Chiudo la porta dietro di me e mi comincio a spogliare. Avevo proprio bisogno di una doccia.
"Harry?" dico sperando che mi senta.
"Dimmi" sento dei passi che si avvicinano alla porta.
"non ho un cambio"
"mia sorella Alice te l'ha portato nella stanza" afferma con la voce attutita dal legno.
"grazie" oggi ho ringraziato più di quanto abbia fatto nella mia vita.
"non devi ringraziare per ogni cosa" ridacchia.
Sento i suoi passi allontanarsi, segno che se ne è andato.
Ricomincio a togliermi i vestiti, poi accendo l' acqua e aspetto che diventi calda. Nel frattempo tolgo la fasciatura dai miei polsi per non farla bagnare e la appogio vicino al lavandino. Il bianco del tessuto è sporco di sangue, e le mie ferite non danno segno di miglioramento. Cazzo.
Entro nella doccia e subito l'acqua calda mi fa venire i brividi. Fuori fa freddo, troppo. Strizzo gli occhi quando il bagnoschiuma mi va sui polsi. Risucchio un respiro sperando che quella tortura finisca presto.
L'acqua è leggermente rosa quando entra nel tubo di scarico.
"Tutto bene?" la voce del riccio arriva nel bagno.
"si" dico alzando la voce per farmi sentire. Insapono accuratamente i capelli per poi risciacquarli per bene.
Quando esco, l'aria fredda mi colpisce come un pugno e mi affretto ad avvolgermi nell'aciugamano.
Strofino i capelli con un panno arancione per poi intrecciarli.
Raccolgo i miei vestiti e mi dirigo in camera, pronta per il mio cambio d'abito.
"emh ..." dico quando trovo Harry seduto sul letto intento a scrivere un messaggio. Sposta gli occhi sul mio corpo e poi si alza.
"vado via" sorride chiudendo la porta dietro di se.
Mi vesto velocemente con un leggins nero e una maglietta lunga, e infilo i calzini nei miei piedi.
Lascio i miei polsi scoperti, hanno bisogno di prendere un po' d'aria.
"Alex?" dice una voce sconosciuta da dietro la porta. La apro rivelando un ragazzo alto e muscoloso. I suoi occhi sono color nocciola e i suoi capelli sono corti, e alzati con del gel.
"sono Liam" dice porgendomi la mano. La stringo sorridendo leggermente. Non la lascia, abbassa la sua e mi tira per farmi camminare.
"Ti aspettano tutti in cucina" annuncia attraversando un corridoio dipinto di bianco.
"tutti chi?" domando. La mia voce viene fuori disperata.
" quasi tutta la famiglia" prima che possa rispondere, entriamo in salotto. Il divano grigio è al centro ed Harry e Niall ci sono seduti.
La televisione è grande, appoggiata su un tavolino. C'è un altro ragazzo sconosciuto accomodato sul tavolo e delle voci sono provenienti dalla cucina.
Vedo che Harry guarda l'unione delle mani di me e Liam in modo arrabbiato agrottando le sopracciglia. Si alza improvvisamente ed esce in balcone. Ha solo una maglietta bianca a maniche corte addosso. Si ammalerà se continua di quesro passo.
"ciao cara" una donna molto giovane mi viene in contro abbracciandomi, e quando si stacca, lascia le mani sulle mie spalle.
"va meglio?" chiede con un sorriso dolce. Annuisco ricambiando.
"io sono Ellen" continua poi.
"credo che conosci gia il mio nome" dico imbarazzata. Liam mi lascia finalmente la mano per poi sedersi nel posto in cui c'era Harry. Sposto gli occhi sul riccio ancora fuori mentre si passa una mano tra i capelli.
"oh, lascialo stare. È ancora scosso da quello che è successo" guardo velocemente la donna davanti a me. Le mie guance si tingono di rosso e lei ridacchia mollando la mia presa.
"i-io non intendevo questo" alzo la mano per posarla sulla nuca ed accarezzarmela in segno d'imbarazzo.
"ti fa molto male?" la voce della donna è triste mentre guarda dietro la mia testa. Sussulto quando capisco quello che intende e abbasso velocemente la manica sul polso scoperto.
"vieni che ti medico" dice poi. La seguo in un secondo bagno, e lei mi fa sedere sulla tazza chiusa. Afferra delle fasciature bianche da un mobiletto, e inzuppa del cotone con l'acqua ossigenta.
Me lo passa sopra la ferita con cautela. Brucia terribilmente, quindi chiudo gli occhi.
Quando termina anche l'altro polso, mi trascina letteralmente in cucina e mi offre del cibo. Solo quando ho sentito l'odore, il mio stomaco ha cominciato a brontolare.
"siete gentilissimi ad ospitarmi, ma stasera vado a casa" dico appena mando giù un boccone.
"non se ne parla. Tu resti qua" Harry sbuca dalla porta pronunciando questa frase.
"Harry" lo rimprovera Ellen.
"non può andarsene. Sarebbe in pericolo" guarda la donna arrabbiato, e lei annuisce.
"per quanto sia scorretto il tono in cui l'ha detto, devo dargli ragione" afferma poi la bionda.
Harry si siede affianco a me, aspettando pazientemente che finisca il mio cibo.
"siamo arrivati!" una voce profonda entra in cucina seguita da un uomo alto e possente. Ha gli occhi verdi, proprio come quelli di Harry e presumo che sia Stephan, suo padre. Da un bacio affettuoso alla donna ai fornelli, poi mi guarda confuso.
"e tu sei?" chiede sorridendo.
"mi chiamo Alex, signore" rispondo alzandomi e porgendogli la mano.
"oh, no niente 'signore'" dice ridendo. Mi scuso silenziosamente e l'uomo mi stringe la mano dicendo il suo nome.
"ti devo parlare" afferma il ragazzo affianco a me per poi sparire dietro una porta. Li sento discutere, ma non capisco le parole.
"ciao!" saluta una ragazza alle mie spalle. Mi giro e cerco di riconoscerla, sono sicura di averla gia vista.
"sono la cameriera del bar" afferma poi accorgendosi del mio sguardo attento.
"sapevo di averti gia visto!" esclamo. Mi alzo e mi presento, ottenendo un abbraccio da lei.
Mi dirigo nel terrazzo per prendere un po' d'aria, ho bisogno di respirare. Dov'era mio padre? questa era la domanda che si ripeteva nella mia testa insieme al muro insanguinato. Ero ancora scossa dal fatto accaduto, non ci credevo ancora. Mio padre scomparso, ed Harry ancora arrabbiato. Ha avuto una reazione esagerata quando ha visto le mani di me e Liam intrecciate. Che gli era preso? forse la colpa di tutte le cose successe era solo mia?
Dei rumori mi distolgono dai pensieri. "Basta Louis! per favore!"
un tonfo. Mi dirigo giù per le scale ed attraverso una parte di giardino coperto. L'oscurità era opprimente, e strizzavo gli occhi per vedere dove mettevo i piedi. La mia coscenza mi urlava di tornare in dietro. Odiavo il buio, ma la curiosità batteva quell'odio.
"Ti prego" quella voce l'avevo gia sentita. Da qualche parte.
"sei uno stronzo!" un altro botto. Il mio sguardo guizza su due sagome scure. Non riuscivo a capire chi fossero. Poi due occhi saltano su di me. Rossi. Due iridi inettate di sangue,nel vero senso della parola.

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The Dark In The Light | |H.S.| |
FanfictionE mentre lei festeggiava il suo compleanno e cresceva, io rimanevo sempre uguale. Stesso corpo, stesso aspetto esteriore, stessa voce, ma invecchiando nell'anima. -Harry Styles