La sera Jeongguk quando aveva rivisto la madre del ragazzo aveva accettato quell'incarico senza però dirle ciò che aveva stabilito con lui o altrimenti avrebbe rischiato di peggiorare la situazione che fra i due non era delle migliori.
Il mattino dopo era tornato ed aveva conosciuto anche il padre di Jimin, il signor Park; gli era subito sembrato una persona gentile e disponibile, come la mamma d'altronde.
L'unico più scorbutico nella famiglia era Jimin ma c'era da capirne il motivo e nessuno poteva dargli torto, anche se in realtà, già dalla seconda volta che si vedevano sembrava diverso, più come dire... socievole.-Quindi tu studi?-
La voce di Jimin pronunciò quella domanda lasciando trasparire una nota di interesse; erano ormai delle ore che passavano insieme, sempre in camera del più grande proprio come il giorno precedente ma a Jeongguk andava più che bene; capiva che Jimin molto probabilmente si sentiva a disagio a farsi vedere mentre si muoveva, per questo motivo si alzava solo quando era strettamente necessario, come per andare in bagno ad esempio.
E Jeongguk ogni volta si alzava con lui e lo seguiva, aspettandolo fuori dalla porta in modo che se fosse caduto ed avesse avuto bisogno d'aiuto sarebbe stato lì pronto, nonostante Jimin gli avesse detto di non toccarlo e di non voler essere trattato come un disabile.-Sì studio, frequento dei corsi online, sono più comodi rispetto all'andare in università a seguire lezioni ogni mattina- spiegò il più piccolo.
-Tu invece?- chiese in seguito, alche Jimin scrollò le spalle e si passò lentamente la mano destra sui capelli.
-Io no, ho finito con la scuola superiore, mi sono diplomato e ora come vedi faccio schifo.-
Jeongguk sorrise alle sue parole e scosse la testa per l'ultimo termine che aveva utilizzato per descriversi; avrebbe voluto ribattere ma Jimin parlò di nuovo.
-Ho la passione per il ballo. Pensavo di concentrarmi sulla danza dopo la scuola, infatti l'ho fatto fino a qualche settimana fa, poi mi sono ammalato e ho smesso appena ho iniziato a sentire che non riuscivo più a fare certi movimenti- fece un piccolo sorriso e si guardò le mani ma fu un sorriso pieno di malinconia poiché gli mancava la sua passione, il suo sfogo, ciò che riusciva a dare un senso alla sua vita.
-Ti piace ballare? Anch'io lo faccio. Insomma, non sono un professionista ed ogni tanto mi guardo qualche coreografia su youtube cercando di impararla- rispose Jeongguk; voleva chiedergli - dato che probabilmente Jimin era molto più bravo di lui in quell'ambito - se avesse potuto insegnargli qualche passo o addirittura delle coreografie ma per timore di ricevere una brutta risposta si astenne.
Il più grande comunque sembrò molto interessato alla svolta che la loro conversazione stava prendendo, quindi continuò.-Davvero? Che genere balli, di solito?-
-Hip-hop e tu?-
-Anch'io! O almeno prima...-
Cadde nuovamente il silenzio dopo l'ultimo cenno positivo della testa da parte di Jeongguk, ma a Jimin stava davvero piacendo la compagnia del ragazzo - anche se non lo avrebbe mai ammesso per non dare alcun tipo di soddisfazione ai suoi - e di nuovo quindi si affrettò a far lavorare la mente per cercare qualcos'altro da dire.
-La prima volta che ci siamo incontrati e tu mi sei venuto addosso stavo uscendo dalla mia casa; me l'ha comprata papà perché avevo bisogno di essere indipendente... cavolo, è proprio quello che invece non potrò più essere- cominciò la frase guardando il ragazzo negli occhi ma dopo la piccola pausa abbassò nuovamente lo sguardo per non farsi prendere dalle brutte emozioni, anzi, soprattutto per non farsi vedere piangere da lui.
Ma non lo fece e quindi continuò a parlare con Jeongguk che lo guardava attento.-Comunque dicevo che in quella casa c'è un lungo corridoio appena si entra dalla porta d'ingresso, poi quando lo percorri, infondo ti ritrovi davanti ad un'altra porta e dietro quella si trova una sala enorme da ballo... in realtà sono io che ho voluto trasformarla.-
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Little world || jikook
Fanfictionjimin è un ragazzo semplice: ama danzare, l'arte ed essere libero. tutto sembra cambiare negativamente da un giorno all'altro e non sarà facile per lui accettarlo ma qualcuno gli farà capire che la vita vale la pena di viverla. *** AAA: questa non...