quarantadue

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Il tempo a New York era passato e i due ragazzi non se ne erano neanche accorti per quanto fossero stati bene.
Jimin in compagnia dell'amico che non avrebbe mai creduto di rivedere, era stato da Dio e poi quella bellissima proposta di matrimonio che gli aveva fatto Jeongguk davanti all'opera d'arte che più amava.
Hoseok una sera li aveva portati in un locale dove avevano assistito ad un balletto di strip dance ma i due ragazzi non erano sembrati minimamente interessati. Hoseok infatti li aveva portati lì solo per farli divertire e dunque avevano riso per tutto il tempo.
E adesso si trovavano davanti al check-in, con il più grande impegnato a trattenere le lacrime, Jimin che faceva lo stesso e Jeongguk che guardava la scena con dolcezza. Quando erano arrivati il più piccolo aveva avuto un po' di problemi ad accettare il fatto che Hoseok e Jimin avessero quel tipo di rapporto poiché okay avevano detto di essere migliori amici ma il più piccolo aveva provato una forte gelosia.
Poi però si erano conosciuti meglio anche loro ed aveva capito quanto in realtà Hoseok fosse un ragazzo d'oro, speciale e per Jimin, l'amicizia con lui valeva molto più di mille.

-Ci rivedremo, no? Mi inviterete al vostro matrimonio?- disse Hoseok, essendo il primo ad aprire bocca dopo essere arrivati in aeroporto. Jimin continuava a guardare negli occhi l'amico. Non riusciva ad abbassare lo sguardo o semplicemente a distoglierlo, poi cominciò a piangere e fu in quel momento che puntò gli occhi verso l'alto, lasciandosi andare in un piccolo sospiro.
Il più grande a quel punto sorrise e senza pensarci troppo lo attirò in un abbraccio, nascondendo la testa nel suo collo.

-Piccolo non piangere, ci rivedremo- continuò Hoseok sempre più convinto. Sapeva perché Jimin stesse piangendo: prima di tutto non voleva lasciare il suo migliore amico di nuovo, e poi aveva paura, anzi, il terrore che non sarebbe più riuscito a vederlo. Si sentiva male al solo pensiero ma le sue parole lo fecero in qualche modo rassicurare. Intanto Jeongguk si era avvicinato a loro per fargli dei piccoli grattini sulla testa, in modo da tranquillizzarlo ancora di più. Jimin amava come il più piccolo lo trattava. Lo aveva sempre fatto, si sentiva riempire di brividi ogni volta che riceveva le sue attenzioni, che si trattasse di carezze, grattini o baci.
Non vedeva l'ora di sposarlo.
Dopo essersi salutati e quindi sciolti dall'abbraccio, i due ragazzi in piedi si guardarono e poi anche loro si strinsero fra le braccia l'uno dell'altro. Jeongguk sussurrò un "grazie" all'orecchio di Hoseok e quest'ultimo semplicemente gli batté una mano sulla schiena come per fargli capire di non doversi preoccupare.
Erano stati bene insieme a lui durante quei giorni ed anche il più piccolo sentiva il dispiacere nel lasciare lì quel ragazzo, che nel giro di pochi giorni era diventato un amico anche per lui.

-Vieni qualche volta a trovarci. Potresti rivedere anche Namjoon e potrei farti conoscere i miei amici. Loro ne sarebbero contenti- mormorò dolcemente il minore, sotto gli occhi di Jimin che continuava a guardarli in silenzio. Hoseok sorrise e scrollò le spalle; sicuramente sarebbe tornato in Corea a trovare i suoi genitori, quindi dal momento che con Jimin si era tutto risolto ed erano tornati quelli di un tempo, sicuramente sarebbe passato a fare un saluto anche a loro.
E magari anche a Namjoon.
Dopo qualche minuto si decisero a fare il check-in, dunque lasciarono le valigie e la sedia a rotelle e Jeongguk prese fra le braccia il più grande.
Salutarono definitivamente Hoseok che rimase a guardarli da dietro i metal detector, poi uscirono completamente dalla visuale del ragazzo e quest'ultimo a quel punto si decise a tornare verso la macchina.
Poiché il volo sarebbe stato tra due ore, Jeongguk si sedette su una delle sedie davanti al loro gate ed aspettò, mentre coccolava Jimin sulla schiena.

-Sei stato bene qui?- domandò piano il più piccolo all'orecchio dell'altro ragazzo che semplicemente emise un piccolo verso in approvazione e Jeongguk sorrise fra sé e sé.

-Sono stato bene anch'io- sussurrò poi. Jimin gli lasciò un piccolo bacio sul collo che fu però quasi impercettibile, nonostante il minore se ne fosse accorto. Così voltò la testa per lasciargliene anche lui, prendendo fra i denti un lembo di pelle.
Gli prese la mano sinistra con delicatezza e se la portò alle labbra dopo essersi allontanato dal suo collo. Lo guardò negli occhi nonostante fosse abbastanza complicato, poi gli lasciò ripetuti baci sull'anello e Jimin ridacchiò con gioia. Gli mancava già il suo migliore amico sì, però stava bene anche con il suo ragazzo, o meglio, fidanzato, futuro marito.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora