32-Happy New Year

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"The shadow of the day
Will embrace the world in gray
And the sun will set for you"
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Quella mattina l'umore di Luna era abbastanza contrastante: era felice perché il giorno dopo sarebbe tornato Vincenzo e avrebbero festeggiato Capodanno insieme, ma era molto triste perché suo padre sarebbe partito questo pomeriggio.
Adesso, suo padre e Cassandra, stavano preparando
le valigie e lei aveva paura che sarebbe passato molto tempo prima di poterli rivedere di nuovo.
Aveva sperato che quei giorni insieme fossero passati lentamente, in modo da poter godere ogni minimo istante, ma a quanto pare non era bastato.
Dopo aver pranzato tutti insieme, Cassandra aveva aiutato Luna a lavare i piatti.

Passata un'ora, dopo aver preso e portato le valigie davanti alla porta, si salutarono.
:"Mi mancherai tanto"
Disse Luna abbracciandola.
:"Mi mancherai anche tu"
Rispose l'altra ricambiando l'abbraccio.
:"Cassandra tu inizia a scendere, voglio parlare un'attimo con mio figlia"
Disse calmo il padre di Luna.
Lei annuì e sorridendo, anche se si vedeva che nascondesse un'aria triste dovuta alla partenza, uscì dalla porta.
Subito, padre e figlia si abbracciarono.
:"Tesoro non sai quanto io sia fiero di te: hai superato tutto questo da sola, sei riuscita a scappare e a ricominciare. Mi dispiace non essere stato presente e non aver potuto aiutarti..."
:"No, non dire così"
Lo interruppe subito Luna staccandosi dall'abbraccio e continuò.
:"Sei qui adesso. Anche tu stai riuscendo a guarire e sono molto felice di questo."
Lui fece un gran sorriso ed esclamò.
:"Ci vedremo presto, vero?"
:"Certo, molto presto"
Rispose lei convinta. Allora suo padre le stampò un bacio sulla fronte, prese le ultime valigie ed uscì dalla porta, così com'era entrato qualche giorno fa.
Luna stette qualche secondo immobile e poi si guardò intorno: adesso la casa sembrava molto più vuota.
Tutto era tornato come prima.
"Almeno domani arriverà Vincenzo" si disse cercando di non far prendere alla tristezza il sopravvento.
Passeggiò per le stanze della casa, come se stesse cercando qualcosa e neanche lei sapesse cosa e poi chiamò Vincenzo, per distrarsi un po'.

——

Il giorno della partenza per Vincenzo fu un delirio: aveva rischiato di perdere l'aereo perché aveva scordato il passaporto, quindi era dovuto tornare a casa per prenderlo. In più c'erano state un sacco di turbolenze che avevano rallentato il volo.

Appena lui l'aveva chiamata per dirle che era atterrato, Luna andò subito in aeroporto.
Era esausta emotivamente e, seduta su una panchina, stava mangiando una brioche comprata al bar più vicino.
E poi, dopo mezz'ora passata ad aspettare, lui uscì dal gate.
Luna lo notò subito e rimase incantata: era come se fosse più bello dell'ultima volta in cui si erano visti ed era addirittura abbronzato. Certo, a Natale prendere un po' di sole sembrerebbe inverosimile, e invece...
Appena lui la vide, corse verso di lei abbracciandola e poi le stampò un lungo bacio.
:"Mi sei mancata"
Disse lui dopo un po' staccandosi dal bacio e accarezzandole il viso.
:"Mi sei mancato anche tu"
Rispose sorridendo.
Poi Vincenzo la prese per mano e insieme portarono in macchine tutte le valigie, per poi partire.

Appena arrivarono a casa di Vincenzo e ebbero sistemato tutto, si misero sul divano a parlare del più e del meno. Prima di arrivare a casa sua, erano passati da Luna a prendere trucchi e il vestito, dato che la sera stessa sarebbero andati in un locale insieme agli altri, per festeggiare il capodanno.
:"Sai cos'è la cosa che mi è dispiaciuta di più?"
Disse Luna guardando dritto Vincenzo che fece una faccia confusa.
:"Cosa?"
:"Che tu e mio padre non vi siete conosciuti, insomma, sarebbe stato carino"
Lui allora sorrise e posò una mano sulla sua, sorridendo.
:"Tranquilla sarà per una prossima volta. Almeno ho evitato possibili minacce da tuo padre sul fatto di usare sempre il preservativo e..."
:"Vincenzo!"
Esclamò lei incredula, dondole un leggero schiaffo sul petto. In fondo però, era felice che l'avesse presa sul ridere.
Ad un tratto guardò l'orologio, realizzando che fosse tardi.
:"Amore, io vado a lavarmi"
Disse Luna che si era alzata e aveva raggiunto la porta d'ingresso.
:"Posso fare la doccia con te?"
Chiese Vincenzo con un sorrisetto malizioso.
Luna si portò una mano alla fronte.
:"No no"
:"Eh va bene, fai come vuoi"
Rispose lui mettendo un finto broncio e accendendo la tv.
Luna sorrise e scosse la testa, poi andò in bagno.

—-
Quando, dopo due ore, furono pronti entrambi, andarono in macchina e partirono per andare al ristorante. Luna era tesa: era la prima volta che avrebbero festeggiato una festa così importante insieme.
:"Va tutto bene?"
Chiese Vincenzo che anche se stesse guidando, aveva capito che qualcosa non andava.
:"Si, si, tutto apposto"
Rispose Luna risvegliandosi dallo stato di trance in cui era caduta. Istintivamente si girò verso di lui e restò a guardarlo per un bel po': la mascella contratta, gli addominali che si intravedevano dalla camicia, gli occhi sbarrati. Doveva proprio ammetterlo, aveva un ragazzo davvero bello.
Lui notandola rise e portò la mano sulla sua coscia, mentre l'altra era tenuta ferma sullo sterzo. Appena Luna sentì la mano di Vincenzo, si tranquillizzò istintivamente, zittendo tutti i pensieri.

Il resto del viaggio, durato tre quarti d'ora, proseguì bene e appena arrivarono e scesero dalla macchina, si presero alcuni istanti per ammirare il posto: il locale era grandissimo, alto, quasi a forma di una torre, e aveva un gran giardino con una piscina.
:"Siete arrivati finalmente!"
Disse Alice correndo verso i due e salutandoli.
:"Venite vi accompagno al tavolo"
Allora andarono e, dopo aver salutato anche gli altri, si sederono.

La serata passò così, tra portate che non finivano mai, alcol, risate, baci, scherzi e la consapevolezza di finire l'anno con le persone che li avevano sempre supportati, nel bene o nel male.
Dopo aver finito di mangiare, il locale aveva organizzato una piccola discoteca, con la maggior parte musica anni novanta e balli di gruppi.
Poi, passata qualche ora, arrivò il momento.
Tutti si raggrupparono nel gran cortile del locale, dove c'erano già alcuni camerieri pronti a sparare i fuochi d'artificio.
:"10"
Avevano iniziato a urlare tutti, e Vincenzo prese le mani di Luna.
:"9"
:"Luna voglio che tu sappia una cosa"
Iniziò a dire velocemente, quasi come se il mondo stesse per finire entro quei dieci secondi, guardandola negli occhi.
:"8"
:"Abbiamo passato tanto quest'anno"
:"7"
:"Ci siamo conosciuti, abbiamo litigato tante volte"
:"6"
:"Ma sappi che resterai sempre"
:"5"
Mancavano solo 5 secondi, altri camerieri avevano portato delle bottiglie di spumante che stavano distribuendo fra i clienti.
:"La cosa migliore che mi sia mai capitata"
:"4"
:"Spero di poter passare il resto della mia vita con te"
:"3"
:"Ti amo, Luna Bianchi"
:"2"
A quel punto Luna, con le lacrime agli occhi, rispose.
:"Ti amo anche io, Vincenzo"
:"1!"
E mentre fuori scoppiava il boato tra fuochi d'artificio, urla di auguri e rumore di spumante appena aperto, Luna e Vincenzo si stavano baciando, col vento del primo gennaio a scompigliargli i capelli e il freddo che neanche sentivano.
Era come se in quel giardino ci fossero solo loro due, a passare uno dei momenti più belli della loro vita.

Spazio autrice
Buon 2020❤️ un po' in ritardo ma ok ahaha.
Comunque questo penso sia l'ultimo capitolo "calmo". Vedrete,vedrete ahaha.

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