07

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Harry's pov

Un altra giornata come le altre. La solita routine di merda che dovevo fare ogni giorno. Sbuffo infilandomi la maglietta nera e i jeans scuri.

Quando raggiungo la cucina sono tutti seduti attorno al tavolo che consumano la loro colazione.

"giorno" dice Liam lanciandomi uno sguardo. Accenno con la testa un saluto e mi siedo al solito posto.

"buongiorno fratellone!" esclama Alice baciandomi la guancia. A quel contatto faccio una smorfia infastidita. Ho sempre odiato le manifestazioni di affetto in pubblico. La sua gemella ridacchia, facendo divertire anche Zayn, seduto sul divano del salotto.

"come sta andando la scuola figliolo?"chiede Stephan guardandomi da sopra la tazza di caffè appoggiata alle sue labbra. Non sapevo come riusciva a bere quella roba. Aveva un gusto orribile e l'odore faceva rivoltare lo stomaco.

La mia forchetta vaga sul piatto, raccogliendo qualche pezzetto di uova per poi rimetterlo al posto.

Mi tiro su dal tavolo trascinando la sedia all'indietro facendo sobbalzare tutti.

"non mangio questa roba" dico indicando il piatto. "e non sono affari tuoi papà" il mio sguardo fulmina il suo e mi dirigo verso la porta per mettere i miei stivaletti. Ero sicuramente ancora scosso dalla sera prima, quando non riuscivo a controllare la mia rabbia. Ma l'odio verso Stephan c'era sempre stato da quando era successa quella cosa. Insisteva nell'essere normale, insisteva a nutrirsi con quel cibo, che neanche lontanamente soddisfava la sua vera fame. Insisteva nel farmi credere che alla fine eravamo normali. Non era un cazzo vero. Uno 'normale' non ha gli occhi rossi quando si arrabbia. Non è perennemente freddo. Dorme alla notte,e non va a caccia. Non ha l'istinto omicida quando è vicino a quell'odore.

Alex's pov

Ero ancora intontita dallo scorso abuso di mio bradre. Sbatto più volte gli occhi, accorgendomi che ero ancora nella mia camera. Le catene sui miei polsi erano macchiate di sangue, i miei polsi avevano delle lacerazioni dove la catena stringeva troppo. Provo a muovermi ma mi sento paralizzata. La testa gira ed ho le vertigini. Sussulto quando la sveglia trilla al mio fianco. Fino a quel momento non avevo capito l'ora. Adesso lo so. Era mattina ed io dovevo andare a scuola.

"Papà!" urlo ma la voce mi si spezza per il dololore quando cerco di muovere i polsi. Lacrime disperate cominciano a sfiorarmi le guance.

"Papà!" singhiozzi strozzati proseguono i miei urli.

"ti prego! Liberami!" questa frase mi viene fuori quasi come un sussurro. Avrei voluto portarmi le mani sul viso ma non riuscivo. Il lenzuolo bianco con delle macchioline rosse era aggomitolato per terra ed io ero nuda, fredda e sola nel mio letto.

Quando sento dei passi fuori dalla mia porta sussulto visibilmente e comincio a chiamare ancora. La chiave gira nella serratura e i suoi occhi risplendono nell'oscurità della stanza dato che c'era la persiana abbassata.

"papà, slegami" imploro portandomi le gambe al petto. "devo andare a scuola, ti prego" la mia voce era un sussurro forzato. Si avvicina alle catene e mi libera dopo qualche minuto. I miei polsi sono di nuovo circondati dalle sue mani.

"devi pulire questa cazzo di stanza quando ritorni, e la cucina. Hai capito puttanella?" chiede con tono basso e ironico. Annuisco trattenendomi dall'urlare per la sua stretta.

**

Stavo correndo per il marciapiede, schivando le persone che passeggiavano tranquillamente. Ero in ritardo per causa sua. La tracolla pesava più del solito oggi, e questo non era proprio un dato a favore. Erano le 08:06 quando entro in quel maledetto istituto.

Busso alla mia aula ed entro solo quando il professore mi da il permesso.

"signorina Mc Ville! Ha una spiegazione per il suo ritardo?" chiede l'uomo seduto in cattedra. Il mio respiro non era neancora tornato regolare e con il fiatone rispondo:" mi scusi professore" con la testa bassa mi avvicino al banco vuoto in ultima fila. Sistemo le mie cose mentre sento tutti gli occhi su di me. Una risatina proviene da Courtney mentre mi guarda. La ignoro e prendo il mio quaderno degli appunti.

**

"perchè sei arrivata in ritardo?" chiede Annie mentre metto i libri nell'armadietto. La guardo e lei capisce tutto.

"Alex, sono stanca di doverti vedere così" erano rare le volte che vedevo la mia migliore amica arrabbiata.

"Annie basta con questa storia. Non vengo ad abitare da te" pronuncio scandendo parola per parola. Poi mi allontano da lei, verso il distributore di merendine.

"cazzo" affermo quando mi accorgo di non avere il portafoglio con me.

"tieni" quella voce. Quella voce mi fa rabbrividire. Mi giro nella direzione di quel suono vedendolo. Harry. Mi stava allungando delle monetine.

"n-no, grazie lo stesso" dico allontanandomi.

Sento cadere i soldi nella macchinetta, poi me lo trovo davanti a me che mi allunga la barretta di cereali confezionata. I suoi occhi verdi fissi sui miei mentre mi apre la mano con gentilezza e ci posa il cibo.

"grazie" sussurro timidamente, e un sorriso si allarga nel suo volto perfetto. Le fossette si delineano ai lati della bocca, e mostra i denti bianchissimi. Sento ancora bruciare nel punto in cui mi aveva toccata.

"vieni con me nell'atrio?" chiede speranzoso. Annuisco e lo seguo all'esterno mostrando un sorriso timido. Cammino al suo fianco mentre ci avviciniamo a due ragazzi troppo alti. "ciao" dice il biondino. Lo riconosco immediatamente. Niall. Gli sorrido pensando al nostro incontro in classe. Il senso di colpa mi invade, pensando alle risposte secche che gli avevo dato.

"Louis" dice il moro stringendomi la mano. "Alex" mi presento.Il colore dei suoi occhi assomigliava al mio, e credo che se ne accorge perchè sorride.

Louis afferra il braccio di Harry e lo trascina a dei metri di distanza tra me e Niall. Li vedo discutere animatamente e mi preoccupo di questa cosa. Osservavo la scena. La mascella di Harry si tente mentre gli risponde al ragazzo con gli occhi di ghiaccio.

"ho fatto qualcosa di male?" chiedo fissandoli ancora.

"no, stai tranquilla" risponde il biondo guardandomi. Ma noto che il suo tono non è del tutto convinto.

Harry afferra la maglia di Louis e lo alza da terra, sbattendolo contro il muretto. Sgrano gli occhi a quella scena. I muscoli del riccio erano contratti mentre diceva delle parole che non riuscivo a distinguere dalla lontananza. "Niall fermali!" dico disperata indicandoli. Esita prima di avvicinarsi e cercare di fermare quella lite.

Salveeeeeeeeee a tuttiiiiii :D allooora, avete qualche sospetto su Harry? in questo capitolo si capiscono, non fino infondo,delle cose... bene... che ne dite? se volete lasciate qualche commentino :)

Lo so sono cattiva e vi lascio con il fiato sospeso, ma domani se riesco aggiorno ancora :)

Hello :3

-Alex

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