Epilogo

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Un anno dopo

Non pensavo di aver bisogno di un cappotto. Soprattutto non a giugno inoltrato. Ma siamo a Mosca, e questa è l'estate più fredda degli ultimi ventisette anni.

Danika si sposa. E non con uno qualunque. Con uno che conosciamo. E ovviamente siamo invitati.

Abbiamo affidato, anche se io mi sento come se lo avessi abbandonato, il piccolo Brando ai miei genitori, fino a domani. Non volevo farlo, ma Isaac mi ha fatto ragionare. Non era il massimo sballottare un bambino di pochi mesi avanti e indietro dalla Russia per due giorni e con le temperature attuali, dato che la massima si attesta sui dieci gradi, anziché sui ventidue.

Rabbrividisco, mentre attendo la sposa, assieme ad Isaac e alcuni ragazzi.
Indosso un abito verde menta, lungo fino al ginocchio e sono senza calze, dato che mi sono fidata di Isaac che decantava la calda estate russa. Forse sono io che mi sento sfigata, visto che le altre ragazze che vedo, sono tranquille sui loro trampoli tacco dodici e gli abiti corti, rigorosamente senza calze. Questo non è un posto in cui vivrei, ad ogni modo.
Ho smesso di allattare presto, così posso almeno bere un po' di vodka per scaldarmi. Ne ho fatto un mezzo dramma quando è successo, ma adesso ho elaborato la cosa.
Brando cresce benissimo, è lungo più dei suoi coetanei e ha preso tutto dal papà, fisicamente parlando. Come carattere non ne sono certa, ma sembra che sia testardo come me quindi tengo le dita incrociate. Mamma mi ripete sempre che se mi somiglia da quel lato, avremo il nostro bel da fare per tenergli testa. Isaac ha riso, guardandolo amorevole e io guardando loro due assieme.

Sobbalzo, sentendo una mano scendere sul sedere e sospiro quando vedo che appartiene a lui.
Viviamo insieme da poco prima che nascesse Brando. Isaac con la scusa di essere presente in caso di bisogno si è praticamente auto invitato a casa mia e non se n'è più andato.

Siamo sempre in debito di sonno, dato che il bambino sembra ricaricare le pile con micro sonnellini di un'ora invece di dormire almeno tre ore filate, ma mi sembra sempre più bello.

"E se il prossimo matrimonio a cui andremo, fosse il nostro?" domanda, mellifluo.

"Perché, non stiamo bene così?" domando glissando per l'ennesima volta.
Non voglio fare questa conversazione, di nuovo, adesso.

Isaac vorrebbe che ci sposassimo, per diventare legalmente una famiglia ma io sono contenta così. Apprezzo tantissimo che lui per primo voglia legarsi a me, è una cosa di cui ha iniziato a parlare un paio di mesi fa e so che tutto questo è collegato alla sua crescita personale.

Ma la verità é che mi basta ciò che ho. Non speravo di trovare un uomo che mi amasse quanto io lo amo. Non pensavo che sarei potuta diventare così intima con un altro, dopo Mir, senza capire che in realtà è tutto molto più intenso, con Isaac.
Non pensavo avrei avuto un figlio a breve, quando l'ho conosciuto. Decisamente pensavo ad altro, quando ho fatto la sua conoscenza, penso con un risolino.

"A cosa stai pensando?"
"A quanto eri simpatico quando ci siamo conosciuti" ammetto.

"Ma poi mi sono fatto perdonare" ribatte, sereno.

Ecco. Io e lui, sereni. Ecco cos'è per me la felicità.

Ho una foto nostra, scattata in giardino con Brando che tenta di mangiare l'erba, Isaac che si allunga per fermarlo ed io che scoppio a ridere. L'ho messa in salotto, stampata grande e in bianco e nero. Fissata per sempre, come nel mio cuore. La nostra famiglia. 

Un rumore assordate mi spaventa e fa voltare tutti verso l'esterno, dove scorgo Ivan e altri ragazzi che stanno facendo scoppiare fuochi d'artificio e dio solo sa cos'altro, per produrre quello stridio metallico che ci ha fatto sobbalzare.

E' ora, dobbiamo uscire, Danika la potremo vedere solamente alla cerimonia, così ci incamminiamo verso il tempio ortodosso, camminata che mi permette di riattivare la circolazione alle gambe. "Hai ancora freddo?" mi domanda mentre mi stringo al suo braccio.
"Mai passato, Isaac, mai passato."
Scoppia a ridere, passando i polpastrelli sul palmo della mia mano, carezzandomi dolcemente. "Ti scaldo io, dopo" dice lasciandomi un bacio sulla tempia. "Ti amo" rispondo con un sorriso e mi stringe di più.
Appena arrivati, lo saluto prima che venga trascinato via dagli altri e mi dirigo al banco che ci è stato assegnato in chiesa.

Poco dopo, lui e gli altri prendono posto accanto allo sposo e insieme aspettiamo Danika, che arriva con un quarto d'ora di ritardo, somigliando ad un'etera principessa. Il vestito è opulento, pieno di brillanti che immagino valgano quanto il reddito di una modesta cittadina. Il padre non ha badato a spese e nonostante fino a qualche mese fa lei pensasse di essere innamorata di Isaac, sembra raggiante all'idea di sposare l'uomo che ha capito di amare solo lo scorso Natale.
A pensare alle pazzie che lui ha fatto per lei, a volte mi torna in mente il periodo travagliato con Isaac, a tutto ciò che ha fatto per noi. Mi riscuoto dai miei pensieri mentre la sposa percorre la navata.

Indossa una tiara di diamanti, a tener su il velo lungo tre metri , che crea un contrasto incredibile con i capelli neri come l'ebano, lunghi, finemente acconciati.

Lo strascico del vestito prosegue almeno un metro dopo la fine del velo, rendendola elegante come un'enorme calle rovesciata, accecante in bianco, brillante per tutti i gioielli che abbelliscono l'abito. E' esattamente così che  mi immaginavo le principesse delle favole, nel giorno del loro matrimonio.

Si apre in un sorriso appena mi vede, per poi tornare composta, accanto al padre che la sta accompagnando lungo la navata.

Se penso allo sposo, spirito pressoché libero che si è preso una scuffia colossale per la russa, mi viene da ridere. Passato da maschio alfa a zerbino per amore di Danika, la accontenta in tutto, si lascia guidare da lei come se fosse l'oracolo di certe civiltà scomparse e pende letteralmente dalle sue labbra.

Sono contenta che lei abbia trovato l'amore, quello vero intendo. All'inizio non ci avremmo scommesso su questa unione, ma a volte la vita ci sorprende in positivo.

Provo a concentrarmi sulla cerimonia, ma non capisco praticamente nulla, ormai il mio russo è arrugginito e con Danika per lo più parlo inglese, ma cerco di godermi il momento.

Quando guardo verso Isaac, al momento delle promesse, lui mi fa segno che lo sposo sta piangendo. Spalanco gli occhi, non me lo aspettavo. Spero che il fotografo abbia immortalato questo momento e sorrido guardando il mio uomo in un completo nero con camicia bianca e cravatta in tinta. E' davvero bello, oggi. Si veste spesso in modo simile per andare al lavoro, ma oggi è più bello, ecco. 

Finita la cerimonia, mi appresto a fare le congratulazioni agli sposi, come il resto degli invitati. Li rivedremo al ricevimento, ma sento la mancanza di Isaac ed è un modo per andarlo a riprendere.

Quando saluto Danika, lei mi sorride serena, e quando le dico che sono felice per lei, mi guarda un momento prima di mormorare un Grazie, in italiano, con parecchia emozione.
Ci siamo conosciute meglio in questo periodo, non so se saremo mai amiche, ma mi piace pensare di essere aperta a questa possibilità.

Prendo per mano Isaac, avvicinandomi allo sposo, che mi sorride con gli occhi lucidi. "Olivia! Senti, te lo dico adesso perché poi sarò troppo ubriaco. Scusa. Avevi ragione su tutto, non avevo capito di cosa parlassi quando mi parlavi d'amore, ma adesso lo so. Era completamente diverso tra noi, ma non lo sapevo, allora. Ma con lei ho capito. Scusami. Pensare di averla al mio fianco sempre, mia, é..." gli manca la voce, per l'emozione.

Gli poso la mano sul polso. "Lo so, Marco, lo so bene" dico con un sorriso.

FINE

Ok gente, chi aveva azzeccato lo sposo alle prime righe?
Stavo rileggendo il capitolo per accorgermi che mi aveva cancellato le ultime dieci righe.. che panico.

Love/Hate Isaac Morris (Amo Odiarti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora