trentasei

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I giorni erano passati e con loro anche la condizione fisica di Jimin era andata avanti, peggiorando sempre di più.
Mancava solamente una settimana alla partenza per New York ma nessuno dei due ragazzi si era preoccupato di cominciare a fare la valigia perché non sapevano se sarebbero riusciti ad andare.
L'unica cosa che riusciva a muovere Jimin era la testa, nonostante lo facesse con fatica.
Dopo quell'insufficienza respiratoria era peggiorato molto ma lui continuava ad essere felice perché ogni mattina quando apriva gli occhi si ritrovava sdraiato accanto al corpo di Jeongguk, a volte completamente nudo, altre con un paio di boxer addosso.
Jimin amava quella vita.
Aveva imparato ad amare le piccole cose che si ritrovava solo grazie all'aiuto di Jeongguk. Lui gli aveva fatto ritrovare la felicità.
Ormai i tempi in cui non parlava con i genitori e si chiudeva nel suo mondo a pensare alla sua vita prima della malattia, erano lontani nella sua mente.

-Non andremo a New York, vero? Mia madre non vuole.-

Quella sera si trattava di una in cui Jimin era stanco, nonostante le poche cose che aveva fatto durante il giorno. Erano semplicemente andati a fare la spesa ed erano rimasti tutto il resto del pomeriggio sul divano a guardare film. Poi aveva chiamato sua madre ed aveva chiesto come stesse.
Aveva parlato Jeongguk per il semplice motivo che Jimin faceva fatica a parlare; le sue parole uscivano ancora più biascicate e Jeongguk ogni volta che parlava con i genitori e sentiva qualcosa uscire dalla bocca di Jimin, si meravigliava di come riuscisse a capirlo, anche più dei due adulti che spesso e volentieri gli chiedevano cos'avesse detto.
Questo era perché passando tutto il giorno insieme a lui si era abituato, mentre invece i genitori lo vedevano meno rispetto al ragazzo.
Era strano come la signora Park non avesse obiettato quando dopo le dimissioni di Jimin, i due ragazzi avevano detto che sarebbero tornati alla casa al lago.
In compenso però avevano detto al medico del viaggio che avrebbero dovuto fare a New York e lui li aveva guardati con un'espressione abbastanza dispiaciuta; questo significava che non sarebbero potuti andare.

-Il dottore ha detto che sarebbe meglio rimanere qui, qualora succedesse qualcos'altro di grave... ma so che tu non vedi l'ora di rivedere il tuo migliore amico- rispose dunque Jeongguk, dopo la domanda che gli pose Jimin. I due continuarono a guardarsi intensamente come facevano ogni volta: il loro amore era fatto per una buona percentuale anche di sguardi poiché da questi riuscivano a capire cosa volessero dirsi.
E questa era una cosa positiva. Sarebbe stato utile ad entrambi quando Jimin avrebbe smesso anche di parlare.
Jimin a quella sorta di domanda da parte del ragazzo annuì e continuò a guardarlo negli occhi, alché Jeongguk fece un sorrisetto e sospirò leggermente, scrollando subito dopo le spalle - per quanto gli fosse possibile, dal momento che si trovava steso su un lato - poi parlò di nuovo.

-Non mi sembra di aver detto che faremo un viaggio in un deserto sperduto... gli ospedali sono anche lì, quindi io dico che è un'idea fattibile.-

E detto ciò anche Jimin sorrise, prima di chiedergli se poteva avvicinarsi in modo che potesse dargli un bacio sulle labbra. Si scambiarono qualche ti amo uno dietro l'altro, cosa che fece mettere di buon umore Jimin che ridacchiò, poi concluse con un: -sei il miglior fidanzato che potessi mai desiderare.-
Inutile dire che anche per Jeongguk fosse la stessa identica cosa.

***

Qualche ora più tardi, verso le dieci, tornarono di nuovo gli amici del più piccolo a trovare i due ragazzi. In realtà erano diventati amici anche di Jimin.
Non era la prima volta in cui andavano a trovarli dopo ciò che era successo a Jimin, anzi, si erano presentati molte sere dopo cena ed avevano passato qualche ora in compagnia ma nessuno si era più permesso di menzionare il laghetto poiché Jimin non aveva la forza di uscire dopo aver cenato.
E mentre spiluccavano qualche patatina dal pacchetto sul tavolino e sorseggiavano delle lattine di birra, i ragazzi si trovavano seduti sul divano in cerchio, con una bottiglia vuota di plastica al centro, accanto alle patatine.
Tutto questo perché a Seokjin era venuta in mente l'idea di giocare ad obbligo o verità. Se si annoiavano e nessuno riusciva a trovare l'illuminazione, Seokjin interveniva in aiuto.
Chi sceglieva verità veniva sottoposto a domande stupide o imbarazzanti, mentre invece chi sceglieva obbligo doveva accettare incarichi abbastanza pessimi ma allo stesso tempo divertenti.
Taehyung aveva scelto obbligo ed era stato obbligato a mangiare dei noodles istantanei conditi di cocacola, ketchup e crema di cioccolato. Nessuno aveva mai provato una cosa simile ma dalla corsa che aveva fatto verso il bagno per rimettere i primi due bocconi che aveva assaggiato, gli altri constatarono che non si trattava di niente di buono.
Yoongi aveva scelto verità e Jeongguk gli aveva chiesto se avesse mai fatto pensieri poco innocenti su un ragazzo. Lui semplicemente aveva scrollato le spalle ed annuito, non essendo di molte parole.
Gli altri ovviamente si erano sorpresi poiché non l'aveva mai detto a nessuno.
Così era scoppiata una leggera discussione, soprattutto con Namjoon che gli chiese un po' offeso  perché non gliel'avesse mai detto.
Jeongguk aveva cercato di tranquillizzare l'amico, dicendogli che si trattava comunque di cose private e personali e dunque Namjoon si era scusato, giustificandosi mettendo in mezzo la sua impulsività.
Jimin per tutto il tempo era rimasto a guardare la scena, sorridendo felice e spensierato ogni volta che gli altri ridevano per qualcosa che trovavano divertente e buffo, poi gli capitava di guardare Jeongguk ed il suo cuore scoppiava letteralmente alla vista del suo ragazzo così felice.
Quei ragazzi erano davvero molto importanti per lui, erano i suoi quattro fratelli e glielo aveva raccontato molte volte come lui gli aveva detto di Hoseok.

-Jimin, obbligo o verità?-

Il ragazzo in questione sembrò riprendersi all'istante dai suoi pensieri quando si sentì menzionare, così abbassò lo sguardo, distogliendolo dal suo ragazzo per poter guardare invece la bottiglia sul tavolino, puntata proprio verso la sua figura.
Poiché non se la sentiva di dire obbligo a causa della stanchezza che avvertiva, emise un piccolo suono in cui diceva "verità". Gli altri non lo misero a disagio chiedendogli di ripetere e Jeongguk ne fu sollevato; se anche lo avessero fatto però Jimin non si sarebbe sentito in imbarazzo o a disagio poiché poteva capire i ragazzi. Non era facile riconoscere le parole che diceva.

-Tu e Jeongguk avete mai scopato?- domandò di getto Seokjin senza pensarci, alché Jeongguk si tirò una pacca sulla fronte per la "stupidità" dell'amico ma comunque rimase divertito da quelle parole e ancora di più, sentendosi anche positivamente sorpreso, quando Jimin rispose.

-Quasi tutte le sere.-

Namjoon, Yoongi, Taehyung e Seokjin emisero un boato di "wooow", cosa che fece ridere Jimin, mentre invece quello un po' più in imbarazzo in quel momento fu proprio Jeongguk.
Jimin avrebbe voluto baciarlo per la sua tenerezza causata da quell'imbarazzo ma non poteva poiché si trovava sulla sua sedia a rotelle e non voleva chiedergli di avvicinarsi; questo lo faceva solamente quando si trovavano insieme solo loro due, non davanti agli altri.
Quando il più piccolo alzò la testa, entrambi si guardarono e Jimin non perse tempo a mimargli un "ti amo", cosa che Jeongguk captò e dunque si alzò per lasciargli un bacio sulla guancia e subito dopo sulle labbra, provocando un altro boato da parte dei quattro amici. Questa volta Jeongguk ridacchiò.

-Vi date da fare eh?- commentò alla fine il più grande di tutti mentre invece quello più piccolo scrollò le spalle.

-Ci godiamo il semplice piacere della vita- continuò di nuovo Jimin con divertimento.
Continuarono ad esserci vari commenti sulla vita sessuale dei due ragazzi che spesso finivano per imbarazzare o Jeongguk o Jimin che diventava rosso come un peperone. Ogni volta però dava la  colpa alla temperatura troppo alta all'interno dell'ambiente.
Verso mezzanotte i ragazzi se ne andarono perché Jimin si era addormentato sul divano mentre giocavano; per essersi addormentato con tutta quella confusione significava che era davvero molto stanco, quindi Jeongguk, una volta aver salutato i suoi amici, si dedicò completamente al suo ragazzo addormentato, lo sollevò e lo portò in camera dove lo stese sul letto e lo spogliò per lasciarlo più comodo sotto le coperte, in modo che non sentisse troppo caldo.
Si diresse in bagno per prepararsi anche lui per la notte e dopo esser uscito dalla doccia si infilò un paio di boxer puliti ed entrò anche lui all'interno del lenzuolo.
Rimase a guardare il suo ragazzo finché non cominciò a sentire gli occhi pesanti e dunque si addormentò, senza però dimenticarsi di avvolgere un braccio attorno ai fianchi di Jimin. In quel modo si sarebbero sentiti entrambi più vicini l'uno all'altro.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora