Capitolo 44

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Ho deciso che non voglio entrare nel merito di qualsiasi cosa stiano architettando per vendicarsi di Alan. Credo di aver già dato, diciamo. Non ho intenzione di prendere parte attiva in questa storia, escludendo gli aspetti che mi toccano direttamente. So che il livore di Isaac e sua madre ha radici profonde, sono cose di famiglia, ma io li conosco da un mese e già la famiglia Morris mi ha fatto vivere Paradiso e Inferno. Ne ho abbastanza. Ho bisogno di tempo, per capire cosa voglio davvero, perché è chiaro che Isaac ha un carattere debole, o almeno è la percezione che ho avuto.
Certo, in gran parte la colpa è di Alan, che ha plasmato il figlio facendogli credere di essere l'unico di cui si poteva fidare, perché aveva il controllo di tutto e il potere di piegare la gente al suo volere. Ma credo anche che la passiva presenza della madre, che alla fine ha mollato tutto compreso il figlio adolescente, non lo abbia aiutato ad avere un'idea chiara delle donne e di cosa siano le relazioni.
Mi dispiace, perché vorrei davvero una presenza forte nella mia vita, ma a quanto parte, quella devo essere io.

Ad ogni modo, ho trascorso ore a rivivere il nostro incontro all'aeroporto, a risentire le sue parole, nella mia testa e nel mio cuore, in un misto di tenerezza e dolore che non so come gestire.
Vorrei tanto fargliela pagare per il male che mi ha fatto, perché un tradimento del genere non è certo sintomo di maturità, ma so che sto parlando di uno che è stato cresciuto da un uomo secondo cui tutto va fatto in funzione dell'opportunismo, del potere ed è un genio della manipolazione.

Ho deciso di provare a fingere che non ci siamo mai frequentati. O meglio.. cercare di arginare in un cantuccio della mia mente il fatto che mi abbia fatto innamorare in poche settimane e che poi mi abbia causato questo strappo nel cuore, che sta ancora sanguinando.

In ufficio non ci vediamo quasi, lavoriamo in piani diversi, però dopo che ci siamo visti in aeroporto, ha preso l'abitudine di passare in sala ristoro appena arriva in azienda, immagino abbia scoperto che spesso a quell'ora io sono lì a prendere il caffè con le colleghe. Loro ovviamente sono felici di vedere il rampollo di Alan e non perdono occasione di mettersi in mostra, cercando di attaccare bottone, mentre io resto spesso in silenzio. I nostri sguardi s'incatenano più spesso di quanto dovrebbero e i sorrisi che mi rivolge, mi alleggeriscono il peso di quel macigno che ancora mi schiaccia il cuore.

Ieri mi ha allungato una busta sigillata, di quelle da ufficio. "La busta paga dell'agenzia interinale" ha detto.
Peccato che non sia stata assunta tramite quella. Ho ringraziato un po' imbarazzata, poi mi sono andata a sedere in ufficio strappando la carta. Davanti a me, un prospetto paghe completamente in bianco, ma dietro, una lettera scritta di suo pugno.

Cara Olivia, non ho mai pensato che avrei preso in mano la penna per scrivere una lettera ad una ragazza.
Un'altra prima volta.

Ho pensato molto a te, in realtà ci penso tutto il giorno e anche qualche notte, ma fingi che non te l'abbia scritto.. Hai ragione. Su tutta la linea.
Penso che passerò la vita a scusarmi per il mio comportamento indegno, per il dolore che conoscere me e la mia famiglia ti ha causato.
Da parte mia, ti chiedo solo di pazientare, perché ti giuro che sto facendo il possibile perché alla fine di tutta la storia noi due possiamo vivere la nostra storia senza l'ingerenza di nessuno.
Al momento so che non è possibile, ci sono ostacoli che dobbiamo eliminare, primo fra tutti mio padre.
Poi, ovviamente, c'è la mia condotta.
Deprecabile, ne sono consapevole. Così come so che tu sei la cosa migliore che potesse mai accadermi.
Ti amo immensamente, lo comprendo ogni giorno di più e starti lontano per non destare sospetti mi risulta davvero difficile.
Non hai idea di quante volte io sia arrivato fino a pochi metri da casa tua, in auto, di notte, pensando di farti almeno un saluto, bearmi del tuo viso ancora una volta, in privato. Mi sono costretto a non fermarmi.
Vederti anche solo pochi minuti in ufficio, è un tormento e una delizia. Ho notato che anche tu non stai bene, nonostante i sorrisi che dispensi a tutti, so che non sei felice.
Vorrei tanto renderti felice, ma felice davvero. Vorrei essere l'uomo che meriti, quello che ti fa toccare il cielo con un dito e che ti fa arrabbiare per le cose sciocche, invece che per questa orribile situazione.
Dai prossimi giorni, Marco ti scriverà per conto mio, perché non posso nemmeno chiederti come stai, senza che qualcuno mi osservi e si accorga di quanto adoro guardarti, di quanto mi interessi sapere la risposta e sentire la tua voce. Di quanto mi manca.
E' imbarazzante ma a volte vorrei sentire così tanto le tue mani addosso che ti immagino venire in ufficio, chiudere la porta e mandare al diavolo tutto.
Non possiamo farlo, non ancora, ma sento che mi manchi al punto da mozzarmi il fiato.
Ti amo, Isaac.

Love/Hate Isaac Morris (Amo Odiarti)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora