How it all started: Albus Potter

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Sei una corvonero nata babbana al 5° anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Sei una tipa strana, nel senso che sembri sempre sulle nuvole. Hai una fervida immaginazione e passi la maggior parte del tuo tempo ad inventare storie nella tua mente o a scriverle o a dipingerle. Preferisci stare da sola che in gruppo, soprattutto perché gli altri ti prendono in giro e non ti capiscono, ne tantomeno gli importa. Sei molto intelligente ed eccelli in tutte le materie, anche se molte volte invece che ascoltare ti perdi nei tuoi pensieri ed inventi le tue storie. Sei molto saggia e sai sempre la cosa giusta da fare. Non sei una tipa sportiva e hai dei problemi a relazionarti con gli altri, per questo sei quasi sempre da sola. Però sei anche molto gentile e comprensiva e sai come tirare su il morale agli altri.

Sei a lezione di pozioni e stai scrivendo la tua nuova storia, invece che ascoltare. «Signorina t/c, le spiace ripetere le mie ultime parole.»dice il professore. Alzi lo sguardo su di lui. «Ci vuole un mese per preparare la pozione Polisucco.»dici semplicemente. «Si…e immagino tu stia prendendo appunti.»dice guardando il tuo foglio. Lo nascondi con le braccia. «È inutile che fai così. Forza, dammelo.»ordina. «Ma…» «Adesso.». Gli dai il foglio, riluttante. Lui lo prende e lo strappa. «Che non ti becchi mai più a scrivere in classe.»minaccia, poi torna alla cattedra. Abbassi lo sguardo. La tua storia stava venendo così bene. Era quella giusta, ne sei sicura. Ti guardi in giro e noti Albus che ti guarda. Gli sorridi tristemente, poi torni a guardare il calderone davanti a te.

La lezione finisce e tu esci dall'aula. Stai camminando nel corridoio, diretta verso la prossima lezione, quando qualcuno ti chiama. «T/n, hey!»esclama Albus raggiungendoti. «Ciao.»dici sorridendo. «Mi dispiace per il tuo foglio. Cos'era?»chiede camminando con te. «Oh era una storia che stavo scrivendo. Poteva essere quella giusta…»mormori stringendoti nelle spalle. «Quella giusta?» «Quella giusta da pubblicare. Ho scritto tante storie ma questa…non so, aveva un che di speciale.»spieghi sorridendo. Sorride a sua volta.
«Quindi…vuoi fare la scrittrice, eh?»chiede. «Si, mi piacerebbe.» «E cosa scriveresti?» «Racconti per i babbani sulla magia. Loro lo chiamano Fantasy, io lo chiamo realtà. Voglio portarli nella mia realtà, per fargliene vivere un assaggio.»spieghi. Sorride. «Sembra bello.» «Già. Tu invece? Cosa vuoi fare da grande?»chiedi guardandolo. «Ah, non lo so. Spero solo di fare qualcosa di importante ed essere all'altezza del nome che porto.»dice. «Lo sei già.»lo rassicuri. «Anche se sono un Potter in serpeverde?»chiede incredulo. «Anche se sei un Potter in serpeverde. Sono le imperfezioni che ci fanno crescere, non i pregi.»replichi. Sorride. «È una cosa molto carina da dire. Grazie.» «Figurati. Comunque ora devo andare a lezione. Ci vediamo.»dici sorridendo. «Si a…a domani. Ti va di fare colazione insieme?»chiede. «Mi piacerebbe.». Sorridi e te ne vai.

La mattina dopo incontri Albus nella Sala Grande. È seduto al suo tavolo insieme al suo amico Scorpius. Quando ti vede ti sorride e ti fa cenno di avvicinarti. Ti siedi di fronte a loro. «Ciao.»dici sorridendo. «Ciao t/n.»dice Albus fissandoti. «Ok, ho capito, intralcio l'amore. Meglio se vado. Ci vediamo dopo.»dice Scorpius alzandosi, poi se ne va. Albus è tutto rosso. «Scusalo lui…a volte parla troppo.»dice. «Non fa niente. So che scherza. Tra noi non c'è niente.»replichi. «Già…siamo solo amici. Ti va di andare al campo da Quidditch oggi pomeriggio?»chiede mangiando le sue uova. «Non so io…volevo dipingere. E poi cosa andremmo a fare nel campo da Quidditch?»chiedi spalmandoti la marmellata sul pane. «Non so…giocare?»propone. «Ma se ne tu ne io giochiamo.»replichi. «Lo so ma…era per passare il tempo. Ma se non vuoi fa niente…»mormora guardando il suo piatto.
«Ti ho ferito?»chiedi preoccupata. «No, tranquilla.» «Sicuro?»chiedi prendendogli la mano. «Si.». Continuate a mangiare in silenzio, ma tu continui a pensare a quello che è appena successo. «E se…»inizi«Se andassimo al Lago? Possiamo parlare, e mentre parliamo io posso dipingere. Ti va?»proponi. Lui ti guarda e sorride. «Mi piacerebbe molto.» «Bene. Allora ci vediamo oggi pomeriggio alle 4?» «Andata.». Vi sorridete, poi finite la vostra colazione.

Quel pomeriggio ti dirigi al lago con tela e colori sotto braccio. Quando arrivi Albus è già lì. «Ciao. Aspetti da molto.»chiedi sedendoti accanto a lui. «No, sono appena arrivato. Allora, cosa intendi disegnare?»chiede mentre sistemi la tela. «Una scena della mia storia. La più importante, quella dove i protagonisti capiscono che l'unico modo per sconfiggere l'oscurità è il loro amore.»spieghi prendendo i colori e i pennelli. «Sembra una bella scena. Come pensi di disegnarla?» «Loro due, in mezzo alla tela, abbracciati e avvolti da un'aura luminosa mentre attorno a loro c'è solo oscurità, e all'interno dell'oscurità si nascondono i mostri.»spieghi intingendo il pennello nel colore. «Verrà splendido.»dice sorridendo. Inizi a disegnare mentre lui ti guarda e mentre disegni parlate. Avete molte cose in comune, anche se non sembra.
«Voilà. Finito.»dici dopo aver dato l'ultima pennellata. «È veramente bellissimo. Dovrebbero appenderlo sulle pareti della scalinata! Molto meglio di quei vecchi quadri barbosi che non fanno altro che ricordarti di studiare e di non arrivare tardi a lezione.»dice sorridendo. Ridi. «Grazie, sei gentile.» «È la verità. Però…posso provare una cosa?»chiede. «Cosa?»chiedi dubitante. «Fidati e chiudi gli occhi.»ti rassicura. «OK, mi fido.». Chiudi gli occhi. Lo senti che bisbiglia qualcosa. «Fatto. Ora puoi guardare.». Apri gli occhi, titubante, ma quello che vedi ti lascia piacevolmente sorpresa. La luce attorno ai ragazzi risplende e sembra davvero scacciar via l'oscurità.
«OmMerlino Albus è bellissimo! Grazie!»esclami, poi gli salti al collo e lo abbracci. Lui ne è sorpreso ma ti stringe a sé. «Figurati, non è niente di che.»replica. Lo lasci andare ma tieni la testa appoggiata sulla sua spalla. «Dove hai imparato quell'incantesimo?»chiedi. «Me l'ha insegnato Scorpius. A volte avere un amico secchione serve.»replica. Ridi. «Sei simpatico.» «Ci provo.». Appoggi il mento sulla sua spalla e lo guardi. «Dovremmo vederci più spesso.»dici. «Si, dovremmo. Mi piace passare il tempo con te.»concorda. «Anche a me.»dici sorridendo. Sorride a sua volta, poi avvicina il suo viso al tuo.
«Eccovi qui. Uh, vedo che il mio incantesimo funziona!»esclama Scorpius raggiungendovi. Tu e Albus vi allontanate immediatamente e arrossite. «Scorp! Che ci fai qui?!»esclama Albus irritato. «Mi ha mandato James. Dice che ha bisogno di parlarti.»risponde. «Beh, dì a James che sono impegnato e che non voglio essere un complice involontario dei suoi scherzi, di nuovo.»replica Albus. «Se devi andare vai. Ci vediamo un altro giorno.»dici. «No io…voglio restare ancora un po'. Magari riusciamo a far si che i mostri si muovano.»replica. Sorridi. «Non vuoi lasciarmi andare, eh?»scherzi. «No.»ammette sinceramente.
Sgrani gli occhi per la sorpresa, ma poi sorridi. «Sei carino a dirlo.»dici sorridendo. Gli piazzi un bacio sulla guancia. «Ora vai da tuo fratello. Ci vediamo domani.»dici sorridendo. «Promesso?» «Promesso.» «E mi racconterai la storia che stavi scrivendo?»chiede. Ridi. «Certo. Ho bisogno di un tuo giudizio.»replichi. Ti alzi e prendi la tua tela. «Ci vediamo. Ciao Scorpius.»li saluti, poi te ne vai.
Mentre cammini senti Albus che grida «Seriamente Scorp?! Non potevi aspettare 5 secondi?! 5! Non chiedevo tanto!» «Scusa Albus…! Cosa ne sapevo io?!»replica Scorpius. Sorridi e continui a camminare.

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