ventidue

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Il famoso giorno della loro esibizione era arrivata e ci aveva anche messo poco.
In realtà Jeongguk e Jimin avevano deciso solo due o tre giorni prima quando farla e dove: davanti casa del ragazzo, proprio nel giardinetto su cui si affacciava quella graziosa villetta.
Era stato Jimin a decidere che sarebbe stato meglio se si fossero esibiti prima poiché aveva paura che dilungandosi con il tempo le sue gambe non si fossero mosse proprio più, sarebbero rimaste paralizzate.
Jeongguk, nonostante pensava ci fossero altre prove da fare, non aveva obiettato la decisione del ragazzo più grande, dunque la sera precedente, prima di andarsene da casa Park, aveva avvertito i genitori di Jimin e subito dopo, prima di andare a dormire, aveva mandato un messaggio ai suoi amici; si ricordava di quando Jimin gli aveva chiesto di farglieli conoscere e quello sarebbe stato un buon momento.
Taehyung, Yoongi, Namjoon e Seokjin erano proprio come Jeongguk, non avevano pregiudizi e preferivano commentare una persona solo dopo averla conosciuta a fondo.
Jeongguk aveva rassicurato Jimin su questo aspetto dei suoi amici dato che il più grande aveva cominciato a farsi paranoie di qualsiasi genere.
Così quella mattina si erano diretti verso la casa vicino al lago ed erano rimasti fino al pomeriggio per provare. L'esibizione sarebbe stata verso l'ora di cena, orario scelto da Jeongguk e Jimin non era rimasto tanto d'accordo perché sicuramente la sera si sarebbe sentito più stanco ma il più piccolo lo aveva rassicurato dicendogli che successivamente sarebbero andati a festeggiare.
Jimin allora aveva deciso di lasciar perdere e di farsi andare bene l'ora di cena.
Durante quella settimana il più grande aveva deciso di mettere da parte i sentimenti e tutta la confusione che Jeongguk gli aveva fatto nascere, al contrario però dell'altro ragazzo che ogni volta quando lo spogliava per aiutarlo a vestirsi si soffermava sul suo corpo, sfiorandolo con le mani sui fianchi nudi quando gli faceva indossare la maglietta.
Era l'unica cosa che poteva permettersi di fare e Jimin quei tocchi delicati poteva solo amarli, per questo non si tirava indietro ed entrambi si comportavano poi come se non fosse successo assolutamente niente.
Fra di loro ormai c'era quella sorta di attrazione mentale che entrambi cercavano di nascondere ma nessuno dei due ci riusciva completamente, solo che nessuno dei due riusciva a fare il primo passo.
Eppure era capibile che si piacevano l'un l'altro ma sembrava che non notassero quanto la cosa fosse reciproca.
O almeno, Jimin un po' ci sperava ma non voleva avere delusioni, voleva che l'ultimo periodo della sua vita fosse bellissimo, senza alcun fatto negativo.

-Jimin sei pronto? Andiamo a cambiarci? I miei amici hanno detto che sono già qui fuori e che hanno conosciuti i tuoi genitori.-

Come al solito fu la voce di Jeongguk a riportare Jimin alla realtà. Avevano provato fino a qualche istante prima, poi il più piccolo era andato un attimo in bagno ed in quell'arco di tempo Jimin era rimasto da solo a perdersi nei suoi pensieri.
Ora che era ritornato e gli aveva detto in quel modo, giurò di sentire l'agitazione salirgli fino alla gola in un solo colpo.

-Dobbiamo farlo per forza?- domandò dunque con un tono di voce abbastanza tremolante ed insicuro, alché Jeongguk sorrise e scrollò le spalle.

-Beh no, ma vuoi lasciare a bocca asciutta i miei amici e i tuoi genitori? Poi secondo me ci saranno anche altre persone che per curiosità mentre passavano da qui si sono fermate- rispose sorridendo con un'espressione divertita. Jimin fece un sospiro e si morse il labbro inferiore prima di annuire.

-Okay va bene, andiamo a cambiarci- concluse poi. Dal momento che era seduto sulla sedia a rotelle, Jimin aprì le braccia per far capire a Jeongguk di sollevarlo; percorrere il tragitto dalla sala da ballo fino alla sua camera con i suoi piedi e solo l'ausilio di due stampelle, sarebbe stata un'agonia totale, perciò si affidò all'unico ragazzo con cui si sentiva al sicuro.
Avrebbe potuto chiamare sua madre o suo padre per aiutarlo a cambiarsi ma se lo avesse fatto Jeongguk avrebbe ottenuto altre carezze e quel gioco di sguardi si sarebbe ripetuto.
Una volta nella camera da letto il più piccolo lasciò che Jimin si stendesse sul letto e senza perdere tempo gli sfilò i pantaloncini e la t-shirt.
Lo lasciò di nuovo seminudo mentre si dirigeva verso l'armadio per prendere gli abiti che quella mattina stessa avevano deciso di indossare all'esibizione.
Tornò poi verso Jimin che non riusciva a distogliere lo sguardo dalla figura di Jeongguk nonostante fosse vestito in modo molto più che semplice.
Jeongguk salì sul letto e fece mettere in posizione seduta il più grande, poi sbottonò la camicia bianca e lo aiutò a far passare prima un braccio e poi un altro, dopodiché gli agganciò i bottoni e gli sistemò il colletto.
Fece la stessa cosa con i pantaloni neri, glieli infilò dalle gambe ed una volta arrivati in vita gli tirò su la zip e gli chiuse il bottone.
Si guardarono per qualche istante quando Jeongguk gli carezzò il fianco e Jimin avrebbe tanto voluto ricevere un suo bacio e sentirsi dire subito dopo "andrà tutto bene" ma invece Jeongguk si allontanò, pronto per vestirsi anche lui alla stessa maniera: camicia bianca e pantaloni neri.
Inutile dire che Jimin si perse nel fissare le spalle nude del ragazzo prima che venissero coperte dal tessuto dell'indumento.
E poi fissò anche il suo sedere, sentendo però le guance diventare estremamente più calde, cosa che lo portò a distogliere lo sguardo.
In poco tempo furono pronti, Jeongguk pettinò i capelli di Jimin e spruzzò un po' di profumo sul suo collo poi, dopo averlo fatto anche per sé, si ritrovarono sui gradini della porta d'ingresso e davanti a loro una quindicina di persone li stavano fissando.
Non erano tanti e quindi Jimin si rilassò leggermente ma c'erano volti che non aveva mai visto e dunque l'agitazione non passò completamente.
Jimin rimase con le stampelle davanti alla figura di Jeongguk mentre quest'ultimo lo teneva con un braccio attorno alla pancia e nel frattempo si preparava un discorso da dire per ringraziare quelle poche persone che si erano fermate nei dintorni.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora