MARCUS

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Tre giorni dopo...

Ieri sono uscito dall'ospedale, sto bene e ce l'ho fatta, grazie a lei.
Non ho mai smesso di tenerle la mano, ho sentito ogni sospiro e ogni singhiozzo.
Sto andando da lei.
Mi apre la porta sfoggiando il suo naturale e bellissimo sorriso; la bacio e poi saluto mio figlio.
Rafael mi abbraccia forte; ci mettiamo in camera sua.
«Qualcosa dentro di me è cambiato. L'ho capito al mio risveglio»-«Che vuoi dire?»-«Voglio dire che non mi basta più dire "lei è la mia ragazza"..», si acciglia, «Sposami Elle. Diventa mia moglie e rendimi l'uomo più felice della terra», sorride nuovamente e mi bacia appassionatamente «Certo che ti sposo», adesso sono io a sorridere.
Le infilo l'anello al dito e la bacio appassionatamente; «Grazie piccola», si stringe più forte.
Sento il bambino muoversi «Sei felice anche tu?» dico, baciando il ventre.
«Sposiamoci tra un mese, così la tua pancia sarà ancora così piccolina», sospira «Io ti sposerei anche domani», alzo lo sguardo verso di lei «Io anche stasera» si morde le labbra e mi bacia appassionatamente.
Esce da camera sua «Raf! Raf!», il poverino si preoccupa «Dimmi»-«Io e Marcus ci sposiamo!» urla sfoggiando l'anello, «Cristo santo Elle! Temevo fosse successo qualcosa al bambino.. beh in ogni caso: Congratulazioni» ci abbraccia forte.
Prendiamo una pizza, scherziamo per tutta la sera.
«Oh, amore tra le mille cose tra cui la gioia di averti vivo.. mi sono dimenticata di dirti che ho chiarito con mio padre», sbarro gli occhi «Non ci credo» lei annuisce confermando e io non potrei esserne più felice.
«Io ho scoperto ieri che mio nonno, mi ha lasciato una casa enorme vicino a quella dei miei genitori», mi guarda «Intendi quella casa con la facciata rossa?»-«Proprio quella. Sarà casa nostra», sorride dolcemente e si accoccola tra le mie braccia; la stringo, mi si addormenta così.
Parlo un po' con Rafael del più e del meno, non abbiamo molta differenza di età, abbiamo più o meno gli stessi interessi.
«Sei mai stato nel tuo paese d'origine?» chiede «Si. L'estate scorsa, ho fatto questo viaggio da solo, per scoprire appunto le mie origini.. secondo le voci io provengo da una famiglia aristocratica il che vuol dire molto visto che in quel paese c'è la fame nera.. ho detto loro i nomi dei miei presunti genitori e.. lei è morta quando sono nato e lui be non ha mai voluto saperne nulla su di me..», è una ferita ancora aperta,mento sempre su questo punto del mio vissuto, non voglio che la verità venga a galla, non voglio che nessuno mi dica che sono un debole, certe cose è meglio lasciarle dove sono, ne ho parlato solo con Elle perché lei ha una mente aperta e sa capirmi..
«Capisco..», sento Elle "lamentarsi" nel sonno, «Piccola tutto ok?»-«Si, è solo..che ah!» strizza gli occhi; «Elle c'è qualcosa che non va? Parla!»-«Ho male alla pancia», sbarro gli occhi, non ci penso due volte: mi catapulto in ospedale.
Le fanno Un ecografia «Il battito non c'è», Elle alza la testa «In che senso non c'è battito?»-«Amalia chiama un cardiochirurgo nel reparto di pediatria», stringo i pugni, non può succedere di nuovo.
Elle si poggia le mani sul viso in segno di disperazione.
Non possiamo perderlo, mi sentirei talmente in colpa per ciò che ho detto quando ho saputo di lui...
Il chirurgo arriva, mi stringe la mano e si mette nella sua postazione, tasta la superficie del ventre con le mani, applicando una leggera pressione, «Mi dica se prova dolore», inizia a tastare il basso ventre ed Elle emette un gemito di dolore, «Qui ti fa male»-«Si», riprende l'ecografo, «Di quanto è?»-«Tre mesi», le mette il gel sulla pancia e guarda attentamente il monitor alla ricerca di nostro figlio.
Andiamo piccolino non puoi averci lasciato...
Lo sento sospirare pesantemente, non è un buon segno..
«Ha subito qualche trauma?»-«No, in questi giorni ho solo accumulato molta tensione»-«Ha pianto tanto?»-«Direi di si»-«I singhiozzi hanno provocato un distacco di placenta... io non riesco a trovare il battito, temo che sia troppo tardi se entro mezz'ora non abbiamo cambiamenti», Elle inizia a piangere e anch'io, mio figlio non può morire per colpa mia.
Esco fuori e trovo i suoi, inaspettatamente sua madre mi abbraccia forte, le spiego la situazione, «Sta tranquillo tesoro andrà tutto bene»-«Lo spero signora Evans», mi porge una delicata carezza sul viso.
Il vecchio me fumerebbe una canna dopo l'altra fino a perdere i sensi.
«Giovanotto torna dentro Il medico è rientrato» mi chiama il padre di Elle, faccio come dice.
Mi risiedo di fianco a lei, vedo il medico sorridere e annuire con il capo «Eccolo qui», sospiro scoppiando in un pianto liberatorio, «Dio grazie» dico tra me e me; «Vostro figlio è proprio un campione»-«Campione?» chiedo incredulo, «Si avrete un bel maschio», sorrido e bacio la mia ragazza, mio figlio cazzo.
«Sei la nostra ancora Elle, hai salvato me e lui si è ancorato dentro di te senza lasciarti mai, la vera fortuna sei tu», mi prende il viso tra le mani e mi bacia appassionatamente.
Torniamo alla reception, «Allora?»-«Sta bene. C'è. Ed è un bel maschietto», sua madre ci riabbraccia, «Beh a quanto pare farci perdere cent'anni di salute è una cosa di famiglia, non è vero Marcus?» dice suo padre riferendosi alla mia settimana di coma «A quanto pare» dico sorridendo, «Oh: mamma, papà: io e Marcus ci sposiamo!», Corinne inizia a piangere, e suo padre per quanto cattivo sia mia da un freddo abbraccio.
Una volta tornati a casa, aspetto che Elle si addormenti.
Vado a mettermi in soggiorno.
IO= Hey tutto bene, il bambino sta bene, è un maschio!1!1!1!
Mamma💕= o mio Dio! Un maschio?! Sono felice 🥳
IO= non è tutto... ho chiesto ad Elle di sposarmi e ha detto di sì
Mamma💕= adesso piango ☹️😌❤️
Rafael mi porge una birra, ne ho proprio bisogno, «Cazzo la paura mi stavo divorando poco fa»-«Istinto paterno», mi metto a ridere, «Tua sorella mi ha salvato la vita, mi ha fatto capire cosa vuol dire amare ed essere amati.. è stata la mia più grande fortuna», sorride soddisfatto, «Resta qui per stanotte dai. Domani si sveglierà e avrà bisogno di te», annuisco sorridendo, lo ringrazio e raggiungo la camera da letto.
Mi metto sotto le coperte e la tiro verso di me, apre gli occhi e mi sorride dolcemente, poggia la fronte sul mio collo e si riaddormenta tra le mie braccia.
Stanno bene entrambi e non potrei esserne più felice.

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