MARCUS

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Avverto il sole filtrare dalla finestra e disturbarmi gli occhi, li strofino prima di aprirli.
Scivolo piano dal letto, rimango a guardarla, è in una posa così naturale.. ha un braccio sul mio cuscino, è avvolta in un lenzuolo bianco e ha un seno leggermente scoperto.
Mi mordo le labbra, le accarezzo la guancia, apre gli occhi e mi guarda sorridendo, «Mh buongiorno»-«Buongiorno piccola Elle in calore», mi da una pacca sulla spalla, mi metto a ridere e le do un bacio, «Parliamo di cose serie. Voglio un altro bambino, voglio chiudere il cerchio una volta per tutte»dico,«Allora facciamolo... proviamoci» dice, la bacio appassionatamente, «Ti regalo un weekend da sogno, io e te a far l'amore...» propongo, mi abbraccia forte e la sento sospirare.
So che è preoccupata per suo padre, è normale che lo sia.
«Elle, mentre Liam dorme, vado a fare una corsetta, prendo la colazione e torno», annuisce sorridendo, mi bacia, vado a fare una doccia, controllo il bambino, mi somiglia davvero tantissimo, abbiamo fatto un clone di me stesso..
Torno in camera, ho un asciugamano in vita, Elle è ancora a letto, ha il cellulare in mano e mi guarda mordendosi le labbra «Vuoi il bis? Aspetta sarebbe un tris visto che ieri lo abbiamo fatto due volte», si mette a ridere, si avvolge nel lenzuolo bianco e scende dal letto, poggia la guancia sul mio petto, «Ho costantemente bisogno di te, non mi basti mai» dice, e io ne sono felice.
Le prendo il viso tra le mani e la bacio appassionatamente, lascia scivolare il lenzuolo e segue le mie labbra, la prendo in braccio e... «Mamma!» tempismo perfetto campione, «Non ci credo.. vado da lui..», prende la mia maglia nera sul pavimento e la indossa, io mi vesto e vado a correre, mi alleno, schiarisco le idee..
Mi fermo a prendere la colazione, un milkshake per Liam, e torno a casa.
Sono già vestiti, sorrido e do un bacio sulla fronte a mio figlio.
Mi siedo al tavolo, «Papà ho fatto il bagno con la mamma», lo guardo e sorrido, prova a farmi ingelosire, «Ma non mi dire»-«Si, lo sai che è molto bella anche con i capelli bagnati»-«La mamma è sempre bellissima campione», Elle sorride, i suoi occhi brillano ..
Finita la colazione, Liam va a giocare in giardino, abbraccio forte Elle da dietro, «Marcus,  devo dirti una cosa»-«Dimmela»-«Quando Liam è nato.. io..non avrei mai pensato che tu e io insomma avremmo sentito la necessità di avere un altro bambino...Così ho firmato affinché dopo il parto rimuovessero ciò che di cattivo c'era all'interno.. sai quanti "traumi" ho subito durante la gravidanza e questo ha provato un invecchiamento di non so cosa.. gravava sulla mia salute..», deglutisco «vuol dire che non.. puoi più avere figli?»-«Non lo so ma temo di no.....», annuisco, veniamo interrotti da Liam che entra in casa «Nonna Amanda è arrivata, ci vediamo lunedì mamma e papà», lo abbracciamo «Mamma, per qualsiasi cosa non esitare a chiamare»-«Ho vissuto 51 anni e ho tirato su un figlio credo di cavarmela», annuisco sorridendo, aspetto che se ne vadano e torniamo a parlare, «Elle...»,ha gli occhi lucidi, «Scusami»-«Vieni qui», la abbraccio forte, gli Poggio un bacio in mezzo ai capelli, «Va tutto bene piccolina...», stringe più forte le braccia intorno alla mia vita..
Le asciugo gli occhi e le do un bacio sul naso, «Ti amo»-«Anch'io».
Prepariamo le nostre cose e partiamo, la porto in un vecchio castello, lo stesso dove un tempo mia madre lavorava come donna delle pulizie...
Elle sembra meravigliata, e io sono felice.
Poggiamo le cose in camera, «A che pensi?»-«Penso che dovremmo provarci ugualmente, insomma se abbiamo una possibilità perché non farlo? Dovremmo poi vivere con il rimpianto di non averci mai provato? Facciamolo Marcus, proviamo a concepire un bambino..», accenno un sorriso e la bacio appassionatamente; «Sai che posso farti di tutto perché nessuno ci interromperà?»-«Non esagerare... non siamo sul set di 50 sfumature..», mi metto a ridere, «È già sera, preparati per la cena», annuisce sorridendo, mi lascia un bacio e sparisce nel bagno.
Ci prepariamo, cazzo quanto è bella.
Indossa una giacca a doppio petto, con un cinturone in vita, un paio di stivali al ginocchio neri, e ha una scollatura profonda sul seno...
La prendo per i fianchi e la bacio, andiamo a cenare, parla al telefono con mia madre.
«Non ci crederai ma Liam ha spiegato a tua madre come collegare la play alla tv», mi metto a ridere e bevo un sorso di vino.
Torniamo in camera, toglie la cintura e la giacca le scivola giù come seta, non ha il reggiseno  e porta un paio di slip di pizzo nero, con un asticella centrale che le lascia tutto il sedere scoperto.
Mi mordo le labbra, vado verso di lei e gliele tiro, si strappano, «So che le hai messe per farmi eccitare e ci sei riuscita», sorride in modo malizioso, mi afferra il viso tra le mani e mi bacia appassionatamente, le nostre lingue si sfiorano, mi morde il labbro inferiore mentre sbottona la camicia, strizzo il suo sedere e le scappa un gemito, finiamo sul lettone; Poggio i palmi delle mani sul materasso, e mi spingo contro di lei guardandola negli occhi, si morde le labbra, poggia le mani sulle mie guance mentre io continuo a spingere, la bacio appassionatamente.
Do una spinta più "violenta" e la faccio urlare di piacere «AH!...», inarca la schiena, «Marcus.. Marcus! Marcus! Ah!», è al limite, mi graffia le spalle gemendo, si mette su di me, ma che cazzo?
Guardo il suo seno, piccolo e proporzionato, poggia i palmi delle mani sul mio petto mentre muove i fianchi in movimenti circolare mandandomi fuori di testa, sollevo la schiena e la bacio sul collo, affonda una mano nei miei capelli «Ti amo... ah! Ti amo da morire!» ansimiamo entrambi, ho la fronte sudata, «Più veloce piccola..», poggia le mani sulle mie spalle e aumenta notevolmente, non resiste più, poggia la fronte sul mio collo gemendo come una matta, «Dio... ah.. ah.. sto per.. Marcus.. sto per.. ah..»-«Fallo piccola», la sento sospirare e si lascia andare e io dopo di lei.
Si stende di fianco a me, mi abbraccia forte, la guardo e la bacio appassionatamente, ha anche lei la fronte umida, il suo cuore batte all'impazzita, la stringo a me, non servono parole, abbiamo bisogno di bastarci a vicenda.

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