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Harry's pov

"Un'altra" dico con la voce impastata. C'erano volute tredici birre e due bicchieri di whisky, ma alla fine c'ero riuscito ad ubriacarmi.

La testa girava come non mai, e non volevo neanche provare ad alzarmi in piedi. Ero sicuro che sarei caduto come un ebete per terra, quindi me ne stavo seduto sullo sgabello di quel bar troppo affollato.

Avrei gridato a tutti per zittirli, ma mi trattenevo.

"Ciao Styles" riconosco subito quella voce. Leigh-Anne.

"Ciao" brontolo passandomi una mano tra i capeli.

Pensavo che se mi ubriacavo così, non avrei pensato alle parole che mi aveva detto Alex. Aveva affermato che io ero un fottuto mostro. Ma come darle torto? Aveva ragione.

Ero incazzato con me stesso per averle nascosto la verità fino ad adesso, ed ero incazzato anche perchè mi ero ubriacato in questo modo.

Cosa direbbe Alex se mi vedesse in queste condizioni?

La mora si siede nello sgabello al mio fianco e comincia a guardarmi.

"Quanto hai bevuto?" il suo sorriso era decisamente odioso.

"Troppo" farfuglio.

"Che ne dici se ci divertiamo un po'?" la sua mano si appoggia sulla mia gamba.

Non avevo forze per vivere, figuriamoci per spingerla via.

Chiudo gli occhi per qualche secondo, cercando di placare i miei pensieri, ma senza risultato.

Poi li riapro, quando sento che Leigh-Anne si avvicina di più al mio corpo, alzandosi dalla sua postazione seduta.

Sento che il suo tocco sale, fino ad arrivare quasi al mio inguine.

"Lo so che lo vuoi" sussurra al mio orecchio.

"So che vuoi distogliere la mente dai pensieri su di lei" continua.

Mi lascia un bacio sotto il lobo dell'orecchio, leccando leggermante il punto sensibile.

Non mi muovo e non parlo.

Non volevo nessuno se non quella ragazza mora e dagli occhi così azzurri da affogarci all'interno.

Volevo spingere via la puttana che avevo addosso, ma la mia mente e il mio corpo non connettevano e non reagivano più.

La sua mano si alza ancora di più, sfiorando il mio membro da sopra il tessuto dei jeans.

Normalmente, qualcuno si dovrebbe eccitare a questo punto, giusto?

Beh, io no.

"Vieni con me, ti farò sentire bene" propone lasciando altri baci sul mio collo.

Scuoto la testa leggermente, rifiutando la sua offerta.

"Dai Styles. Lo sai che sono brava in queste cose" per forza, hai più esperienza tu, che una prostituta cazzo.

"Non voglio" brontolo spostandomi indietro per cessare quel contatto.

La barrista porta finalmente il mio alcolico, e ne approfitto per staccarmi da lei e afferrare la bottiglia di vetro facendo un lungo sorso.

La sento sbuffare, ma non ci rinuncia.

Prende la mia mano e mi trascina via, facendomi quasi cadere.

Non riesco a fare un cazzo.

Poi, mi ritrovo in una stanza buia, senza che me ne accorgessi.

Come cazzo ci sono arrivato qui? Volando?

Con forza, la riccia mi sbatte al muro e fa combaciare le sue labbra con le mie.

Non sento un cazzo, non sento nessuna emozione. Con Alex sentivo delle sensazioni che avevo provato solo con lei.

Ma con questa puttana che si sta strusciando su di me, non sento un emerito cazzo.

Quando cerco di allontanarmi, appoggia una mano sulla mia nuca e mi avvicina a lei sempre di più.

Le mie labbra non si muovono, non vogliono ricambiare quel fottuto bacio.

Sussulto quando la sua mano preme sul mio membro e mi stacco di colpo.

"Cazzo, non voglio" dico agrottando le sopracciglia.

Sembra divertita, ma non lo dimostra fino in fondo.

La spingo lontana da me e barcollo fino alla porta di quella stanza.

Dice qualcosa, ma il mal di testa mi impedisce di sentire con chiarezza.

Solo quando sono uscito dalla stanza buia, mi accorgo che sono in una delle camere del locale, e mi spiego parzialmente come ci sono arrivato così in fretta.

Cammino barcollando fino all'uscita, superando la rampa di scale.

Sto da schifo. E tutto l'alcol che avevo ingerito, non era riuscito a placare i miei pensieri.

Per fortuna, non ero venuto in macchina fino a qui.

Comincio a camminare piano, mentre la vista si appanna sempre di più.

Come se la sta passando Alex insieme a Luke?
Secondo te Harry? Sei stato un codardo di merda a non dirle la verità. Secondo te sta bene? Mi deride la mia coscienza.

Perfetto, adesso parlo anche da solo.

Prima, quando ho chiamato Luke per soccorrere Alex, ho fatto la cosa giusta.

Cioè, chi potevo chiamare di meglio, se non suo fratello?

E adesso io stavo così male per l'alcol e per i miei pensieri, che avevo dolore al petto.

Questa cosa mi consola, almeno provo del dolore.

Ma non avevo pensato agli effetti collaterali che avrebbe avuto l'alcol su di me.

E non volevo neanche pensarci.

Come cazzo ho fatto a essere così stupido?

Io che avevo eliminato l'alcol anni fa. Io che non mi facevo sottomettere dai drink e risolvevo le cose esprimendomi.

Io che avevo sempre cercato di rimanere sano e intelligente, gurdatemi adesso.

Un povero deficente che barcolla tra le strade di questa cittanina di mare, invece di andare a chiarire con Alex.

Dopo un tempo che sembrava infinito, arrivo a casa. Apro la porta, e subito, mi arriva una fitta al petto.

Per il dolore nei riguardi di Alex, ma sopratutto per l'alcol.

Ed ecco che cominciano gli effetti collaterali.

Mi accascio per terra, spingendo con un piede la porta d'ingresso per chiuderla.

Porto una mano sul petto e mi lascio scappare un urlo soffocato.

Mi sentivo come se mi stessero infilando migliaia di coltelli nel corpo.

Oltre al dolore fisico, avevo quel bastardo di dolore morale.

Mi piego su me stesso cercando di far cessare quella tortura.

"Alex" sussurro. Le lacrime calde cominciano a fuoriuscire dai miei occhi, ma queste non erano per le conseguenze dell'alcol.

Queste erano per la considerazione che Alex aveva di me.
Ero un mostro.

The Dark In The Light | |H.S.| |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora