ventuno

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Jimin si vedeva davvero carino con il suo colore naturale nonostante quella fosse una tinta.
Jeongguk aveva visto bene nella propria mente, pensando al suo hyung con i capelli scuri.
Stava bene, lo rendevano forse anche più grande e per certi aspetti più serio ma questa non era una cosa positiva o negativa, solo un'osservazione.
Dopo il parrucchiere i due si erano diretti verso la casa di Jimin e quest'ultimo era rimasto per tutto il tempo in silenzio, anche quando Jeongguk aveva pagato il colore non aveva ribattuto.
Andando in sala da ballo si sarebbe trovato abbastanza scomodo con i pantaloni di pelle e se fosse stato un altro giorno probabilmente glielo avrebbe anche detto, ma quella mattina era triste e la sua mente piena di pensieri.
Più che guardava il ragazzo e più si dava dello stupido a pensare che se non fosse stato malato si sarebbero conosciuti in un altro modo e sicuramente si sarebbero piaciuti.
Come già detto, Jimin sapeva di essere bello ma non in quello stato, mentre camminava con l'ausilio di due stampelle e talvolta una sedia a rotelle.

-Jimin non mi piace il tuo comportamento oggi. Vuoi dirmi che succede?-

La voce di Jeongguk riportò il più grande alla realtà che scrollò subito le spalle come meglio poteva.

-Non ho niente- rispose in un sussurro quasi flebile, infatti il più piccolo dovette concentrarsi per capire cosa avesse detto.
Jeongguk ovviamente non credette a quelle parole poiché non era stupido e non si lasciava abbindolare da una frase del genere.

-Se è ancora per i capelli mi dispiace, d'accordo? Volevo farti fare qualcosa di diverso, pensavo che sarebbe stato...- Jeongguk non riuscì a finire di parlare perché Jimin parlò e questa volta con un tono molto più alto rispetto alla frase precedente.

-Non è niente, sta' tranquillo. Non sono arrabbiato con te.-
-E allora che hai?-

Di nuovo silenzio.
Jimin non poteva dirgli tutto ciò che si teneva dentro, non poteva raccontargli e spiegargli quanto gli sarebbe piaciuto baciarlo per capire cosa si provava, non poteva dirgli che aveva iniziato a provare qualcosa nei suoi confronti e non poteva semplicemente essere se stesso.
Gli veniva spontaneo sentirsi così, rigido e in imbarazzo e questo lo odiava, tanto.
Odiava ciò che aveva cominciato a chiedersi, perché in quel modo scompariva tutta la confidenza che in quel periodo fra i due ragazzi si era creata e questo automaticamente faceva stare male entrambi.
Jimin si preoccupava per il dolore di Jeongguk perché al suo ormai ci era abituato.
E Jeongguk a sua volta aveva paura di essersi comportato in modo sbagliato con lui, forse quando l'aveva vestito e si era soffermato troppo ad ammirare il suo corpo gli aveva fatto provare un po' di disagio e questo non sapeva come chiederglielo perché non voleva che pensasse che il suo corpo fosse un disastro.
Entrambi volevano dire tutto ciò che pensavano ma nessuno dei due osò aprire bocca riguardo quell'argomento.
Più o meno pensavano le stesse cose ma Jeongguk aveva paura di risultare quello che non era e Jimin aveva il terrore che il più piccolo potesse reagire poco bene.

-Balliamo?- domandò alla fine Jimin, facendosi finalmente venire in mente qualcosa che potesse distrarlo da altri pensieri più pesanti.
A quel punto Jeongguk scrollò le spalle ed annuì nonostante fosse ancora preoccupato riguardo lo strano comportamento del più grande.
Lo aiutò dunque a tenersi in piedi in modo composto davanti allo specchio, anche se comunque Jimin stava appoggiato con entrambe le mani alle stampelle.
Poi Jeongguk fece partire la musica dal telefono collegato alla cassa tramite bluetooth ed infine cominciarono a ballare, mettendo entrambi da parte tutto ciò che avevano pensato fino a quel momento.
Jimin riuscì anche a sentirsi bene mentre ballava e stranamente non si sentì a disagio nel sentire le mani dell'altro ragazzo posate saldamente sui suoi fianchi. La vicinanza con lui non gli dava noia dopo ciò che aveva capito di provare nei suoi confronti.
Forse perché, nonostante quei sentimenti, sapeva che comunque su Jeongguk avrebbe potuto contare ogni volta. Ormai era come un fratello e probabilmente sarebbe stato meglio se il loro rapporto fosse rimasto così.
Jimin si sarebbe dovuto mettere l'anima in pace. Non avrebbe mai avuto la possibilità di essere amato in quel modo, questo era poco ma sicuro.

***

Jimin era steso sul letto. Quella sera non aveva mangiato molto e infatti aveva anche un po' discusso con i due genitori per questo motivo.
Il suo stomaco sembrava essersi chiuso dopo la colazione dato che anche a pranzo non aveva mangiato quasi niente e Jeongguk un po' aveva insistito ma poi aveva deciso di lasciar perdere.
Aveva imparato a conoscere Jimin e quando si puntava su una cosa non si faceva spostare da nessuno; era anche più che testardo.
Ripensava a tutto ciò che era successo in quella giornata insieme al ragazzo e soprattutto quella sera si soffermò a ripensare come la mattina, mentre lo vestiva, gli occhi di Jeongguk si erano fermati nei suoi e lui era rimasto completamente nudo davanti a quel ragazzo.
Era stata una bella sensazione fino ad un certo punto; Jimin poi si era ricordato che il suo corpo non fosse più un granché perciò aveva tagliato corto.
Via via ripensò ad ogni singolo momento mentre scriveva messaggi a raffica ad Hoseok, l'unica persona a cui poteva raccontare tutto ciò che gli succedeva insieme a Jeongguk.
Certo, avrebbe potuto provare anche con i genitori ma non aveva la minima idea di come avrebbero reagito, prima di tutto perché Jeongguk era il suo "aiutante" e poi semplicemente perché si trattava di un ragazzo.
Aveva paura che non l'avrebbero più accettato, poi come sarebbe stato il suo ultimo periodo di vita senza i suoi genitori?

"Dovresti provare a dirglielo Jiminie. Tanto che hai da perdere? Lui secondo me capirebbe perché da quello che mi racconti sembra una persona molto intelligente e soprattutto umana."

Jimin lesse più volte quel messaggio da parte dell'amico in modo da cercare di convincersi a dire tutto a Jeongguk ma no, aveva paura, non ci sarebbe riuscito, non da solo almeno.
Forse se Hoseok fosse stato lì vicino l'avrebbe aiutato di più e lui si sarebbe sentito anche più sicuro.
Dall'altra parte invece c'era Jeongguk, sempre steso sul letto anche se lui a pancia in giù.
Continuava a fissare la chat con Jimin in cui non si scrivevano dalla sera prima. Non parlavano spesso poiché passavano gran parte del tempo insieme ma la sera di solito prima di andare a letto qualche messaggio se lo scambiavano.
Quella sera Jeongguk avrebbe voluto scrivergli qualcosa per fargli capire quanto fosse diventato importante e soprattutto che gli piaceva.
Sì, Jeongguk ormai sapeva di provare qualcosa per Jimin, ne era certo e adesso che ci pensava perché sarebbe dovuto risultare da malato mentale?
Jimin era una persona come tutte le altre, un ragazzo un po' più sfortunato di qualunque altro ma pur sempre un essere umano.
E Jeongguk non avrebbe commesso alcun reato se si fosse innamorato di lui.
Il suo corpo lo trovava affascinante nel suo piccolo sì, ma i suoi modi di fare, il suo carattere ed in generale Jimin stesso, lo faceva impazzire.
Sentiva il bisogno di riempirlo ogni volta di piccoli baci, di tenerlo sulle proprie gambe e sommergerlo di coccole e grattini sulla schiena.
Sentiva il bisogno di farlo sentire amato, di fargli provare quel birivido d'amore che neanche lui era mai riuscito a sentire con nessuno. Voleva anche lui provarlo per la prima volta e voleva che questa prima volta fosse proprio con Jimin.
Ma semplicemente non glielo avrebbe detto perché sapeva che il ragazzo avrebbe reagito male e si sarebbe inventato paranoie del tipo "lo fai solo perché ti faccio pena".
A risvegliarlo dai suoi pensieri fu la vibrazione del suo cellulare che segnalava proprio un messaggio del ragazzo.

"Volevo scriverti ma avevo paura che potessi disturbare perché stavi studiando... adesso vado a dormire. Ci vediamo domani e scusami per oggi ma non mi sentivo bene."

Sorrise nel leggere quelle parole anche se ovviamente non credette a quel semplice "non mi sentivo bene" era ovvio che non fosse quello il motivo, dato che al mattino si era svegliato ed era risultato una persona completamente diversa.
Si affrettò comunque a rispondere che non si sarebbe dovuto preoccupare e che si sarebbero visti il giorno seguente. Dopo ci aggiunse una faccina sorridente e fu tentato di mandargli anche un cuoricino ma si astenne.
Gli mandò la buonanotte e poi chiuse la chat, aprendo subito dopo per sbaglio quella di Doyun che nel frattempo si era rifatto vivo per scrivere altre raffiche di messaggi tutti uguali.
Non voleva parlare con lui, proprio non ne aveva voglia e il solo pensiero gli faceva venire la nausea.
Lo liquidò solamente con un "sto andando a dormire, ti scrivo domani" anche se entrambi sapevano che poi l'indomani Jeongguk non gli avrebbe inviato nessuna risposta.
Poi si mise a dormire dopo aver spento il telefono, immaginandosi nella propria mente Jimin steso accanto a lui.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora