La casa sulla scogliera

21 0 0
                                    

Mi sveglio, guardo il mio corpo allo specchio, ho ancora qualche livido sparso qua e là, mi fanno ancora un po' male..
Marcus mi abbraccia da dietro, «Buongiorno», accenno un sorriso e guardo i suoi occhi neri dallo specchio.
Penso che nessuno abbia gli occhi come i suoi; sono neri si, ma brillano.. brillano come un cielo stellato..
Mi volto e gli do un bacio, «Grazie per essere rimasto al mio fianco in questi giorni... grazie per essere tornato da me quando ne avevo più bisogno.. ti amo Marcus», sorride dolcemente e mi bacia appassionatamente.
«Hey Hey giù le mani dalla mia nipotina» non ci posso credere, mi volto «Zio Anthony!» lo abbraccio forte, «Piacere sono Marcus»-«Si ho sentito parlare di te ragazzino insolente», lo guardo negli occhi perché proprio lui dice queste cose? «Zio..»-«So tutto. Rafael mi ha detto tutto, secondo te perché sono qui?», deglutisco «Ma io la amo davvero»-«Fuori da questa camera adesso», Marcus esce e io guardo mio zio malissimo, «Non piace il modo in cui lo tratti»-«Che se ne torni al suo paese. Meriti di meglio», sto bollendo dentro.
«Beh peccato che la parte che preferisco di me è proprio lui. Adesso esci devo cambiarmi», lo fa.
IO= dove sei?
Marcus❤️✨= in macchina
IO= mi dispiace per ciò che ha detto mio zio
Marcus❤️✨= tranquilla ci sta.. è normale che sia così incazzato con me
IO= Marcus..
Marcus❤️✨= Dimmi
IO= torna qui ho bisogno di te
Marcus❤️✨= faccio benzina e torno
Finisco di vestirmi e vado di sotto, mio zio cerca ogni contatto possibile, «Non mi parli?»-«No perché non puoi decidere tu per me! E alle porte del 3000 non puoi ancora dire "che se ne torni al suo paese"! Marcus è un cittadino americano a tutti gli effetti!» urlo «Okay okay... Elle io farei di tutto per proteggerti... perdonami ti prego..», scuoto la testa, nel mentre Marcus arriva, rimane in piedi con il cappuccio in testa «Sembra Un terrorista»-«Zio!», lui toglie il cappuccio; «Okay... una serata nella casa sulla scogliera da soli basterebbe per farmi perdonare?»-«Col cazzo!» si intromette mio fratello «Tu stai zitto hai 21 anni ma qui comando io che ne ho 27 quindi taci» sorrido, annuisco confermando, lo abbraccio forte «Ero arrabbiata»-«Lo so lo so piccolina», sospiro: gli voglio così bene.
Mi guarda e poi guarda Marcus, «Vieni qua ragazzo» si abbracciano e io sorrido.
«Bene allora io torno a casa per prendere le mie cose, ci vediamo dopo», gli do un bacio sulla guancia.
Preparo le mie di cose e aspetto che arrivi.
In macchina poggia la mano sulla mia coscia... ha delle mani Così grandi che le mie in confronto sembrano quelle di una barbie...
«Questa casa è bellissima..», annuisco sorridendo...
Poggiamo le cose in camera, mi guarda e io abbasso lo sguardo, mi prende il viso tra le mani e mi bacia appassionatamente, mi spoglia, e io abbasso nuovamente lo sguardo, mette due dita sotto al mio mento, mi solleva il viso «Non nasconderti quando sei con me, anzi non farlo mai perché sei perfetta», mi mordo le labbra «Scommetto che ti mordi le labbra per il nervosismo giusto?», mi metto a ridere «Nah questa volto le mordo per te idiota», torniamo a baciarci, finiamo sul letto, sospiro immediatamente, affondo la testa sul cuscino mentre strattono i suoi ricci morbidi «Marcus..»-«Resisti», faccio come dice.
Dopo non so quanto: veniamo entrambi.
Poggio la guancia sul suo petto e sorrido, «Elle ti amo davvero», alzo lo sguardo verso di lui e sorrido, ha le labbra gonfie per via dei baci, «Io di più» sorride dolcemente.
Mi sveglio nel cuore della notte avvertendo forti dolori alla pancia; mi alzo lentamente, indosso la felpa di Marcus e mi dirigo in bagno.
È passata una sola settimana dall aggressione da parte di Dan, Ho male ovunque.
Trovo delle gocce di sangue quando mi asciugo, mi acciglio, non può essere il ciclo...
ultimamente è molto irregolare ma non può essere.
E se fosse un emorragia? Faccio due calcoli e vado nel panico.
O MIO DIO NON PUÒ ESSERE.
Potrei essere incinta e le macchie non sono di certo un buon segno.
Vado a svegliarlo, gli spiego tutto in macchina.
Il medico è lo stesso che mi controllò quel giorno..
«Elle eri incinta quando hai subito l'aggressione e le botte hanno provocato un distacco di placenta che di conseguenza ha portato ad un aborto spontaneo... eri di tre settimane», mi manca la terra sotto ai piedi.
A 19 anni avrei dovuto capire che aspettavo un bambino..
Scoppio a piangere ed esco senza dire una parola.
Torniamo a casa, «È tutta colpa mia», scuoto la testa, «Marcus io non avrei mai pensato di essere incinta..», mi abbraccia forte, prendo la solita pillola che mi fa da tranquillizzante, mi addormento singhiozzando, non ho mai provato un dolore così grande.

BATTITI Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora