How it all started: Peter Pevensie

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Eri una ragazza come tante, poi la tua vita è cambiata in un secondo. Sei una ragazza testarda, coraggiosa, sempre alla ricerca della prossima avventura. Sei una leadre naturale. Hai un modo strano di esprimere affetto, più una persona ti piace più la prendi in giro, invece ignori chi odi. Sei una che si scalda facilmente. Sei molto orgogliosa e appena qualcuno ti manca di rispetto vai su tutte le furie. Non disdegli una buona rissa, anzi, spesso sei la prima a cominciare. Alcuni possono dire che sei troppo combattiva e orgogliosa, ma a te non importa. Non t'importa chi ti ama e chi ti odia, l'importante è che non ti manchino di rispetto. Ti fa infuriare che le persone ti trattino da inferiore o da incapace solo perché sei giovane. Non importa chi sia, tu rispondi a tono. Ti sei cacciata in parecchi guai a causa di questa tua attitudine, una volta sei persino finita in prigione per una notte perché hai tirato un pugno a una stronza della tua classe che, per tua sfortuna, ha i genitori ricchi. Per fortuna che il professore ti ha tirato fuori. Vivi con Digory Kirke da quando hai 4 anni ed è stato come un padre per te. Gli vuoi molto bene, ma ti senti sola in quella grande casa.

«Sono qui!!!»gridi correndo verso il professore dopo essere stata affacciata a quella finestra tutto il giorno. «T/n, calmati. Respira e sistemati. Non vorrai farti trovare tutta sudata e scompigliata.»dice il professore sistemandoti il colletto. «Proffo! Andiamo! È imbarazzante!»esclami allontanandolo. «Sei tu quella che contava i giorni mancanti al loro arrivo e ora sono io a imbarazzarti?»chiede lui ridendo«Ovvio.»rispondi ridendo a tua volta.
Suona il campanello. «Sono quiiiiiii!!!»esclami. Corri giù dalle scale e ti precipiti all'ingresso. La porta si apre ed entrano quattro ragazzi, due maschi e due femmine. Uno dei ragazzi sembra avere la tua età ed è mooooolto carino. «Ciao! Io sono t/n. Benevenuti!»esclami sorridendo. Il ragazzo carino di guarda e sgrana gli occhi. «Ciao! I-io sono Peter e loro sono Susan, Edmund e Lucy. Piacere.»dice sorridendo. Sorridi a tua volta. «Bene, seguitemi. Vi porto alle vostre stanze.»dici. Prendono le valige e ti seguono in cima alle scale. «Voi ragazzi starete qui.»dici aprendo una porta«E voi ragazze la porta accanto.»dici. «Grazie.». Edmund entra nella stanza e chiude la porta mentre Susan e Lucy vanno nella loro. «Oh...sono andati...»dici abbassando lo sguardo. «Scusali, è stato un viaggio lungo e sono ancora piccoli.»dice Peter. «E tu invece sei grande?» «Certo. Sono il maggiore.»dice gonfiando il petto. Ridi. «E cosa vuoi fare, maggiore?»chiedi. «Esplorazione. Chissà quante stanze segrete ci sono in questa casa.»dice guardandosi intorno«Tante. Ma nessuna è paragonabile al mio posto segreto.»replichi. «Uhh! Mi hai intrigato! Portami in questo posto!»esclama«E perché dovrei farlo?»chiedi avvicinandoti al suo viso.«Perché te l'ho detto io.»replica. «Perché te l'ho detto io...mi piace il tuo stile. Forza, seguimi.».
Lo conduci in un corridoio al piano di sopra. Apri una porta e entrate. «Ma qui c'è solo un armadio!»esclama Peter deluso«Non giudicare senza sapere! Dai, vieni.». Gli prendi la mano e lo porti dentro l'armadio. È pieno di pellicce. Per terra ci sono un paio di cucini, una coperta e una torcia. «Questo è il mio luogo segreto. Quando voglio sparire mi chiudi qui dentro. È sorprendentemente rilassante. Tira una strana brezza, per questo c'è la coperta, però a volte si sentono delle campanelle, e della musica. È un posto magico.»dici entrando e sedendoti su un cuscino. «Se lo dici tu. A me sembra solo un comune armadio.»dice sedendosi di fronte a te. «Uff! Sei proprio noioso!»esclami alzando gli occhi al cielo. «Disse quella il cui luogo preferito è un armadio.»replica lui. «Sta zitto.»dici sorridendo. Ridete.
Chiudi le ante dell'armadio e tutto piomba nell'oscurità. Senti Peter tirare la coperta. «Paura del buoio, superuomo?»chiedi sorridendo. «Non ho paura del buoio...! Solo...preferisco vedere.»replica. «Ah! Hai davvero paura! Altro che superuomo! Sei un piccolo fifone!»dici ridendo. «Eh dai, t/n!» «Va bene, va bene.». Accendi la torcia e gliela punti addosso. «Tutto bene, superuomo?»chiedi. «Si. Allora? Che si fa?» «Io in genere sogno ad occhi aperti, o faccio finta di giocare con le giacche, o semplicemente sto in silenzio e ascolto.»dici. «Che barba! Giochiamo a qualcosa!»esclama«A cosa vuoi giocare, sentiamo?» «Non lo so. Non è che si può fare molto chiusi in un armadio. Oh! Ci raccontiamo storie dell'orrore! Con questa torcia verranno ultra spaventose!»dice prendendola dalle tue mani. «Hey! Potevi chiedere!»esclami. «Si, si. Allora, questa me l'ha raccontato un mio amico. Si intitola "Il fantasma nella doccia".».
Inizia a raccontarti la storia. È la più terrificante che tu abbia mai sentito! Ti abbracci le gambe al petto. «...e nessuno li ritrovò più.»finisce, poi spegne la torcia. Tu continui a tremare. «T/n? Ci sei?»chiede nell'oscurità«S-Si...ora puoi riaccendere la luce?»balbetti. «Ora chi è che ha paura?» «Dai Pet! Smettila! Non è divertente...»esclami. Hai la voce rotta. «T/n...mi dispiace. Non ti facevo così fifona.»dice prendendoti la mano. «Non sono fifona!»replichi. Senti che si muove. All'improvviso senti che ti abbraccia. «Eh...?» «Era solo una storia, i fantasmi non esistono. Non avere paura.»dice. Sorridi e ti accoccoli a lui. «Grazie Pet. È bello avere un fratello.»dici. Lui aumenta la presa attorno a te per qualche istante, poi la rilassa.
«Si...t/n, tu hai un...fidanzato?»chiede. Ridi. «Ma se i miei migliori amici sono delle giacche?! Le uniche persone che frequento sono i miei compagni di classe, e li odio tutti.»dici. «E invece il tuo tipo di ragazzo...?» «Pmf...non lo so. Ma perché tutte queste domande? Non dirmi che ti sei preso una cotta per me!»scherzi. «Cosa...?! No! Ma che dici?!»esclama in fretta. Ridi. «Oh si! Sei proprio cotto! Pet ha una cotta per me! Pet ha una cotta per me! Pet ha...»vieni interrotta da qualcosa di caldo e umido che si posa sulla tua guancia. Si allontana dopo poco. «Pet...?» «Scusa io...mi dispiace...»mormora. Sorridi. «Non fa niente. È stato bello.» «Bello...? E se...se ti dicessi che ho sbagliato mira...me lo faresti rifare?»chiede. «Si.». Si avvicina ancora a te. Senti il suo respiro sulle tue labbra.
All'improvviso le ante dell'armadio di aprono. «Ecco dove eravate! Vi cerchiamo da un'ora!»esclama Edmund. «Bene, ci hai trovati. Ora sloggia!»dice Peter. «OK, OK. Vi lascio pomiciare in pace.»dice sorridendo, poi corre via. «Edmund!»esclama Peter alzandosi. Tu lo afferri per un braccio. «Dai, lascialo perdere.»dici. Lui ti guarda e sorride, poi si risiede accanto a te. Ti accoccoli a lui. Edmund ha lasciato le ante socchiuse, quindi un po' di luce penetra. Restate in silenzio per qualche minuto e allora li sentite, i campanelli. «Avevi ragione, è proprio un posto magico.»dice accarezzandoti la testa. Sorridi. «Si lo è. E ora è il nostro posto speciale.» «Mi piace come suona. Nostro. Fa un bell'effetto.»dice. Chiudi gli occhi e ti accoccoli di più a lui, che appoggia la testa sulla tua. «Hey Pet.» «Cosa?» «Sei tu il mio tipo di ragazzo.»dici. Sorride, poi ti stringe a sé e vi addormentate.

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