29- I will never let you go again

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"Quello che va bene per te
sai che va bene per me
averti so quanto vale"
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Driin

Appena sentirono il rumore del campanello, Luna si alzò subito dal letto per andare ad aprire la porta, immaginando che fosse il fattorino.
Dopo aver pagato e preso le pizze, le posò sul tavolo e entrambi iniziarono a mangiare.
Luna aveva preparato la tavola nel modo più romantico che poteva: aveva messo una tovaglia bianca e al centro, una candela profumata. Non era il massimo, aveva pensato, ma neanche così male.
:"Allora, cosa ne pensi di questa cenetta romantica?"
Chiese Luna sarcastica, sapendo che di romantico c'erano solo loro ad abbuffarsi di pizza.
:"Molto meglio di quanto avevo immaginato"
Rispose Vincenzo sorridendo.
Passarono alcuni minuti in silenzio, poi Luna chiese.
:"Ho due bottiglie di birra in frigo, le prendo?"
:"E lo chiedi pure?"
Rise lui.
Così Luna si alzò e andò a prendere le bottiglie in frigo.

Quando ebbero finito e Luna ebbe lavato i piatti, decisero di giocare a obbligo o verità alla finestra.
Ad iniziare fu Luna.
:"Allora, obbligo o verità?"
:"Ehm... obbligo"
Rispose lui dopo aver pensato un attimo.
Luna fece un sorrisetto malizioso.
:"Ok, ti obbligo a chiamare un numero a caso e dire che non vuoi tenere il bambino perché non sei il padre"
Vincenzo scoppiò a ridere.
:"Ma che cazz, tu sei matta"
Lei in risposta sorrise trionfante e poi Vincenzo fece il suo obbligo: la signora che aveva telefonato era una vecchietta che gli aveva chiuso in faccia.
:"Beh, almeno ci abbiamo provato"
Commentò lui tra le risate di entrambi.
Dopo alcuni turni passate tra risate e scherzi, la situazione diventò sempre più seria, all'inizio non capirono il perché.
:"Obbligo o verità?"
Disse Vincenzo con una strana espressione.
:"Verità.."
Rispose lei titubante.
:"Come hai passato questo mese senza di me?"
Questo Luna non se lo aspettava: sapeva che prima o poi ne avrebbero parlato, ma non pensava proprio adesso.
Sospirò e prese coraggio: era ora che lui sapesse.
:"Come vuoi che le abbia passate? Uno schifo.
Non avevo mai voglia di fare nulla, ero diventata apatica, assente, ero tornata al momento in cui era la vita a vivere me. Alice e Ginevra provavano a farmi stare meglio, ma il problema ero io.
Ero io il problema quando mi svegliavo nel cuore della notte perché facevo incubi in continuazione.
Ero io il problema quando provavo a rialzarmi dalla situazione in cui ero caduta ma fallivo miseramente.
Mi hai fatto sentire come se non valessi nulla, perché secondo te, Melissa era meglio di me.
Avevo attacchi d'ansia continuamente, perché eri
l'ennesima persona che andava via dalla mia vita, mi è sembrato di vivere in un limbo.
Sono stata male, tanto male.
Questa è la verità."
Aveva detto tutto questo guardando in basso, con le lacrime che le scorrevano sul viso e che cercava di asciugarsele freneticamente.
Poi Vincenzo le prese il mento con le dita, costringendola a guardarlo negli occhi.
Lo sguardo di Vincenzo adesso era spento, in quello sguardo erano presenti i sensi di colpa che stava provando in questo momento.
Dopo un po' di tempo passato a guardarsi, avvicinò Luna verso sé e le fece appoggiare la sua testa sulla propria spalla.
Poi posò il braccio sulla sua vita e sussurrò.
:"Non ti lascerò andare di nuovo, te lo prometto"
Gli sembrò di vedere Luna sorridere, o magari era la sua impressione.
Per la prima volta in tutta la serata, guardò in alto: c'era un bellissimo cielo stellato, e guardarlo con lei, lo rendeva dieci mila volte più bello.

Poi accadde tutto in un attimo.
Si alzarono e, mano nella mano, andarono in camera da letto.
Iniziarono a baciarsi con foga, mentre si levavano i vestiti.
In un attimo furono l'una sopra l'altro, a mischiare i loro respiri, a lasciarsi andare completamente.
Quella sera, si lasciarono scivolare addosso tutto quello che avevano passato, i litigi, le incomprensioni...
Quella sera c'erano solo loro due, erano come isolati dal mondo.
Era tutto perfetto.

Appena finirono, Vincenzo buttò il preservativo nella spazzatura, mentre Luna mise l'intimo.
Dopo aver messo i boxer, si sdraiò sul letto accanto a Luna.
Si addormentarono abbracciati, rimanendo in questa posizione per tutta la notte.

Appena Vincenzo aprì gli occhi, notò che Luna aveva la testa appoggiato alla sua spalla.
Con la mano le scostò il ciuffo davanti al viso e la guardò intensamente pensando a quanto fosse bella.
Dopo qualche minuto Luna si svegliò e lui sussurrò.
:"Buongiorno principessa"
Lei sorrise e rispose.
:"Buongiorno"
Sbadigliò e poi aggiunse.
:"Che dici, ci addormentiamo di nuovo?"
:"Non sarebbe una brutta idea"
Rise Vincenzo.

Scherzarono un altro po', poi si alzarono e si affacciarono alla finestra per fumare.
:"Vinci"
Disse Luna guardandolo.
:"Mh"
Rispose Vincenzo voltandosi verso di lei, che esclamò.
:"Che facciamo a capodanno? Insomma, è il primo che passiamo insieme..."
:"Questo non posso dirtelo, è una sorpresa"
Disse facendo un sorriso maligno.
:"Va bene, tieniti i tuoi segreti"
Rispose lei mettendo il broncio e incrociando le braccia.
Vincenzo scoppiò a ridere, poi si avvicinò a lei e le stampò un piccolo bacio.
:"Sei ancora arrabbiata?"
Rise prima di strizzarle la guancia.
Luna annuì, non riuscendo a trattenere un sorriso.
:"Tieni dai, ti lascio gli ultimi due tiri"
Continuò Vincenzo passandole la sua sigaretta.

Appena la finì andarono in cucina a fare colazione.
:"Tanto scoprirò che cosa mi stai nascondendo"
Disse Luna inzuppando un pan di stelle nel latte.
:"Si si"
Rispose Vincenzo ridendo, poi continuò.
:"Come va la febbre?"
:"Dovrebbe essere passata del tutto, tra un po' la misuro."
Disse lei pensante.
Quando finirono posarono le tazze nel lavandino, e poi Vincenzo andò a lavarsi e vestirsi per tornare a casa.

Forse aver avuto la febbre non è stato così male, voglio dire, è grazie ad essa se siamo rimasti a casa e abbiamo passato una serata così bella, al ristorante non sarebbe stata la stessa cosa.
Pensò Luna mentre rifaceva il letto e aspettava che Vincenzo avesse finito di prepararsi.

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