Quello che era successo con Jeongguk quel pomeriggio si era risolto in pochissimo tempo.
I due avevano cominciato a parlare dell'amico di Jimin e quest'ultimo aveva confessato all'altro che si sentiva un po' in ansia per la risposta che non era arrivata subito, infatti aveva dovuto aspettare qualche ora ma poi Hoseok gli aveva scritto e, poiché era tarda sera, a Jeongguk aveva inviato un semplice screen della chat ma il suo ultimo accesso risaliva a qualche ora prima.
Probabilmente era uscito con i suoi amici, pensò Jimin, o forse aveva una ragazza ed era in sua compagnia. O semplicemente stava studiando.
Non si era preoccupato molto, troppo impegnato a pensare al messaggio ricevuto dall'amico che l'aveva lasciato con il sorriso sulle labbra anche dopo essersi addormentato."Jimin, sei tu? Cavolo amico, avevo perso il tuo numero e non avevo idea di come rintracciarti. Io sto bene, insomma, come dovrei stare. Tu che hai fatto?" era questo che diceva il messaggio.
Era rimasto a parlare con il suo amico fino a notte fonda, poi prima di andare a dormire era passato dalla chat di Jeongguk per vedere il suo ultimo accesso ma diceva sempre lo stesso orario, quindi si arrese.
Tanto lo avrebbe visto il mattino seguente e glielo avrebbe detto a voce nel caso non sarebbe rientrato.
In realtà quella sera il ragazzo più giovane aveva deciso di andare a bere in un locale insieme al suo amico di letto, se così si poteva chiamare, poi dopo essersi ubriacati abbastanza erano finiti a casa dell'altro poiché i suoi genitori in quella settimana non ci sarebbero stati.
Si erano divertiti, erano stati bene e poi si erano addormentati, ognuno nella sua parte di letto, come avevano stabilito all'inizio, prima di cominciare quello strano rapporto.
Erano semplici amici che ogni tanto, quando avevano bisogno soddisfavano i loro bisogni sessuali insieme, ma per il resto non facevano nient'altro. Non si baciavano al di fuori dell'atto e non dormivano abbracciati.
Quella notte Jeongguk aveva sforato di tanto il suo limite alcolico, perciò il mattino seguente aveva dormito fino a tardi; la sera prima non si era ricordato di impostare la sveglia poiché troppo distratto da Doyun e quindi non fu pronto in tempo per andare da Jimin.
Era quasi mezzogiorno quando aprì gli occhi ma rimase per qualche istante steso sul letto poiché provò una forte fitta alle tempie non appena provò ad alzarsi.
Sospirò portandosi entrambe le mani sui capelli, poi si voltò verso il ragazzo che a sua volta dormiva dandogli le spalle. Rimase ad osservarlo per capire cosa fosse esattamente quello che gli piaceva di lui e dedusse fosse il corpo, dato che il suo carattere non lo faceva per niente impazzire.
Pensò che quel ragazzo fosse proprio un bel passatempo e non gli dispiaceva per niente farci sesso; da quello che aveva provato ci sapeva fare molto bene in quell'ambito.
E mentre vagava tra i suoi pensieri con la mente, si ricordò improvvisamente di Jimin, che avrebbe dovuto presentarsi a casa sua alle otto; dalla luce che filtrava attraverso le finestre sembrava molto più tardi.
Infatti quando si mise seduto sul materasso ed accese il telefono lesse "11:56", così si lasciò sfuggire un'imprecazione e si affrettò a dirigersi verso il bagno per farsi una doccia veloce. Si vestì a velocità della luce e se ne andò da casa del più piccolo - ancora scombussolato a causa della notte passata ad ubriacarsi -, senza neanche lasciargli niente per scritto tanto entrambi facevano così quando dovevano andarsene.
Mentre si dirigeva verso la macchina controllò velocemente il telefono e trovò vari messaggi dai genitori di Jimin ed uno proprio di quest'ultimo.
Rispose in fretta ai genitori che sarebbe arrivato e che aveva avuto un imprevisto ma probabilmente loro erano già usciti per andare a lavoro, perciò scrisse direttamente a Jimin ma il suo ultimo accesso era stato tre ore prima.
Non ci mise molto ad arrivare nonostante la sua guida poco sicura ma una volta parcheggiato corse di fretta verso l'ingresso.
La signora Park gli aveva dato una copia delle chiavi in modo che, in caso di imprevisti sarebbe potuto entrare da solo; quella mattina si trattava proprio di un imprevisto ma di certo non poteva dire a nessuno in quella casa il vero motivo per cui aveva fatto tardi o altrimenti l'avrebbero lincenziato senza neanche pensarci un secondo.
Come si aspettava, quando entrò in casa i due genitori non c'erano più ed al loro posto un post-it con scritto "quando torniamo vogliamo sapere il motivo del tuo ritrdo. Non possiamo permettere neanche un minuto che Jimin stia da solo".
Sospirò e chiuse istintivamente gli occhi nel momento in cui provò un'altra fitta abbastanza forte all'altezza delle tempie e sbuffò leggermente. Se non avesse preso un antidolorifico sarebbe rimasto con il dolore per tutto il resto del giorno ma adesso non poteva permettersi di pensare per sé, aveva Jimin di cui prendersi cura e cominciava ad avere già i sensi di colpa per averlo lasciato da solo per quattro ore.
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Little world || jikook
Fanfictionjimin è un ragazzo semplice: ama danzare, l'arte ed essere libero. tutto sembra cambiare negativamente da un giorno all'altro e non sarà facile per lui accettarlo ma qualcuno gli farà capire che la vita vale la pena di viverla. *** AAA: questa non...