Dobbiamo preparare un progetto per la riunione di giovedì, ho bisogno che ti fermi di più, oggi.
Agrotto le sopracciglia, cercando di realizzare cosa mi abbia scritto. Sono solo le dieci di sera, possibile che pensasse che fossi già a letto?
Oggi? digito.Oh, sei ancora sveglia. Meglio. Intendevo domani.
Non sono una bambina di otto anni, non vado a letto alle nove.
Oh e cosa fai allora? Il bucato?
No. Vado a cercare un posto dove sbronzarmi. Per un momento ci penso davvero. Non ho alcolici in casa, ma sento il bisogno di spegnere il cervello, per un pò.
Buona fortuna, di martedì.Cazzo. E' vero, in città è praticamente tutto chiuso, nonostante i tanti universitari che affollano il centro.
Uccidi le mie speranze gli scrivo.
Via Newton 12.Mai sentito. E' aperto? chiedo.
Ovvio.
Grazie per il consiglio. Immagino che il nome e l'indirizzo siano gli stessi, vero? chiedo a scanso di equivoci.
Indovina risponde.Divertente. Imposto l'indirizzo nel navigatore e mi dirigo dall'altra parte della città. Entro in un quartiere residenziale, iniziando a guardarmi attorno per vedere se trovo le indicazioni per il pub, ma non ne trovo.
Quando arrivo all'indirizzo indicato, mi trovo davanti un condominio e decido che mi ha preso in giro. Il giusto finale per questa serata del cavolo, mi dico.
Parcheggio comunque, curiosa di capire dove mi ha fatto finire e mi avvicino al portone.Un nome attira la mia attenzione: MORRIS I.
Casa sua?
Mi hai mandato a casa tua? scrivo.
Sei arrivata? risponde quasi subito.
Forse.
Non risponde ma sblocca il portone. Non so se salire oppure no. Tentenno per circa un minuto, perché sono stupita che mi abbia invitato a casa sua. Forse non dovrei farlo. Dovrei chiamarlo, ringraziare e andare a casa.
Mentre sto formulando questo pensiero però, il portone si spalanca e una mano mi agguanta il braccio.
Sto per urlare, ma la voce di Isaac me lo risparmia: "Ti ho già mandato un invito scritto, che altro aspetti?" brontola."Ero indecisa se salire oppure no" ammetto.
Si ferma a metà scala, guardandomi. "Non vuoi?" chiede e mi sembra non so, deluso. Così strano per come ho imparato a conoscerlo in questi giorni che mi spiazza completamente e non riesco a rifiutare.
"Arrivo" dico iniziando a salire le scale dietro di lui.Chiude la porta dietro di me, poi appoggia una mano sulla mia schiena, sospingendomi dentro l'appartamento e sobbalzo per il contatto inaspettato. L'interno è spartano, pochi mobili ma pregiati, tante superfici in vetro. Casa da single con la donna delle pulizie, direi.
"Lì trovi quello che vuoi, a meno che tu non voglia birra, in quel caso, è in frigo" dice indicandomi un mobiletto e poi la cucina.Resto ferma, indecisa su cosa fare, finché lui non si prende una birra dal frigo. "Hai deciso da cosa vuoi cominciare?"
"Birra" dico.
Ne prende una anche per me, la stappa e me la porge. "O vuoi un bicchiere?" chiede squadrandomi. Prendo la bottiglia, prendendone un sorso. "Non sono così schizzinosa" ribatto guadagnandomi uno sguardo divertito da parte sua.
Ci sediamo sul divano, senza dire nulla, mentre alla tv danno un film con robot assassini e non so come iniziare un discorso. Non so nemmeno come mai abbia deciso di invitarmi a casa sua a dire il vero."E così, la tua serata è andata così male da doverti sbronzare?" chiede, curioso.
"Insomma" mi ritrovo a dire.
"Uomo o donna?"
"In che senso?""Era con un uomo o con una donna?" spiega.
"Oh. Uomo."
Mi guarda senza un'espressione particolare, non sembra molto interessato alla cosa e gliene sono grata.
"Non ci ha provato? E' questo il problema? Per essere qui così presto, immagino che fosse un imbranato" commenta con un mezzo sorriso.
"Oh, no, ci ha provato eccome. Ma.." non so come continuare.
"Ma cosa?" incalza, poi mi si avvicina, prendendomi il polso della mano destra, che tiene la birra.
"Questo è il segno di un anello?" chiede indicando la striscia di pelle sull'anulare, dove il segno che prima portassi un anello è ancora ben visibile.
"Se lo dici tu. probabilmente è il segno dell'elastico per i capelli."
"Non dire cazzate. Eri fidanzata?"
Beh, non ha senso negare, tanto suo padre lo sa già, ma sembra che la cosa gli interessi parecchio e non capisco il perché.
"Sì, hai ragione, ero fidanzata. Non vedo perché la cosa ti sconvolga tanto" dico, piccata.
Mi lascia andare la mano di scatto, come se si fosse scottato, ma non dice niente, come se stesse pensando alle sue cose.
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Love/Hate Isaac Morris (Amo Odiarti)
Genç Kız EdebiyatıOlivia trova il lavoro dei suoi sogni, dopo tanto cercare, ma il primo giorno scopre che invece dovrà fare da babysitter al figlio del capo. Bello, alto, sempre sorridente e.. stronzo. Non sembra esserci margine per andare d'accordo, almeno per Oliv...