Alex's pov
"Ti va bene qua?" domanda dolcemente Arianne mentre ci fermiamo davanti un Bar.
Annuisco sorridente, ed entriamo stando vicine.
"Cosa prendi?" le chiedo avvicinandomi al bancone mentre lei prende posto ad un tavolino.
"Cioccolata calda" risponde.
Il locale non è molto grande, ma è veramente carino.
È colorato di azzurro chiaro sulle pareti, i tavoli e le sedie sono bianche e il personale è veramente dolce.
Ci hanno accolte con un sorriso splendido, invogliandoci ancora di più ad entrare.
"Due cioccolate calde" dico alla barrista bionda.
"Volete qualche dolcetto? Offre la casa" si sposta una ciocca dei capelli lunghi dietro l'orecchia mentre le sue labbra si allargano in un sorriso.
"Volentieri, grazie" annuisce prima di girarsi per soddisfare i nostri bisogni.
Mi avvicino al tavolo in cui Arianne è seduta e mi accomodo davanti a lei.
Harry è dovuto andare via prima, quindi io e la mia nuova amica ne abbiamo approfittato per farci una passeggiata.
È quasi sera, anche perche le giornate in inverno sono corte.
Mi sono divertita molto oggi pomeriggio mentre giravamo per i negozi del centro.
"Ho notato una certa attrazione tra te e Harry" dice ad un certo punto con un sorriso, mentre aspettavamo le nostre bevande.
"Si ... Uh ... Già" balbetto in imbarazzo. Sento le guance riscaldarsi troppo a causa dei ricordi della scorsa sera.
Come le sue labbra si erano posate sulle mie in una maniera dolcissima. Come le sue mani si spostavano sui miei fianchi chiedendo più contatto.
Come mi aveva chiamato 'piccola' e come mi ha sussurrato quella che è diventata la mia canzone preferita, mentre mi addormentavo.
"Ti piace molto, vero?" questa domanda mi lascia un po' di pensieri.
Stavo veramente bene insieme a Harry, e come avevo detto ieri sera, non ne potevo fare a meno di lui.
Ma non ero sicura che fosse solo 'piacere'. Forse era di più.
Insomma, ci eravamo scambiati al massimo tre baci, ma erano stati indimenticabili.
E così annuisco, accontentandomi solo del 'piacere' per ora.
"Si vede" il sorrisetto di Arianne era qualcosa di unico.
"In che senso?"
"È impossibile non notare che ti piace. Insomma, da come lo guardi, da come gli parli" e questa informazione mi fa arrossire più di quanto avrei creduto che potessi.
La suoneria del cellulare della ragazza, si intromette nella nostra conversazione.
"Pronto?" dice appena si mette il telefono sull'orecchio.
"Si ... Cosa?!" sgrana gli occhi e si passa una mano tra i capelli.
"Arrivo, dammi cinque minuti" e con questo, finisce la chiamata e rivolge il suo sguardo a me.
"Devo andare a casa per un problema in famiglia ... Vuoi che chiamo Harry che ti venga a prendere?" chiede tutto d'un fiato.
"No" scuoto la testa. Avevamo percorso un po' di strada a piedi per arrivare fino qui, ma non era difficile e l'avevo imparata.
"Non voglio disturbarlo, vado da sola" le sorrido dolcemente.
"Sicura? Mi dispiace" ci alziamo dal tavolino e ci avviciniamo alla barrista per dirle che le cioccolate e i dolcetti li avremmo portati via.
"Va bene, davvero" mi bacia la guancia e mi abbraccia prima di salutarmi e correre via con il bicchiere di carta in mano.
Attraverso la porta del locale ed esco ringraziando e stringendomi di più nella giacca.
Prendo la strada per andare a casa mentre guardo il paesaggio intorno a me.
È quasi il periodo di Natale ed anche il periodo del mio compleanno, quello che adoro di più, e fuori le case sono appese luci di tutti i colori.
Alberi di Natale si intravedono dalle finestre, e ci sono molti bambini e genitori che girano per i negozi.
Non posso fare a meno che ricordare di quanto aspettavo il momento di Babbo Natale per tutto l'anno, anche se non ho mai avuto un vero Natale.
Mia madre mi diceva di crederci che un giorno sarebbe andato tutto bene, ed è quello che ho sempre fatto.
Mio padre aveva sempre fatto di tutto per rovinare il mio Natale, qualche anno lo aveva fatto anche atteaverso degli abusi nonostante le urla di mia madre, ma io ci credevo che sarebbe andato tutto bene.
E ci credo ancora.
Giro a destra in un vialetto e mi accorgo solo a metà che è diventata sera.
I passi rimbombavano dentro le mura di quella stradina, e non ero neanche sicura che fosse quella giusta.
"Ciao Alex" mi fermo di scatto quando sento il mio nome.
Il respiro accellera automaticamente e il cuore comincia a martellare nel petto.
"C-chi sei?" chiedo piano.
Non so neanche perchè mi sono fermata, dovrei correre, ma le mie gambe tremanti me lo impediscono.
"Una persona che ami" mi deride la voce sconosciuta ridendo malignamente.
"Sai, ti volevo parlare" dei passi dietro di me mi fanno quasi piangere.
"Hai voglia di compagnia?" continua.
"No" seccamente, rispondo.
Un braccio troppo muscoloso mi circonda il collo e mi tira la testa indietro. Il respiro ghiacciato di quell'uomo colpisce il mio collo.
"Come fa Harry a resistere?" alla menzione del suo nome, la mia schiena viene percorsa da un brivido fulminante.
La testa mi girava, e sapevo che sarei svenuta.
Le immagini di mio padre mi colpiscono la mente come un proiettile, e mi trattengo dal piangere.
"Saresti così gustosa. Dici che se ti assaggio, Harry si arrabbia?" la sua voce roca era come un sussurro.
"Rispondi!" urla quando non parlo strattonando il mio collo ancora di più
"S-si" rispondo con voce rauca a causa delle lacrime trattenute.
Ma cosa voleva dire con 'assaggia'?
"Ah, è vero. Tu non sai cos'è Harry" chi era quest'uomo e cosa voleva da me? Avrei voluto urlare, ma non mi sembrava una buona opzione per rimanere viva.
"Hai mai sentito parlare dei vampiri?" si ne avevo sentito parlare, ma cosa cazzo centravano i vampiri con questo?!
"Si" facevo fatica anche a dire una sillaba.
Senza volerlo mi faccio scivolare delle lacrime dagli occhi.
"Lui è un vampiro, come tutta la sua merda di famiglia" voglio scoppiare a ridere ma mi trattengo.
"Non mi credi eh?" continua deridendomi ancora. Deve aver visto il mio sorrisino.
Non lo avevo ancora visto in faccia, ma non ci tenevo.
"Ne vuoi le prove?" dopo quella domanda, mi lascia il collo e mi fa girare verso di lui.
"Rispondi cazzo!" con una spinta brutale, mi scaraventa a qualche metro da lui.
Il petto mi doleva, proprio dove aveva premuto la mano per spingermi e le lacrime non tardarono ad uscire.
Ero per terra, davanti ad uno sconosciuto.
Non me ne accorgo neanche quando mi prende per le cosce e mi carica sulla sua spalla.La cioccolata e i dolcetti cadono per terra. Il miscuglio di odori dolci mi invadono le narici, come se mi rilassassero. Sembra una cosa stupida, ma la cioccolata calda una volta, era stata la mia salvezza da mio padre. Ero in cucina e stavo bevendo la cioccolata calda, quando lui era arrivato e voleva farmi del male. Nel panico, gliel'avevo tirata addosso e si era scottato. Io ero scappata. Ma in questo momento, la mia salvezza era incorporata nel pavimento di quel vicolo orribile. La testa mi girava sempre di più, sarei svenuta.
"Vedrai che adesso mi crederai" e come era arrivato, così ce ne stavamo andando.
Correva troppo veloce per essere umanamente possibile.
Aveva troppa forza per essere normale.
Il luccichio di una pistola nella tasca posteriore del suo pantalone, attira la mia attenzione.
Che cazzo stava per succedere?

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The Dark In The Light | |H.S.| |
FanficE mentre lei festeggiava il suo compleanno e cresceva, io rimanevo sempre uguale. Stesso corpo, stesso aspetto esteriore, stessa voce, ma invecchiando nell'anima. -Harry Styles