Capitolo 12

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Non riesco a capire cosa ho detto di così grave. Questo ragazzo non ha un carattere difficile, no, è proprio impossibile. Prima cosa, di punto in bianco ha deciso di regalarmi un divano.
E già qui il pensiero che non fosse proprio sano di mente mi era balenato in testa, ma la spiegazione che mi ha dato.. sembrava davvero che non fosse abituato a ragionare diversamente e questo mi ha dato parecchio a cui pensare. Sembra quasi che nessuno gli abbia insegnato che a volte ci si prende cura di qualcuno senza pretendere un tornaconto.

Stavo ancora pensando a come gestirlo, quando aveva dato praticamente di matto solo perché gli ho rivelato di essere andata a pranzo con suo padre. Ero già sulle mie, cercando di non dirgli che ho imparato il russo perchè stavo con Mir, perché non sono affari suoi, ma non pensavo di peggiorare le cose.
Eppure questa informazione sembra averlo fatto arrabbiare e sono rimasta così stupita che l'ho seguito in silenzio, senza domandare niente perché non volevo una scenata in mezzo alla gente.

In auto però, non sono riuscita a trattenermi, nonostante lui sembrasse sul punto di scoppiare. A quanto pare ho commesso un errore ad accettare l'invito di suo padre, se devo basarmi sulla reazione di Isaac.
Non ha più parlato per il resto del viaggio e quando siamo arrivati al parcheggio, c'è mancato poco che mi chiudesse dentro l'auto, per la fretta di allontanarsi da me.
Si è chiuso nel suo ufficio per una mezz'ora, uscendo solo per andare in cerca di suo padre, poi ha chiuso la porta dell'ufficio di Morris Senior e non ne è uscito prima di un'ora.

Ha lasciato una cartellina sulla mia scrivania, senza nemmeno guardarmi, con una serie di post-it di modifiche da apportare ai documenti all'interno.
Ho provato a chiamarlo, ma non si è nemmeno girato. Beh, non so per quale motivo sta facendo il gioco del silenzio, ma decido che non mi interessa.

Sono stata talmente nervosa per il resto del pomeriggio, che ho ignorato anche i messaggi che mi hanno inviato Niki e Vladimir. Ho paura che se Isaac mi beccasse al telefono in orario di ufficio, oggi si incazzerebbe più del solito, quindi ho finto di non sentire la vibrazione delle notifiche, fino alle cinque.

Mi sono alzata per andare a fare una fotocopia e al ritorno ho sentito Isaac parlare con qualcuno. La porta del suo ufficio è aperta ma non ho idea di chi sia il suo interlocutore.
Scoppia a ridere e mi dico che forse, finalmente, l'arrabbiatura gli è passata. Spengo il pc e inizio ad infilare la giacca, quando afferro parte della conversazione.

Riconosco anche la voce di chi è con Isaac, è Connor. Un brivido mi percorre la spina dorsale, ma mi fermo ad ascoltare. Devo proprio imparare a farmi gli affari miei.
"Sì, Beth la vedo domani. Non fare quella faccia, da quant'è che non ti fai una scopata?"
Mi vergogno per Beth. Non capisco davvero cosa accidenti ci trovi in questo ragazzo.

"Non così tanto, evidentemente" risponde il mio capo. "Ma ci dovevamo vedere per cena o sbaglio?"
"Non sbagli, ma ero curioso di vedere la tua nuova cavia. Sì, dai, la segretaria!" E poi scoppia a ridere.

"Ah. Non  l'hai vista?"
"No, la scrivania era vuota."
"Magari è già andata via, sono le cinque passate."
Ecco, magari è la parola chiave.
"Ma no, c'è ancora la borsetta. Dai, presentamela! Voglio vedere se è davvero come hai detto" e con questa premessa, sento dei passi venire verso di me.
E' tardi per agguantare la borsa e scappare fuori, quindi mi preparo mentalmente a questo momento imbarazzante.

"Oh, ciao Olivia. Anche tu lavori qui?" chiede, ingenuo.
Lancio uno sguardo ad Isaac, che ci ha raggiunti.
"Connor" inizia, ma sono stanca. Stanca di sopportare il mio capo, stanca di sentire battute squallide su di me da gente che non mi conosce abbastanza da potersi permettere di farle, stanca di star dietro a tutti gli sbalzi d'umore del ragazzo accanto a me.

"Sì, Connor, lavoro qui. Da una settimana. Sono la balena che fa da segretaria ad Isaac" dico con un sorriso falso.
Posso godere dello sconcerto che si dipinge sul volto di Connor, mentre comprende ciò che gli ho detto e lo vedo arrossire, ma non me ne frega niente.
Finisco di prepararmi, mentre lui balbetta delle scuse a cui non presto nemmeno attenzione, poi mi viene in mente una cosa.

Love/Hate Isaac Morris (Amo Odiarti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora