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Harry's pov

Correvo il più veloce possibile per raggiungere la mia destinazione. Il sole era calato già da tanto tempo, ma non era un problema per me. Ero preoccupato per Alex che avevo lasciato a casa da sola mentre dormiva ancora, ma mi ero promesso di fare il più presto possibile. Luke era appena dietro di me, in difficoltà a causa della mia velocità e più di una volta mi aveva pregato di rallentare, ma non potevo.

"Harry rallenta!" urla in modo disperato tirandomi la giacca.

"Prima arrivo, prima torno a casa" salto un tronco e continuo con la mia velocità.

Scorgo la vecchia casa e solo a quel punto, i miei passi diventano meno frequenti. L'ansia comincia a crescere al pensiero della persona che avrei trovato qui dentro. La stessa persona che aveva detto a mio padre di fare un fottuto finto funerale per me e Luke.

"Sei sicuro?"

"No" i miei occhi si rabbuiano leggendo il cognome scritto in corsivo sul campanello. Luke al mio fianco capisce la mia situazione, ci è passato anche lui tempo fa ed io facevo di tutto per aiutarlo. Nonostanste i brutti ricordi, lui mi ha accompagnato ed apprezzo il suo gesto nei miei confronti.

Quando schiaccio il tasto per bussare, mi accorgo che il mio dito trema.

"Ti stavo aspettando" la sua voce cupa arriva dalle nostre spalle e mi giro di scatto.

"Edward, Robert" cos'è sta moda di chiamare tutti per il secondo nome? Sbuffo già in partenza, passandomi una mano tra i capelli troppo annodati per essere presentabili, ma non me ne frega davanti a questa qui. Com'è che si chiama? Janna, Jenna ... Johanna si.

"Ciao" borbotto.

"Di cosa avete bisogno?" appoggia il cestino che aveva tra le mani sul terreno e si sistema il corpetto del vestito cadente. È nata neglia anni '30? Credo di non aver mai visto dei vestiti così lunghi e vecchi dalla mia nascita.

"Di un consiglio" rispondo e mi giro verso la casa mettendomi le mani sul volto. Non sapevo più cosa fare, non avevo più idee. Alex non voleva perdermi ed io non volevo perdere lei per nessun motivo al mondo, ma non trovavo soluzione accettabile. Ero arrivato a pensare di scappare solo io e lei, ma il tempo l'avrebbre presa comunque. L'unica cosa efficace sarebbe trasformarla, ma il dolore che avevo subito io non volevo che lo subisse anche lei.

Che cazzo di situazione.

"Entrate"
Alex's pov

Un sibilo mi invade le orecchie e mi metto subito in allerta. Il rumore arriva ancora e a quel punto apro gli occhi e mi siedo sul materasso tirandomi le coperte sul petto.

Il verso si ripete per la terza volta, ma più forte ed a quel punto sussulto.

"Harry?" chiamo senza ricevere risposta.

"Alex" la spettrale voce di una bambina rimbomba tra le mura.

"Harry non mi piace questo scherzo!" dico con voce più alta. Sto tremando come una foglia, cazzo. Non riesco a reggere l'oscurità nella stanza, quindi mi rifugio di colpo sotto le coperte e stringo gli occhi come facevo da piccola ad ogni litigata tra i miei genitori.

"Alex" ancora quella voce mi fa prendere paura. Copro con forza le orecchie usando i palmi tremolati. Non sento più niente, solo rumoroso silenzio. Tolgo pressione dalle mani e dagli occhi rilassandomi leggermente.

"Rispondimi" un urlo acuto si propaga dalla mia gola quando sento una mano che afferra la mia caviglia.

Il rumore di una porta che sbatte, poi il repiro che diventa pesande a causa delle coperte sul mio viso.

The Dark In The Light | |H.S.| |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora