Non voglio perderti mai

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«Io vado, ci vediamo dopo», mi da un dolce bacio prima di andarsene.
Faccio una doccia, «Ti avevo detto che papà ti avrebbe amato..», mi asciugo, indosso un paio di jeans, una maglia bianca, sistemo il capello e vado in soggiorno, accendo la tv mentre preparo il solito frullato.
Il telegiornale parla di un incidente stradale, quella era la strada che Marcus doveva prendere per giungere a destinazione, prendo l'auto di mio fratello e mi dirigo sul luogo dell'accaduto, guardo tutte le barelle, il mio cuore sembra staccarsi, come se stesse per cadermi dal petto.
Mi precipito da lui, «Marcus... Marcus...», gli poggio la testa sulle mie ginocchia; «Elle..», ha del sangue sulle labbra, «Marcus ascoltami bene: non puoi lasciarmi ok? Abbiamo ancora tante cose da fare.. dobbiamo comprare casa, crescere nostro figlio, sposarci Marcus dobbiamo ancora litigare... non lasciarmi ti prego..», stringe forte la mia mano «I-io t-i-am-o» dice tossendo, delle gocce di sangue percorrono le sue labbra..
Poggio la mia fronte sulla sua mentre continuo a singhiozzare; «Lotta per me... ho bisogno di te.. non mollare la mia mano okay?», la stringe più forte, «T-ti ricordi quando ti t-rattavo m-a-le?»-«Non è importante adesso»-«I-io ti ho s-empr-e ama-ta», le lacrime iniziano a riempire il mio viso.
Il padre di mio figlio è su di una barella agonizzante e io non posso fare niente per cambiare le cose.
«Signorina si calmi»-«No che non mi calmo fate presto!», Marcus getta la testa di lato, sul mio seno: chiude gli occhi e lascia la mia mano, «Marcus, Hey Marcus apri gli occhi... Marcus!», i paramedici lo carino sull'ambulanza, li seguo con l'auto, mentre spiego tutto a mio fratello.
Salto giù dall'auto, mi metto in sala d'attesa, ho la maglia sporca di sangue, sono distrutta.
Amanda mi viene in contro e mi abbraccia forte, sono tutti qui.
I nostri amici, mio fratello, i suoi genitori e persino i miei di genitori.
Il medico viene verso di noi «Dobrev?», Amanda si alza, la seguo «Ha Un emorragia celebrare, lo operiamo subito l'intervento sarà molto delicato non sappiamo quando, come e se si sveglierà», singhiozzo più di prima «Beh non stia qui a non fare niente e vada dal mio ragazzo!» urlo, Rafael mi prende sale spalle e mi abbraccia forte.
                
                 Tre ore dopo...
Il neurochirurgo esce dalla sala operatoria, mi precipito da lui «Come sta?»-«Abbiamo completamente rimosso l'emorragia ma non sappiamo quali danni essa abbia potuto procurare al paziente, ci sono i pro e i contro. Potrebbe aver causato la perdita parziale o totale della memoria; problemi al linguaggio o alla vista e difficoltà motorie. Inoltre è in coma e non sappiamo quando e se si sveglierà», mi prendo la testa tra le mani;  ricomincio a piangere.
Finirò per morire oggi.
«Tesoro, vedi di calmarti perché fai del male al bambino»-«Mamma, se Marcus non c'è la fa, sarà finita anche per me», mi abbraccia forte.
Tre giorni dopo...

Vado a prendere un caffè e mi dirigo al reparto di terapia intensiva.
L'amore della mia vita è intubato, respira solo grazie ad un macchinario.
Mi siedo sulla sedia e gli prendo la mano; non so se lo percepisce o no, inizio a parlargli «Hey.. sono io, se puoi sentirmi.
Voglio farti ricordare tutto. Era ottobre, eravamo in prima elementare... quando ci siamo visti la prima volta.. avevi una faccia da schiaffi che ho continuato a prendere in giro fino alle medie... e poi quando abbiamo smesso di parlare, vederci ho capito che ti amavo.. ed è vero, mi hai fatta soffrire ma guarda adesso: stiamo insieme, io sono tua e tu sei mio... dentro di me c'è il tuo bambino e spero vivamente che abbia la tua stessa faccia da schiaffi.. Marcus io ti amo e non ti lascerò da solo, resterò qui fino a quando non riaprirai i tuoi bellissimi occhi neri...», poggio la testa sul suo petto.
La macchina non conta più i suoi battiti, corro a chiamare il medico «Signorina esca da qui subito!», mi cacciano dalla stanza.
Piango a dirotto, sento sempre più debolezza dentro di me, gli occhi si appesantiscono, tutto gira e poi tutto diventa nero.
Mi risveglio in una stanza con le pareti bianchi, con un ago nel braccio, mi guardo intorno e vedo mio padre sulla poltrona, ma che...
«Tesoro ti sei svegliata»-«Mamma.. che è successo? Perché sono svenuta?»-«Per lo stress. Non hai chiuso occhio per tre giorni, non hai fatto altro che piangere e quando si piange tanto si perdono i sensi o almeno è quello che dicono i dottori», annuisco sospirando, mi scoppia la testa, «Mamma il bambino?!» chiedo preoccupata, «Sta bene. Ti hanno fatto Un ecografia quando tuo padre ha detto loro che eri in attesa..», mi acciglio «Papà?»-«Elle, mi dispiace per tutto. Io.. quando ho visto quel ragazzo appeso alla vita con un filo mi sono sentito come un insetto.. perdonami figlia mia», sento gli occhi lucidi e lo abbraccio forte «Papà mi sei mancato»-«Anche tu», sospiro.
«Sapete come sta? Si è svegliato?» chiedo con speranza «No», le loro facce diventano cupe, quasi da funerale, «Lui..è morto?» chiedo deglutendo «oh no tesoro, è solo che i medici hanno detto che se entro una settimana non da segni di vita staccheranno la spina», salto giù dal letto, vado a sedermi al solito posto, gli stringo una mano, l'altra gliela poggio sul petto «Marcus ascoltami: devi svegliarti! Non posso immaginare un  mondo senza di te.. andiamo Marcus non puoi comportarti da stronzo anche durante il coma», passo una mano sui suoi ricci e guardo il suo viso pallido..
Mi siedo sul letto e gli poggio il palmo della mano sul mio pancino.
Sono incinta di tre mesi, non posso pensare ad un futuro senza lui.
«Ti amiamo Marcus», gli poggio un bacio sulla fronte.

Una settimana dopo...

Durante questa terribile settimana sono tornata a casa solo una volta per fare una doccia.
Indosso una sua maglietta e torno in ospedale, dove lo scenario non è dei migliori.
Amanda e Tom si tengono stretti l'uno all'altro con le lacrime agli occhi «Che succede?»-«Stanno staccando tutto. Marcus non c'è l'ha fatta», sbarro gli occhi «No!», corro nella sua stanza, l'infermiera sta prendendo i vari pulsanti della macchina «Si fermi! Io.. non gli ho ancora detto addio!», si ferma Ed esce dalla stanza.
«È così te ne vai. Bene allora senti questa. Spero che smetterai di soffrire, mi mancherai ma so che ci sarai sempre per noi quindi buon viaggio e arrivederci», sto per alzarmi quando sento una stretta, mi volto verso il lettino, «Marcus, amore mio se mi senti stringi», e lui lo fa, stringe le mie dita intorno alle sue, sorrido e piango contemporaneamente, chiamo il dottore.
Estraggono il tubo, man mano apre gli occhi, «Come stai? Sai cosa ti è successo?»-«Un incidente con l'auto»-«Esattamente»-«Sai riconoscere questi volti?», il medico gli mette davanti il telefono con le foto «Sono.. mia madre e mio padre, quello è mio cognato, e lei e la mia ragazza e aspetta un bambino, mio figlio», sospiro mentre ascolto la voce, «Ci troviamo di fronte a un vero miracolo. Funziona tutto nella norma»-«L'erba cattiva non muore mai Dottore» dice, mi metto a ridere.
Quando siamo soli lo abbraccio forte, mi stendo vicino a lui «E per la cronaca se uno nasce stronzo lo è anche mentre muore non solo in coma.. e ricordo perfettamente quel primo giorno di scuola e shallow cantata da te lievemente», sento gli occhi lucidi e lo bacio appassionatamente, mi accarezza la pancia.
«Piccola torna a casa io sto bene»-«Lo farò, adesso che so che sei vivo posso tornare a casa», sorride dolcemente.
Gli lascio un lungo bacio.
Com'è bello vederlo respirare autonomamente.
Torno a casa, aggiorno mio fratello.
Faccio un'altra doccia, indosso sempre la sua maglietta e finalmente riesco a prendere sonno.

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