Sono talmente su di giri che nemmeno l'idea che stasera Olivia esca a cena con il suo ex oltre ai suoi amici mi turba. Neanche l'imbecille che mi ha fregato il parcheggio con un catorcio che dovrebbe essere rottamato anziché girare per strada mi fa arrabbiare.
Avevo promesso di vedere Marco, un amico dai tempi delle superiori, così ho rifiutato il gentile invito di Olivia. Magari la raggiungo dopo, oppure verrà lei da me.Sorrido ripensando alla piega che ha preso la giornata. Da pessima a spettacolare. Sono anche piacevolmente stupito dalla foto che mi ha mandato lei poco fa, prima di uscire. Le ho chiesto di non stare troppo scoperta, perché mi dà comunque fastidio che quel biondino posi anche solo gli occhi sul suo corpo, e stranamente mi ha ascoltato.
Non mi faccio illusioni, so che si è vestita come voleva lei, ma mi piace pensare che un po' anche ciò che le ho detto abbia influito sulla scelta dell'abbigliamento.Sorrido ripensando al messaggio sotto alla foto: Ho dovuto mettere i tacchi bassi, mi tremano ancora le gambe. E mi fanno male gli addominali.
Alla fine abbiamo festeggiato, a modo mio. Ma lei non si è lamentata, anzi. Abbiamo finito con il pranzare assieme, verso le tre di oggi pomeriggio e poi ci siamo appisolati un paio d'ore, stanchi e appagati.
Mi sento stranamente forte anziché debole, all'idea di essere innamorato. Lei mi ha detto che mi ama, io spero di averle dimostrato che per me è lo stesso, perché nessuna mi suscita le reazioni violente e intense come lei. Pensavo che lasciare la mia felicità in mano ad un'altra persona significasse perdere, ma sembra che lei ed io siamo più forti, ora che abbiamo confessato quanto siamo presi uno dall'altra."Morris."
Mi volto per salutare Marco, che è appena arrivato e mi sta salutando. "Ehi inglese" lo apostrofo. Gestisce un'azienda di import-export specializzata in oggetti di valore ed è riuscito a ricavarsi una nicchia ben remunerativa in Europa, tanto che ha una sede in Inghilterra, vicino Brighton per una questione logistica e un ufficio a Londra, oltre che qui, dove la società ha la sede.
Ci ha creduto fin da subito in questo progetto ed era talmente convinto che anche io ho investito dei soldi nella sua azienda, per aiutarlo a partire.
La mia jeep è stato il regalo che mi sono fatto dopo aver ricevuto i dividendi per il primo anno, subito in attivo."Ma va' a quel paese, che sono più emiliano di te!" sbotta prendendomi in giro come al solito per il mio nome. Pacche sulle spalle e sarcasmo, questo è Marco. Oltre che sveglio, intuitivo e generoso, ovviamente. A scuola lo invidiavo, quel suo modo di essere sempre disponibile e ricevere altrettanto in cambio, quando io faticavo a non finire in mezzo a risse almeno una volta a settimana e scaricare il mio malumore perenne addosso a qualcuno.
Marco mi ha aiutato a cedere, a smussare gli angoli della mia rabbia, che era come un vestito che indossavo ogni giorno.
Mi ha praticamente obbligato a seguirlo in palestra un giorno di un paio di anni fa e mi ha fatto iniziare a boxare. Diceva che dovevo imparare ad avere il controllo della mia vita altrimenti non avrei combinato niente di buono.E nonostante io abbia passato anni a subire mio padre, a patire le sue manipolazioni senza credere di valere tanto da ribellarmi, da quel momento ho iniziato a vivere meglio. Se non fosse stato per lui, con l'idea giusta al momento giusto, forse sarei un viziato figlio di papà dipendente da droga e alcool.
"Sai, temevo che mi dessi buca" dice allora "pensavo che il sabato sera fossi impegnato con qualche bionda tutta curve."
"O qualche cliente, intendi?" dico arricciando il naso.
Lui scuote la testa, so che lo sa cosa penso di me. Sa ciò che ho fatto in passato perché ci è arrivato da solo, non perché glielo abbia detto io, l'ho fatto solo con Olivia, ma non mi ha giudicato debole per questo e gliene sono grato."Dove mi porti a cena stasera, caro?" dice sbattendo le ciglia e prendendomi in giro. Accenno al locale davanti a noi e lui fa una smorfia. "Nuova gestione" dico a mò di spiegazione.
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Love/Hate Isaac Morris (Amo Odiarti)
ChickLitOlivia trova il lavoro dei suoi sogni, dopo tanto cercare, ma il primo giorno scopre che invece dovrà fare da babysitter al figlio del capo. Bello, alto, sempre sorridente e.. stronzo. Non sembra esserci margine per andare d'accordo, almeno per Oliv...