CHERYL DOBREV

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Accompagno Liam a scuola, passo in ufficio da Marcus, «Eccole qui le mie donne.. come state?»-«Potrebbe andare meglio.. credo che la piccolina voglia uscire..», mi accarezza il pancione.
Ho un'altra contrazione, chiudo gli occhi e stringo le spalle di mio marito, «Piccola..»-«Agh!» gemo dal dolore, non può nascere, mancano ancora due settimane piene al termine.
Andiamo in ospedale, mi fanno indossare il camice, «Elle ogni quando hai le contrazioni?» chiede il medico «dai 10 ai 15 minuti massimo.. dottore mancano ancora due settimane al termine della gravidanza..» singhiozzo, «Lo so Elle, cercheremo di trattenerla il più possibile.. è ancora piccolina..», annuisco sospirando, esce dalla stanza.
«Marcus, se le succede qualcosa non me lo perdonerò mai..»-«Andrà tutto bene, Elle guardami: noi torneremo a casa con la nostra bambina..», mi da un bacio sulla fronte.
Avverto mio padre di tenere Liam nei prossimi giorni..
Fa malissimo.
In camera con me c'è un'altra ragazza, «È il primo?» mi chiede «No. secondo.. e Tu?»-«Quinto» sbarro gli occhi, sembra giovane,«Lo so sembro giovane ma ho 40 anni.. sta tranquilla, vedrai che andrà tutto bene, ho vissuto la stessa situazione con la primogenita Melissa, era sotto peso .. l'hanno tenuta un mese in incubatrice e adesso è una bellissima ragazzina di 20 anni...», è quello che spero, voglio che mia figlia stia bene «Tu hai un maschio o una femmina?»-«Ho un maschietto di cinque anni.. l'ho avuto a 20 anni... adesso stiamo aspettando una bambina..», sorride dolcemente, stringo il lenzuolo, le lacrime mi bagnano il viso e le doglie sono più forti di prima.
Marcus suona il campanello e il medico arriva subito dopo, mi fa aprire le gambe «Stesso problema di cinque anni fa, non stai dilatando, ma in questo caso è un bene.. ti facciamo una flebo per calmare i dolori e riposerai un po'..», annuisco sospirando, sembra funzionare, mi addormento.

MARCUS:
Mi siedo sulla poltrona vicino al suo letto, la guardo e spero solo che tutto questo finisca presto, voglio che lei non soffra e che mia figlia stia bene.
Dorme da due ore.
La figlia ventenne della signora è in questa stanza da cinque minuti e ha sbuffato senza motivo tipo quaranta volte.
«È la classica cotta liceale non è vero?» chiede avvicinandosi al letto di Elle, alzo lo sguardo verso di lei, annuisco sospirando, «Cazzo state insieme dagli anni del liceo?»-«Si»-«Che puttanata», mi acciglio, «Che vuoi dire?»-«Voglio dire che non starete insieme per sempre, uno dei due sbaglierà, vi lascerete, i vostri figli soffriranno, voi vi odierete, vi creerete delle nuove e patetiche famiglie con altri patetici figli», ci penso un attimo, ciò che dice non è rivolto a me ed Elle in prima persona ma è ciò che lei ha vissuto.. potrei scommetterci.
«È ciò che è successo a te»-«Da cosa lo hai dedotto? Io odio quella donna incinta che un tempo mi ha messo al mondo, mi ha soltanto rovinato la vita», si nota dal suo stile che è una ragazza un po' tormentata.
È bassina , ha le lentiggini, gli occhi neri, cosa bizzarra ha i capelli di un blu elettrico e indossa un paio di jeans strappati, una felpa larga grigia con qualche buco qua e là, delle all star ormai rovinate, un berretto nero che le copre la fronte, qualche tatuaggio sulle mani... un po' mascolina.
«Lavori?»-«Faccio da babysitter due volte a settimana, mio padre mi aiuta con gli studi e mi mantiene»-«Capisco»-«I tuoi invece?»-«Mia madre è un maestra di asilo da qualche anno ormai, mio padre quello vero è un imprenditore che non mi ha mai calcolato in vita sua e ha reso la mia esistenza un inferno..»-«È sempre colpa di un genitore», annuisco confermando, nel mio caso è colpa di Robert, anche se con il tempo ho imparato ad andarci d'accordo per Elle.
Si sveglia, «Ciao..»-«Hey come stai?»-«Incinta» dice ridendo, lo faccio anch'io.
Gli bacio la mano in modo delicato, guarda la ragazza, Melissa mi pare si chiami, dico ad Elle di cosa abbiamo parlato, sembra dispiaciuta per lei..
Mette le cuffie alle orecchie e si accoccola sulla poltrona, ha un non so che di quasi familiare..
Vediamo entrare Robert nella stanza «Robby»-«Papà» diciamo contemporaneamente io e la ragazza, aspetta cosa!? «Marcus, Melissa» mette le mani in tasca e deglutisce, Elle sembra aver capito tutto.
«Piccola torno subito..», mi lascia la mano e la sento sospirare.
Esco in corridoio, tiro un pugno sul bancone della reception, «Marc», mi volto furioso verso di lui, «Spiegami come cazzo faccio a non odiarti! Spiegami, aiutami a capire..» urlo, «Perché per lei ci sei sempre stato e per me.. per me no»-«Ero diverso, ho conosciuto sua madre al centro alcolisti anonimi pochi mesi dopo aver lasciato te e Amanda.
È rimasta incinta e mi sono impegnato affinché riuscissi ad essere una persona migliore e c'è l'ho fatta..»-«Ho lavorato in un bar! Ho fatto il cameriere, il meccanico.. ho lasciato scuola per aiutare mamma! Non mi sono potuto laureare e tu mantieni gli studi a lei!! Cazzo!», mi prendo la testa tra le mani «Ti restituisco tutto figliolo, tutto ti stacco un assegno adesso»-«I soldi non compenseranno il male che la tua assenza e la tua presenza mi hanno fatto! Ti rendi conto che ho scoperto di avere una sorella di 20 anni a 26 anni! E che tu per lei ci sei sempre stato!», mi abbraccia forte «Perdonami, io sono tornato in questa città per te..», ricambio l'abbraccio forse per la prima volta in vita mia.
Confermo il tutto ad Elle quando torno da lei, mi stringe la mano, ha di nuovo le contrazioni, il medico torna «Elle, se non resisti facciamo un cesareo»-«Cercherò di resistere», cavolo ha una resistenza...io sarei già morto.

ELLE:
Non resisto più, ma non voglio mettere a rischio la vita di mia figlia, due settimane sono tante sotto questo punto di vista.
Mi accarezzo la pancia, di colpo sento un liquido caldo tra le gambe, sbarro gli occhi «No,no,no. Marcus...»-«Dimmi piccola che succede?»-«Mi si sono rotte le acque..», ho la voce tremante, mille preoccupazioni mi assalgono..
Chiama il medico, «Non va bene, Elle ascoltami: nel girare, il cordone ombelicale ha fatto due giri intorno al collo, dobbiamo tirarla fuori subito, occorre fare un parto cesareo..», scoppio a piangere, la mia bambina è in pericolo e non posso farci niente.
«Marcus, non lasciarmi ti prego..»-«Sono qui piccola», mi portano in sala parto, mi fanno un ignizione che fa un male cane alla schiena.
Marcus mi tiene la mano, davanti a me ho solo un enorme telo verde..
«Sto per incidere Elle non sentirai niente», annuisco sospirando, sento una strana vibrazione sul basso ventre, alzo lo sguardo verso Marcus, «Brava così..sta tranquilla amore mio»-«C'è l'abbiamo, è fuori», sollevo la testa, non la sento piangere, «Perché non piange? Dottore perché la bambina non piange?» chiede Marcus preoccupato, vedo l'infermiera uscire con mia figlia tra le braccia, c'è una vetrata dal quale si può vedere, ha un colorito blu quasi violaceo, non può essere morta, piango più di prima, la dottoressa le da una sculacciata.
«Andiamo piccolina.. andiamo..» sussurro tra me e me, la vedo reagire, sta piangendo, sospiro felice, Marcus sta piangendo, c'è la portano, è piccola..
Gli do un bacio sulla guancia.
Rimango in sala parto per chiudere la ferita.

MARCUS:
«Venga con me papà» mi dice l'infermiera, la seguo, l'aiuto a farle il bagno, è uno scricciolo, «Quanto pesa?»-«2.710Kg», la guardo, è davvero mia figlia..
«La metterete in incubatrice?»-«Non occorre, è piccola ma recupererà con il latte», annuisco sorridendo, «La porta lei in camera?» chiede, «Certamente», la metto sul cullino, tra le mie braccia sembra ancora più piccola, ed è bellissima, somiglia ad Elle, ma ha i miei stessi "colori"...
«Mammina, siamo qui..»-«hey», le si illumina il viso, la prende in braccio, le spiego che sta bene, «È così piccola Marcus.. guardala..», annuisco sorridendo, bussano «Avanti», Liam viene verso di noi con un orsetto e un mazzo di fiori, «Questi sono per la mamma e questo per la sorellina», sorrido e lo siedo sulle mie ginocchia, la guarda «È proprio come si vede nei film, è bella e mi somiglia», mi metto a ridere e lo stringo forte «Mammina posso tenerla in braccio?»-«Certo tesoro, ti aiuta papà», lo faccio sedere sulla poltrona e gliela metto tra le braccia, okay è una strana sensazione, mi viene da piangere, il mio orgoglio.
Scatto loro una foto, la rimettiamo nella culla, «Mamma fa male?» chiede indicando il braccio con la flebo, «No piccolo, è come una pozione magica che mi aiuterà a tornare forte per giocare con te», sorride e l'abbraccia «Ci vediamo domani ho sonno» ci saluta, «Buonanotte campione», batte il pugno e se ne va con mia madre.
«Piccola come va?»-«Ammetto che è più fastidioso del parto naturale, la ferita mi prude un po' ma non importa, ho temuto di perderla poco fa..», la bacio appassionatamente.
Quel piccolo confetto rosa dorme beatamente nel suo cullino, si addormenta anche Elle.
Io rimango seduto a guardarle per tutta la notte, sono le mie donne.

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