La mia maglietta nera accarezzava le mie curve esili, ed i pantaloncini corti lasciavano intravedere qualche livido sulle ginocchia. Per quei segni avevo delle scuse, potevo semplicemente dire di essere caduta. Sbuffo uscendo dal bagno e prendendo le scale per andare al piano di sotto. Ero scocciata per il fatto di aver passato pochissimo tempo nella vasca.
"ciao" dice Annie venendomi incontro con un sorriso. Lei è la mia migliore amica. Sapeva tutto, sapeva di mio padre e di quello che mi faceva, sapeva del mio corpo cosparso di lividi. Era l'unica.
"ciao" le dico aprendo le braccia e abbracciandola. Mi mordo il labbro inferiore per non scoppiare a piangere di nuovo e sciolgo quel contatto il prima possibile.
"sei venuta a portarmi via da qui?" le sussurro con un sorriso triste.
Annuisce, poi si avvicina a mio padre. Non ho mai capito dove trova tutto quel coraggio.
"Signor Mc Ville posso portare Alex a fare un giro?" chiede la bionda con voce ferma. Mio padre mi guarda con sguardo ghiacciato, al quale abbasso il mio.
"Portala fuori dai coglioni questa puttana"
Agrotto le sopracciglia sgranando gli occhi con una fortissima tentazione di controbattere, ma mi fermo. Non volevo subirne le conseguenze. Annie annuisce facendo finta di niente e mi prende per mano trascinandomi fino nella mia camera.
"non voglio che entri" dico fermandomi sulla soglia con la porta chiusa alle spalle. Ero terrorizzata da questa cosa. Non volevo che nessuno vedesse la stanza delle mie torture.
"va bene" afferma e si siede appena accanto all'ingresso.
**
Camminavamo da un po' per le strade di New York. Faceva freddo, e la mia giacca non bastava. Incrocio le braccia stringendomela di più al petto mentre il vento si alza sempre di più.
"vieni" dice la bionda deviando improvvisamente a destra. Spinge la porta di quel bar e quando siamo dentro, molliamo un sospiro di sollievo per il caldo confortevole.
Ci sediamo al primo tavolo vuoto che troviamo ed ordiniamo una cioccolata calda. La ricciolina rossa che ha preso le nostre ordinazioni è molto gentile e simpatica.
"allora, quando pensi di venire ad abitare da me?" ancora quella domanda. Me lo chiedeva dieci volte ogni giorno.
"mai" rispondo in tono freddo.
"Alex, ascoltami" prende le miei mani tra le sue, poi continua:" devi venire, e tutte le paranoie mentali che ti fai dicendo che disturbi, sono tutte cazzate" afferma. Distolgo lo sguardo dal suo e mi concentro sul muro bianco.
"ci penso" la mia voce è un sussurro.
"mi dai sempre la stessa risposta"
"perchè non ci ho ancora pensato"
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Erano le 22:30 quando arriviamo a casa di Annie. Sua mamma ci accoglie come sempre, felice e sorridente. Ci sediamo sul divano, e Kim ci porta due pezzi di torta.
"non ho fame, scusi signora" le dico leggermente imbarazzata mentre le ridò il piatto che mi aveva appena porto. Da quando era cominciata tutta quella storia di mio padre, non mangiavo molto, anzi, quasi mai.
"devi mettere un po di carne sopra queste ossa" disse sorridente per poi toccarmi il braccio. Ci metto tutta la mia buona volontà per non saltare via al suo tocco. Aveva beccato proprio il livido fatto poche ore fa. Sorrido falsamente e guardo Annie che si concentra sulla partita di Rugby mentre consuma il suo cibo. Sembrava una bimba di cinque anni mentre guarda i cartoni. Sorrido a quel paragone.
"che hai da ridere?" chiede facendo guizzare gli occhi verso di me per qualche secondo,per poi concentrarsi di nuovo sulla tv.
"niente" sorrido ancora.
"Dormi qui stasera?" sento la voce di Kim della cucina. Prima che possa rispondere, è Annie che lo fa per me.
"si!" urla per farsi sentire. La fulmino con lo sguardo. "ci parlo io con tuo papà" mi tranquillizza.
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"buona notte Alex, buona notte Annie" augura la mamma della bionda, baciandoci le guance. Quanto invidiavo Annie per questo.
"notte" dice la ragazza affianco a me. "buona notte" rispondo io.
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'La mamma urlò il mio nome dalla stanza davanti alla mia. La voce di papà arrivò fino a dentro il mio armadio, dove io ero nascosta.
"lasciala stare!" dei singhiozzi seguirono la sua frase.
"mamma aiuto!" i miei capelli marroni vennero afferrati dall'uomo. Le lacrime cominciarono a scendere dalle mie guance.
"mamma!"urlai ancora con la mia voce da bambina.
La sua figura diventava sempre più lontana e trasparente, mi aveva lasciata da sola con lui. Cominciai a urlare.'
"Alex!" la voce di Annie mi rimbomba nella testa. "Alex! è solo un sogno! apri gli occhi!" No. No Annie, non era solo un sogno. Era successo davvero.
zaaalve :) ecco il capitolo 2!!! votate mi raccomando :3 ciao a tutti!!
-Alex

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The Dark In The Light | |H.S.| |
Hayran KurguE mentre lei festeggiava il suo compleanno e cresceva, io rimanevo sempre uguale. Stesso corpo, stesso aspetto esteriore, stessa voce, ma invecchiando nell'anima. -Harry Styles