ventisei

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Dopo esser tornati a casa Jeongguk aveva preparato il pranzo per entrambi, Jimin aveva mangiato tutto sentendosi affamato; sapevano che era merito di quello che era accaduto in macchina e questo non poteva far altro che rendere felice il più piccolo. Si sentiva bene di conseguenza quando vedeva star bene Jimin.
Finito di mangiare si erano messi sul divano a vedere la TV, poi il più grande si era addormentato e dunque l'aveva portato in camera, l'aveva steso sul letto ed era rimasto a guardarlo mentre riposava.
Avrebbe voluto scattargli delle foto poiché era davvero tenero ma poi decise di non perdersi quel momento e di fotografare tutto nella sua mente.
Era solito per Jimin quando dormiva di tenere le labbra schiuse e spesso da esse usciva un leggero filo di saliva che andava a posarsi sul cuscino. Era disgustoso sì, ma Jeongguk lo trovava tenero.
Mentre dormiva la sua espressione era rilassata e tranquilla, sembrava quasi in assenza della brutta malattia.
Comunque Jeongguk aveva approfittato di quel momento per prendere il telefono ed avvertire i genitori del ragazzo che si trovavano ancora nella casa al lago e che quindi non aveva idea di quando sarebbero tornati. Anzi, forse avrebbero dormito lì anche quella notte e ad essere sincero, dopo quel bacio in macchina non gli sarebbe per niente dispiaciuto.
Aveva mandato un messaggio ad entrambi ma aveva ricevuto risposta solamente dal padre poiché probabilmente la donna al momento era impegnata.
Quando Jimin si era svegliato sulle sue labbra era apparso istintivamente un sorriso un po' sbilenco a causa del sonno e successivamente si era asciugato con la manica del suo maglione la bocca ed il cuscino.
Jeongguk rimase a guardarlo con lo stesso sorriso ma nessuno dei due disse niente per almeno i primi cinque minuti.
A tutti e due bastava guardarsi per capire cosa provavano e adesso, dopo l'accaduto in macchina, erano entrambi sicuri dei loro sentimenti.

-Buongiorno?- domandò il maggiore con sguardo ancora assonnato mentre chiudeva e riapriva gli occhi. Jeongguk sorrise ed arricciò leggermente il naso prima di scrollare le spalle.

-Sono le cinque passate, piccolo- sussurrò in risposta. Jimin lo guardò affascinato, osservò i suoi occhi, il naso e le labbra per poi portare di nuovo lo sguardo su quella cicatrice a cui aveva fatto caso la mattina mentre lui stava dormendo.

-Allora devo aver dormito abbastanza. Tu hai studiato in queste ore?-

Il ragazzo più piccolo scosse semplicemente la testa, poi sbuffò leggermente e si mise a pancia in su per potersi stropicciare gli occhi.

-Che tu ci creda no, non ho studiato- rispose semplicemente, tornando a guardarlo negli occhi, poi continuò a parlare.

-Ho preferito osservarti.-

I due rimasero a guardarsi negli occhi, Jimin voleva sporgersi verso di lui per baciarlo ma non sapeva se avesse fatto la cosa giusta. Non riusciva a prendere l'iniziativa per fare una cosa del genere poiché si sentiva ancora troppo inesperto e non aveva idea di come comportarsi, preferiva lasciar fare a Jeongguk. Quest'ultimo comunque, dopo aver pronunciato quelle parole allungò una mano verso la guancia del ragazzo e si avvicinò al suo viso, cosa che fece arrossire improvvisamente Jimin ma continuò a sostenere il suo sguardo, in attesa che lo baciasse.
Quando i loro nasi si toccarono Jimin chiuse gli occhi e presto sentì il contatto morbido fra le loro labbra. Quei baci delicati facevano rilassare sia il più grande che il minore poiché erano dolci, teneri ed attraverso questi riuscivano a trasmettersi l'amore che provavano l'un l'altro, anche se ancora entrambi si sentivano molto confusi riguardo quel sentimento. Si piacevano e questo era poco ma sicuro ma nessuno dei due era mai stato innamorato, dunque non volevano affrettare le cose, anche se in un certo senso sarebbe stato meglio farlo a causa della malattia di Jimin.

-Sei sicuro che ti piaccio, Jeongguk?- chiese il più grande, una volta essersi staccato dal bacio. Tornarono a guardarsi negli occhi, Jeongguk era un po' innervosito da quella domanda dato che gli aveva già risposto ma se ci pensava non aveva motivazioni per biasimarlo; era ovvio che Jimin si sentisse insicuro, il suo corpo stava cambiando, presto sarebbe diventato un vegetale e tutti avevano iniziato ad immaginarselo nelle loro teste. Non era niente di bello ed il più giovane ne era a conoscenza ma dicerto non avrebbe rinunciato all'amore di Jimin solo per quella stupida malattia.
Voleva renderlo felice, gliel'aveva promesso e lo avrebbe reso tale. Lo avrebbe fatto fino alla fine.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora