Prima di tornare verso la casa al lago di Jimin, Jeongguk ne aveva approfittato per prendere un borsone ed infilarci dentro qualche vestito poiché sapeva che avrebbe dormito altre volte in quel posto e l'idea, se doveva essere sincero, lo faceva impazzire.
Una volta essersi preparato le cose necessarie erano entrati in macchina ed in poco tempo avevano raggiunto la sua dimora, erano scesi e dopo aver aiutato Jimin ad entrare, Jeongguk era tornato alla macchina per estrarre il suo bagaglio.
Così adesso si ritrovavano di nuovo in quella camera viola pastello, mentre il più giovane era impegnato a sistemare i suoi vestiti all'interno dell'armadio e Jimin, seduto sul materasso con la schiena e la testa poggiate alla testiera del letto lo osservava in tutta la sua bellezza, non riuscendo a fare finta di niente quando posava gli occhi sulle spalle.
Si chiedeva come fosse possibile che un ragazzo così perfetto come Jeongguk si fosse potuto prendere una cotta per lui in quello stato. I suoi dubbi talvolta tornavano ma trovava sempre il modo di scacciarli via.
Si fidava di Jeongguk e questo ormai lo aveva ammesso da parecchio tempo, altrimenti il loro rapporto non si sarebbe ampliato così tanto.
Mentre lo guardava sistemare gli tornò in mente di quello che aveva pensato in presenza di sua madre ed in assenza invece di suo padre. Dov'era quest'ultimo? Jeongguk gli aveva sempre raccontato della donna ma mai della figura autoritaria maschile. In realtà Jimin non sapeva proprio niente della sua famiglia, adesso che ci pensava e questa cosa un po' lo metteva in agitazione. Ormai stavano insieme e dopo tutto quel tempo che si conoscevano, Jeongguk non gli aveva mai raccontato niente riguardo la sua casa, i suoi parenti.
Il ragazzo maggiore non sapeva se fosse stata una buona idea fargli domande riguardo quell'argomento, magari avrebbe toccato un tasto dolente e delicato ma infondo aveva il diritto di conoscere pienamente quello che adesso era il suo ragazzo, no?-In due volte che sono venuto a casa tua non ho visto tuo padre e tu non me ne parli mai- cominciò quindi, non volendo direttamente chiedergli il motivo. Sperava che con quell'introduzione Jeongguk avrebbe continuato la storia e infatti così fece, lasciando Jimin positivamente sorpreso poiché non aveva dovuto insistere tanto, forse perché anche il minore si fidava di Jimin.
Così finì di sistemare l'ultima camicia nella gruccia che posizionò all'interno dell'armadio poi, dopo aver chiuso le ante si sedette con le gambe incrociate davanti a Jimin.-In realtà non ti parlo neanche di mio fratello perché non sono argomenti troppo felici per noi.-
I loro occhi si guardarono, Jimin notò un po' di malinconia in quelli del più giovane ma quest'ultimo per rassicurarlo gli mostrò un sorriso prima di continuare, nonostante l'altro stesse per dirgli che non voleva farlo sentire obbligato.
-Seojun se n'è andato a soli undici anni per cancro al cervello. Da lì mio padre non è stato più lo stesso nonostante fosse stato sempre molto assente in famiglia a causa del lavoro. Mia mamma credeva che avesse una relazione con la sua segretaria e per questo non dedicava mai molto tempo a noi- iniziò a raccontare sotto lo sguardo attento di Jimin che teneva le mani impegnate fra di loro a torturarsele. Jeongguk notò il nervosismo nelle mani dell'altro ragazzo, quindi si avvicinò ancora di più a lui ed intrappolò quelle piccole mani fra le sue, facendole allontanare l'una dall'altra per far intrecciare insieme le dita con le sue.
-A volte si ubriacava la sera perché gli mancava Seojun, lui era sempre stato il suo preferito fra di noi e questo lo sapevamo tutti ma non mi ha mai dato noia perché mio fratello si faceva amare da tutti- continuò con un dolce sorriso al ricordo del ragazzino, mentre teneva lo sguardo basso sulle loro mani che si intrecciavano. Anche Jimin guardò dritto su di esse, rimanendo in silenzio ad ascoltare la voce rilassante di Jeongguk che nel frattempo aveva cominciato a chiedersi come sarebbe stato Seojun adesso, a 26 anni. Gli avrebbe sicuramente raccontato di Jimin e lui avrebbe insistito nel volerlo conoscere.
-Poi quando ho detto ai miei genitori di essere gay, lui da classico papà omofobo prima mi ha urlato dietro e poi se n'è andato. Da quella sera io non l'ho più visto ma la mamma mi ha detto che ogni giorno quando io ero a scuola andava a casa per prendersi tutte le sue cose, infatti pian piano ho visto sparire qualsiasi suo effetto personale.-
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Little world || jikook
Fanfictionjimin è un ragazzo semplice: ama danzare, l'arte ed essere libero. tutto sembra cambiare negativamente da un giorno all'altro e non sarà facile per lui accettarlo ma qualcuno gli farà capire che la vita vale la pena di viverla. *** AAA: questa non...