undici

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Jimin dopo quella breve sosta in ospedale era tornato a casa senza far sapere però la decisione che aveva preso per conto proprio e che aveva ammesso solo in presenza di Jeongguk, sul fatto se fosse successo di nuovo quando sarebbe diventato un vegetale.
Jeongguk però non aveva potuto fare a meno di pensare e ripensare a quelle parole; il solo pensiero che solo lui era al corrente di quella decisione gli metteva agitazione.
Non voleva assumersi responsabilità sul fatto di sapere più cose lui di Jimin che i genitori stessi.
Non gli metteva solo ansia ma anzi, tutto ciò gli creava un peso al centro dello stomaco. Se gli fosse capitato in sua presenza e lo avesse lasciato morire soffocato poi avrebbe avuto i sensi di colpa per tutto il resto della sua vita. Se invece però avesse fatto il contrario e lo avesse salvato chiamando i soccorsi probabilmente Jimin non lo avrbbe mai perdonato.
Era una situazione davvero dura e più i giorni passavano, più se ne rendeva conto che aver accettato quel lavoro era stata una decisione coraggiosa.
Ormai anche se avesse voluto come avrebbe fatto a tirarsi indietro? Lui in primis si era affezionato a Jimin ed anche quest'ultimo si era affezionato al ragazzo più piccolo.
In ospedale si erano tenuti la mano per tutto il tempo, avevano parlato ed erano sorvolati in un mondo tutto loro, poi quando il dottore l'aveva dimesso, Jeongguk l'aveva riaccompagnato a casa nonostante i genitori fossero presenti e disponibili per riportare Jimin.
Quest'ultimo trovava sicuramente più interessante la compagnia di Jeongguk che dei due adulti ed a loro faceva piacere vedere il loro unico figlio sorridere di nuovo solo grazie alla presenza di una nuova persona.
Quella sera il ragazzo dai capelli scuri si ritrovava a casa di uno dei suoi quattro amici, quelli di cui aveva parlato a Jimin.
Doyun l'aveva chiamato per chiedergli se si fossero potuti vedere anche quella volta ma Jeongguk proprio non ne aveva voglia, aveva troppi pensieri per la mente e non ce l'avrebbe fatta a distrarsi solo con il sesso e neanche con l'alcool. In quel momento capì che l'unica soluzione per distrarsi un po' - e magari anche sfogarsi - erano i suoi amici, gli unici di cui poteva fidarsi e che poteva considerare anche come dei fratelli.
Namjoon, uno dei ragazzi, notò quanto quella sera l'amico fosse cupo e con la mente sommersa di pensieri, perciò mentre gli altri tre erano intenti a commentare il film che stavano guardando sul divano di Seokjin, prese da una parte il più piccolo fra tutti e dopo aver catturato la sua attenzione con qualche picchiettio sulla spalla destra, parlò.

-C'è qualcosa che ti preoccupa, Kookie?-

La domanda venne fatta con preoccupazione nel tono di voce e Jeongguk se ne accorse subito. Non voleva far preoccupare anche chi non c'entrava niente ma ormai tutti quei ragazzi sapevano di Jimin e Namjoon non era stupido; aveva capito che le preoccupazioni dell'amico erano incentrate su quel minuto ragazzo dai capelli biondi.

-Si tratta di Jimin. Ieri notte lo hanno portato in ospedale per un'inssuficienza respiratoria- e poi aggiunse i dettagli su quello che il ragazzo gli aveva detto, che lo aveva confessato solo a lui e che tutta quella situazione gli metteva angoscia.
Namjoon non fu il solo ad ascoltare il maknae, infatti Seokjin mise in pausa il film su netflix e si voltò verso Jeongguk, come fecero anche Taehyung e Yoongi.

-Ti preoccupa Jimin?- intervenne Taehyung che non aveva ascoltato la conversazione fin dal primo momento. Jeongguk si limitò ad annuire mentre si torturava le mani nervosamente e rivolgeva uno sguardo all'amico dai capelli altrettanto neri.

-Che è successo?- chiese nuovamente Yoongi, perciò il ragazzo dovette raccontare per la seconda volta ciò che aveva raccontato anche a Namjoon.
Jimin gli stava a cuore e anche tanto.
Aveva cominciato a provare una sorta di vuoto al centro dello stomaco ogni volta che non erano insieme e ciò non era niente di positivo perché una volta morto poi Jeongguk avrebbe dovuto convivere per sempre nel dolore, perciò avrebbe dovuto abituarsi fin da subito a stare senza di lui.
I genitori del ragazzo lo lasciavano libero verso l'ora di cena, quando entrambi tornavano a casa ma Jeongguk quasi provava più serenità in compagnia di Jimin che di chiunque altro. Non perché i suoi amici fossero noiosi o non li sopportasse ma vedere quel ragazzo sorridere a causa sua lo faceva sentire importante, sentiva che faceva qualcosa di buono, aiutava un suo coetaneo a vivere un pochino meglio.
E poi quando tornava a casa cominciavano le proccupazioni, soprattutto dopo quella scappata in ospedale, in cui era stato chiamato dalla madre del ragazzo in piena notte.
Non avevano ancora mai dormito insieme e questo rattristava molto Jeongguk.
Avrebbero potuto passare intere notti a parlare o a fare maratone di film, a raccontarsi le loro storie passate o semplicemente a farsi compagnia sullo stesso letto, a fissare il soffitto ed a tenersi per mano come l'ultima volta in ospedale.

-Penso che sia normale preoccuparsi dal momento che ti sei affezionato a lui... ma Jeongguk, è una sua scelta. Se vuole questo non puoi impedirglielo. Tu al suo posto vorresti vivere come un vegetale?-

Jeongguk ascoltò le parole di Namjoon e a quella domanda scosse la testa senza neanche pensarci. Per tutto quello che era abituato a fare ovvio che la risposta fosse no. Semplicemente la testa gli sarebbe scoppiata a stare fermo per tutto il resto della sua vita, perciò se ragionava così poteva capire il punto di vista e dunque la decisione del ragazzo biondo.
Ciò che aveva intenzione di fare Jimin non era neanche un'azione da egoisti; insomma, vederlo in uno stato completamente paralizzato non avrebbe messo gioia a nessuno, quindi sarebbe stato meglio così.
Jeongguk per la prima volta sentì le lacrime agli occhi ma le ricacciò indietro. Non voleva piangere, non in quel momento. Jeongguk odiava piangere davanti ad altre persone e non importava se si trattava dei suoi migliori amici in quel momento, lui piangeva solamente quando era solo e sicuro di non essere visto.
Ad ogni modo si convinse che non poteva rimanere a piagnucolarsi addosso, a farsi abbattere da tutti i pensieri e le negatività. Ancora Jimin riusciva a muoversi anche se con qualche difficoltà, parlava tranquillamente e la malattia non sembrava aumentare, quindi avrebbe dovuto cogliere momento per momento.

-Devi godertelo più che puoi, non lasciarti affliggere da quello che potrebbe capitare- continuò Seokjin, che di solito per sdrammatizzare se ne usciva con battutine divertenti ma quella non era proprio la situazione adatta.
Jeongguk pensò che Jin lo avesse letto nella mente, poiché aveva dato semplicemente voce ai suoi pensieri.
Decise però di annuire al suo consiglio e sforzò un sorriso prima di scrollare le spalle e passarsi una mano tra i capelli.

-Beh, continuiamo a guardare questo film? Sono curioso di vedere la fine- disse poi in modo da cambiare discorso. Tutti acconsentirono anche se non molto convinti che al giovane amico fosse passato il peso sullo stomaco. Ovviamente non fu così e si sentiva ancora molto pesante ma d'altronde i brutti pensieri non se ne adavano da un minuto all'altro.
E come Jeongguk non riusciva a fare a meno di pensare a Jimin, anche Jimin non ce la faceva a distrarsi dall'altro ragazzo.
Ripensava a come si era sentito in ospedale, ripensava alle loro mani intrecciate, al modo in cui lo aveva visto preoccupato quando gli aveva detto ciò che aveva in mente di fare.
Ripensava semplicemente a lui ed improvvisamente sentì un grande bisogno di abbracciarlo, di averlo lì accanto alla sua figura, stesa accanto a lui sul letto.
Si sentiva bene, protetto e non giudicato che era la cosa più fondamentale.
Ogni volta che trovava la coincidenza d'orario con Hoseok si scrivevano e Jimin raccontava sempre all'amico di Jeongguk.
Hoseok puntualmente lo prendeva in giro, punzecchiandolo con frasi del tipo "sembri innamorato" e questo faceva uno strano effetto nel cervello del ragazzo più piccolo.
Non che per lui fosse un problema essere innamorato di un ragazzo, insomma, era sempre stato del parere che ognuno poteva vivere la sua vita come preferiva ma le tematiche gay in Corea erano argomenti delicati che nessuno osava toccare con così tanta facilità.
Magari Hoseok non lo aveva detto per far intendere che Jimin fosse gay ma semplicemente per dirgli che ci si era affezionato molto più del normale.
Avevano parlato per ore ed ore quella notte, tant'è che riuscì ad addormentarsi solamente alle 7 del mattino, quando un'ora dopo sarebbe arrivato Jeongguk.
Quest'ultimo infatti rimase tutto il giorno a casa di Jimin, più precisamente in camera sua dove si mise a sorvegliarlo mentre lui dormiva e nel frattempo ne approfittò per ripassare degli argomenti di un esame che avrebbe dovuto dare molto presto.

Little world || jikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora