venticinque

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Quando Jeongguk entrò con la macchina nel vialetto di casa rimase sorpreso e sconvolto negativamente nel vedere una figura maschile seduta sugli scalini del suo ingresso: Doyun.
Era una semplice mattina di venerdì, perciò si chiese come mai non fosse andato a scuola.
Jimin non sapeva niente di quel ragazzo, Jeongguk non gliene aveva mai parlato perché aveva preferito fargli sapere di essere single ma adesso probabilmente non sarebbe riuscito a scampare da quella situazione abbastanza imbarazzante.
Avrebbe messo ancora più a disagio il più giovane dopo quello che era successo a casa di Jimin.
Gli sembrava proprio uno scherzo il fatto che dopo il loro primo bacio, Doyun tornasse tra i suoi piedi.
Comunque dopo aver parcheggiato scese dalla macchina e si diresse verso il posto di Jimin che nel frattempo era rimasto a fissare attentamente il ragazzo che a sua volta aveva alzato lo sguardo dal cellulare per osservare all'interno del veicolo.
Jeongguk aiutò Jimin ad uscire e successivamente gli passò le stampelle in modo da farlo appoggiare e camminare da solo; ogni tanto il più grande preferiva camminare da solo e quella mattina dopo tutto quello scombussolamento, Jimin pensava che sarebbe stato meglio mantenere le distanze.

-Ehi Jeongguk finalmente ti vedo!-

La voce del ragazzo entrò nelle orecchie degli altri due. Jeongguk si voltò verso di lui mentre Jimin rimase a guardare in basso le sue scarpe, essendo troppo impegnato a far muovere i suoi piedi con goffaggine, lentezza e pesantezza.
La sensazione che aveva provato la sera precedente con gli amici di Jeongguk, quella mattina, in presenza di quel nuovo ragazzo, Jimin non la provò neanche minimamente.
Quando riuscì ad arrivare vicino alla porta il ragazzo sconosciuto si era appena alzato dalle scale e nel frattempo si era avvicinato alla figura di Jeongguk, così, quando gli fu abbastanza vicino lo colse di sorpresa e gli stampò un bacio sulle labbra.
Jimin, che nel frattempo era rimasto immobile davanti alle scale ma con lo sguardo rivolto verso i due ragazzi, rimase semplicemente con un buco nello stomaco e il cuore spezzato improvvisamente in mille pezzi.
Capì tutto all'istante del fatto che quello era il ragazzo di Jeongguk, nonostante quest'ultimo non sembrava molto felice di vederlo ma probabilmente la sua espressione era solo dovuta alla stanchezza.

-Ehi ciao! Io sono Doyun, il ragazzo di Jeongguk. Tu devi essere Jimin, giusto?- parlò il più giovane con una voce abbastanza squillante, cosa che mise ancora più di malumore Jimin, facendolo infastidire a causa di quel suono troppo acuto.
In ogni caso si limitò a rivolgergli un sorriso ma non si inchinò in un gesto di educazione.
Ora che lo guardava bene poteva notare quanto i suoi lineamenti fossero perfetti, i suoi capelli pettinati ed ordinati sulla testa, le spalle larghe ed un fisico niente male. E anzi, soprattutto riusciva a muoversi con l'ausilio delle sue gambe.
La poca autostima che Jimin aveva, quella mattina giurò di poterla vedere scomparire con uno schicco di dita.
Per pura casualità si ritrovò con lo sguardo in quello di Jeongguk che sembrò quasi assumere un'espressione di scuse ma Jimin non ci fece molto caso e distolse subito gli occhi, abbassandoli verso il pavimento.
Non se la sentiva di guardarlo di nuovo, almeno non in quel momento e probabilmente per tutto il resto della giornata, iniziata in modo piuttosto strano.
Il più piccolo aprì la porta di casa e si offrì per prendere fra le braccia Jimin ma quest'ultimo tgliò corto con un: -faccio da solo- e a modo suo, dopo averci impiegato tanta energia, riuscì ad entrare.

-Posso sapere che ci fai qui?- domandò Jeongguk rivolto verso il ragazzo più piccolo che si strinse nelle spalle e mise su un sorriso fintamente innocente.

-Mi mancavi e volevo passare un po' di tempo solo con te- rispose prontamente prima di lanciare un'occhiata a Jimin che continuava a guardarsi i piedi e restare in silenzio con lo sguardo perso.

-Ma ultimamente sei sempre impegnato.-

Jimin ascoltò le sue parole e non poté fare a meno di sentirsi in colpa poiché saapeva benissimo che con quella frase stesse alludendo a lui.
Gli stava portando via i momenti migliori della sua vita, il divertimento e soprattutto l'amore, si sentiva proprio un peso per Jeongguk.
Erano ore che Jimin stava trattenendo le lacrime e non ce la faceva più ma in quel momento non era neanche a casa sua e non poteva scoppiare a piangere così dal nulla in presenza di sconosciuti.
Però aveva davvero tanto bisogno di sfogarsi.
Non riusciva a fare a meno di pensare a quel bacio in bagno, al modo in cui Jeongguk gli aveva accarezzato il fianco mentre le loro labbra si toccavano in quel modo così delicato che aveva fatto volare i due in un altro mondo, anche se per pochi istanti.
Comunque non sentì le parole di Jeongguk in risposta a ciò che disse Doyun, forse perché non aveva davvero risposto o forse perché Jimin si era perso nei suoi pensieri e non era stato attento.
Quando giunsero in cucina il ragazzo si ritrovò difronte ad una donna poco più bassa di Jeongguk ma sempre più alta di Jimin, non molto in carne e più o meno sui 55 anni.
Il figlio si diresse verso di lei per abbracciarla e lasciarle un bacio sui capelli e quest'ultima ricambiò il saluto affettuoso prima di puntare gli occhi sui due ragazzi.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora