva mostrare i suoi sentimenti e le sue debolezze.
E proprio quando aveva deciso che fosse arrivato il momento di alzare lo sguardo, Alice lo abbracciò di colpo, facendolo barcollare. Vincenzo fu preso alla sprovvista e ricambiò lentamente l'abbraccio, stringendola forte.
:"Luna è la mia migliore amica. La troveremo, costi quel che costi"
Disse Alice decisa, nonostante qualche lacrima le rigò il volto. Vincenzo non rispose e continuò ad abbracciarla, accarezzandole la testa.
Quando, dopo qualche minuto, si staccarono, notarono che non era rimasto più nessuno in giardino, ma che erano andati tutti in garage, pronti a partire. Così si incamminarono e li raggiunsero.
:"Il primo a guidare sarò io, poi toccherà a Leonardo"
Annunciò Daniele, appena li vide arrivare. Probabilmente l'aveva già detto prima, quando loro erano ancora in giardino, e adesso lo stava spiegando per la seconda volta. Loro in risposta annuirono e andarono insieme agli altri, a sistemare i bagagli e decidere dove sedersi.
Infine, Daniele entrò, mise in moto il pick-up e partirono. Erano diretti a Blanes, in Spagna, alla ricerca della loro unica ancora di salvezza.
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•Anima fragile•
RomansaUn incontro. Due vite che si incrociano. Luna, una ragazza che ha vissuto fin troppe cose, che è uscita a testa alta dagli abusi psicologici del patrigno e che ora vuole solo ricominciare alla grande. Vincenzo, un ragazzo che lotta ogni giorno con...