Alex's pov
Ero dentro l'auto da circa quindici minuti ed Harry non era ancora tornato. Mi stavo torutando i capelli e le mani in preda all'ansia.
Questo posto aveva troppi ricordi brutti. Troppe urla e maltrattamenti, troppe offese e ferite.
Avevo dodici anni che Nathan mi disse quelle parole: ovunque andrai, ti ricordo che ti troverò sempre. Non puoi scapparmi.
Forse, mi avrebbe trovato comunque? mi avrebbe almeno cercato?
La pelle d'oca si forma sulle mie braccia coperte dalla felpa di Harry. L'adoravo, avevo sempre il suo profumo addosso che mi confortava.
Ero triste per il fatto che avevo rimandato per scoprire la verità su mio padre, ma forse è meglio così. Come si chiama questa persona? è un maschio o una femmina? sa molte cose su Nathan?
Queste erano le domande che mi giravano per la testa.
Poi c'erano le domande riguardo ad Harry, quelle mi toruravano continuamente. Perche ha gli occhi rossi? perchè non sente il dolore? chi erano quei ragazzi? che avevano fatto per farlo infuriare così tanto?
Basta Alex, sei paranoica. Mi ricorda la mia fastidiosa coscenza.
La mia attenzione viene rapita da una persona incappucciata che passa il giardino per entrare dalla porta sul retro. Il cuore mi martellava nel petto dalla paura, e senza accorgermene, ero fuori dalla macchina pronta ad aprire l'ingresso per cercare Harry.
La casa è poco illuminata, e cammino fino alla cucina dove sento dei rumori.
"Harry?" chiamo piano. I rumori cessano, e vengono sostituiti da dei passi verso di me.
"Alex? che ci fai qui?" chiede prendendo la mia mano.
"ho visto qualcuno che entrava da dietro" sussurro al suo orecchio. Ha il mio telefono e il caricabatterie in mano, e se li infila nella tasca della giacca prima di andare verso la porta.
"è chiusa!" esclama battendo i pugni sul legno. Il sangue mi si congela nelle vene, il cuore vuole uscire dal petto.
"tranquilla" sussurra abbracciandomi.
"fatti indietro" ordina poi lasciandomi. Faccio dei passi all'indietro e lui carica il suo corpo per una spallata.
Urlo quando sento una mano sulla bocca. Mi tira indietro verso la cucina.
"Alex!" urla il riccio avvicinandosi a me, e alla persona incappucciata.
"non ti conviene" sputa una voce maschile alle mie spalle. Era rauca, e le sue mani erano incredibilmente fredde.
"lasciala" risponde Harry chiudendo i pugni lungo i fianchi.
"Nathan, lasciala!" a quel nome sussulto. Le lacrime si fanno strada sulle mie guance, mentre i singhiozzi sono attutiti dalla sua mano.
"ti sono mancato?"chiede mio padre contro il mio orecchio, con voce iniettata di sangue.
La sua mano libera mi afferra i capelli e mi fa piegare sulle ginocchia mentre urlo dal dolore.
Il pugno di Harry raggiunge la mascella di mio padre, poi gli afferra la mano in cui stringeva i miei capelli e gliela toglie con la forza. Delle piccole ciocche di capelli marroni sono sulle dita sporche di Nathan, mentre mi accarezzo il punto dolorante e mi alzo da terra il più veloce possibile.
"non ce la faccio più!" la frase è interrotta da dei singhiozzi che lasciano le mie labbra.
Harry è sotto di Nathan sfinito per aver usato troppe forze oggi.
Poi ad un certo punto, l'uomo terrificante si alza lasciando il riccio per terra e senza sensi.
"Alex!" quella voce familiare mi fa girare di scatto, terrorizzandomi ancora di più. Faccio dei passi all'indietro, inciampando sui miei stessi piedi.
Il mio pianto era forzato,mi mancava l'aria, e le mie forze erano esaurite.
"non aver paura" dice poi il ragazzo.
Una risata orribile esce dalle labbra di Nathan, la pelle d'oca si era gia formata sulla mia pelle ancora cosparsa di lividi.
"chi vorresti ingannare? sei un mostro Louis" pronuncia quella frase con disprezzo e divertimento.
"tu sei un mostro! hai violentato tua figlia per cinque fottuti anni, e non te ne vergogni!" Louis urla verso mio padre, mentre io a gattoni, raggiungo Harry sul pavimento. Gli stavo accarezzando i ricci e lo chiamavo piano per non farmi sentire,ma sapevo benissimo che mi avevano ascoltato fino ad adesso.
Liam piomba dalla finestra, seguito a ruota da Naomi e Stephan, infuriati.
Due braccia mi afferrano da dietro e io sussulto per la sorpresa.
"Andiamo" dice il moro sussurrando.
"no! non mi porti via da lui ancora!" urlo cercando di farmi mollare dalla sua presa forte.
"Ti prego, non complicare le cose" Zayn è sempre stato dolce con me, fin da quando sono entrata nella casa di Harry.
"ti prego!" esclamo ancora.
Non volevo lasciare Harry da solo ancora. Non volevo essere costretta ad andarmene da lui, quando ne aveva più bisogno. E restare con lui mi avrebbe calmato.
Era la stessa visione che avevo avuto di mia madre. Lei se ne andava dal mio abbraccio, scomparendo per essere rimpiazzata da una cosa orribile. Non volevo che succedesse lo stesso con Harry.
Il mio pianto era disperato, sentivo la testa pulsare, gli occhi che bruciavano annebbiati dalle lacrime.
Con uno strattone le mani di Zayn lasciano le mie braccia e mi accascio di nuovo affianco al riccio.
Nathan è tenuto per le braccia da Stephan, che sembrava sfinito. Liam gli tirava pugni sul petto, sullo stomaco, sul viso, ma l'uomo non dava segni di cedimento.
Poi si libera, come se niente fosse, e si avvicina a me. Zayn si mette davanti al mio corpo come uno scudo, ma con scarsi risultati.
Stephan e Liam sono per terra, Alice li stava soccorrendo, e Zayn era piegato in due dal dolore.
Come una furia, Louis si scaraventa sulla schiena di Nathan, afferrandolo per la maglietta e facendolo girare.
Il moro gli afferra la testa e la fa battere sul suo ginocchio, producendo un botto doloroso.
Guardavo la scena terrorizzata, mentre l'uomo ripugnante alzava la testa senza alcuna ferita.
Sento un dolore fortissimo sulla guancia, e socchiudo gli occhi prima di accorgermi di quello che era successo.
Non era niente questo dolore a confronto di quello che provavo dentro. Avevo subito mali più profondi da lui, ma in quel momento pensavo al mio viso sanguinante. Avevo ricevuto il suo tallone ricoperto dalla scarpa, sullo zigomo.
Zayn mi afferra per la vita e mi prende in braccio. Usciamo nel giardino, mentre continuo ad urlare per farmi lasciare.
Non potevo andare avanti così. Non avrei sopportato altro dolore fisico o morale. Dovevo fare qualcosa al più presto. Solo in quel momento mi accorgo che ho messo in mezzo altre persone nel mio casino di vita.
E mi sento mancare il respiro. Il sangue mi scorreva interrottamente sulla guancia, ero ancora sulla spalla di Zayn.
Mi sussurrava di calmarmi, ma non ci riuscivo. Non potevo e non volevo riuscirci. Dovevo provare,dovevo provare a far scomparire mio padre dalla mia vita.
Vivere senza tentare significa rimanere con il dubbio che ce l'avresti fatta.

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The Dark In The Light | |H.S.| |
Fiksi PenggemarE mentre lei festeggiava il suo compleanno e cresceva, io rimanevo sempre uguale. Stesso corpo, stesso aspetto esteriore, stessa voce, ma invecchiando nell'anima. -Harry Styles