How it all started: Tony

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"Sistemi in avaria. Sistemi in avaria."dice la voce metallica della tua astronave. «Si, ho capito! E sto cercando una soluzione.»dici spingendo bottoni e sollevando levette nella speranza di riuscire a riprendere il controllo della navicella.
Sei un'aliena e vieni da Coltorn, il pianeta più tecnologicamente avanzato dell'intero universo, per questo è stato attaccato e tu sei dovuta scappare. Hai la pelle lilla e vivi da mooooolti anni, nonostante all'apparenza sembri giovane. Sei una patita tecnologica, come tutti sul tuo pianeta. Sei spiritosa, molto intelligente, acuta, sai prendere decisioni alla svelta e hai il sangue freddo. Però, essendo in parte robot, non capisce le amozioni, ti ci vuole un po' per inserirle nel database. Non sei empatica ma sai quello che è giusto fare, che sia aiutare gli altri o no. Proprio per questa tua incapacità le persone che ti incontrano per la prima volta credono che tu sia autistica (puoi riprogrammarti in modo da cambiare il colore della tua pelle così non capiscono che sei aliena.) invece chi ti conosce vede altri aspetti di te, i migliori.
La tua navicella continua a fare i capricci. «Abbiamo perso un motore. Prepararsi all'atterraggio di emergenza!»esclami. Vedi un ampio giardino vicino ad una strana casa con una A sul tetto. Decidi che quello è il posto migliore dove atterrare. Fai si che la nave impenni il più possibile in modo da atterrare sulla "pancia". La nave si schianta al suolo. «Atterraggio di emergenza...riuscito.»boccheggi prima che la nave si spenga. Slacci la cintura di sicurezza e esci a tentoni dalla nave distrutta. Finisci sull'erba. I tuoi circuiti funzionano male, devi aver sbattuto senza accorgertene. Qualcuno ti corre incontro. «Stai bene?»chiede. Tu non vedi chi è perché i tuoi circuiti oculari sono malfunzionanti. «Guasto di sistema...guasto...di sistema...»balbetti. «Non preoccuparti, ti riparo io.»dice qualcuno sollevandoti. Ti spegni.

Ti risvegli su un tavolo. I tuoi guasti sono stati riparati. Ti metti a sedere. Sei nella stanza più figa che tu abbia mai visto. È piena di marchingegni elettronici di altissima tecnologia. Ti sembra di essere a casa. «Ti sei svegliata finalmente.»dice qualcuno. Ti giri e noti un uomo seduto su un divanetto nell'angolo della stanza. «Sei tu che hai riparato i miei guasti?»chiedi. «Esatto. Avevi un po' di problemi, ma nulla che non potessi risolvere.»dice. «Grazie. Ma...dove sono finita esattamente?» «Sulla Terra.» «Terra...»veloce ricerca nel database«Terra, Via Lattea, 3° pianeta dal sole. Popolato dagli "umani". Alcune zone sono avanzate, altre arretrate. Piena di squilibri che stanno venendo appianati. Sovrappopolato. Popolato da umani comuni e umani con super poteri. Tu di quale categoria fai parte?». Lui ti guarda estasiato«Sei una macchina portentosa...!»dice senza fiato. «Non sono una macchina! Sono una Coltorniana! Noi costruiamo le macchine, non siamo macchine!»dici scaldandoti. «OK, OK, scusa. È solo che, beh, ti ho aggiustata come una macchina e pensavo...» «Pensavi male. Abbiamo assimilato alcune caratteristiche delle macchine per poterle costruire meglio. Siamo esseri viventi in tutto e per tutto e possiamo fare le stesse cose che fate voi umani.»spieghi«Anche...sai...riprodurvi?» «Ci siamo evoluti oltre la riproduzione sessuata, inventando le Macchina Generatrici, ma si, possiamo.» «Straordinario...! Comunque, per rispondere alla tua domanda, io sono Iron man.»dice. «Iron man...ovvero il miliardario Tony Stark. Eroe della Terra, membro degli Avengers.» «Esatto, sono proprio io. E tu sei?» «Sul mio pianeta mi chiamato TL502.»dici. «Mmh...direi che ti serve un nome. Che ne dici di...mmh...t/n?»chiede grattandosi il pizzetto. «T/n...? Si è...carino. Da oggi il mio nome è t/n.»dici sorridendo. Sorride a sua volta.
«Dimmi, t/n, come sei finita sulla Terra?»chiede. Abbassi lo sguardo. «Il mio pianeta è stato attaccato. Ci siamo ribellati, ma non è servito. Sono saltata su un guscio di salvataggio prima che il pianeta esplodesse. Li ho abbandonati, li ho abbandonati tutti.». Scoppi a piangere. «Hey, calmati. Hai fatto bene. Saresti morta se fossi rimasta.»dice abbracciandoti. Ti asciughi gli occhi, ma resti con la faccia affondata nel suo petto. «T/n...tu non hai dove andare, vero?»chiede. Scuoti la testa. «Ti andrebbe di restare con noi?» «Noi?» «Si. Hai idea di dove sei finita?» «No.»dici alzando la testa dal suo petto«Sei nel quartier generale degli Avengers!»esclama allargando le braccia«Sono...dagli Avengers?»chiedi incredula. «Esatto. Allora? Ti va di far parte degli eroi più forti della Terra?». Ci pensi un attimo, poi annuisci. «Grandioso! Vieni, ti presento gli altri.». Ti afferra la mano e ti trascina via dal laboratorio.
«Riunione generale! Andate tutti in soggiorno!»grida Tony mentre camminate. «Ma che ti prende Stark?!» «Vieni in soggiorno e lo scoprirai!». Quando arrivate vi fermate e aspettate gli altri. Captain America, Vedova Nera, Thor, Hawkeye, Bruce Banner, Visione e gli altri arrivano uno dopo l'altro. «Allora Stark? Chi è lei?»chiede Cap. «Lei è t/n. È un'aliena piombata nel nostro giardino. E io voglio tenerla.»dice. «Ne parli come fosse un cane che hai raccolto per strada.» «Più o meno è quello che è successo. Si è schiantata, i suoi circuiti non funzionavano e io l'ho riparata.»dice alzando le spalle. «Circuiti? È un robot?»chiede Bruce. Inizi a surriscaldarti facendo uscire fumo dalle tue orecchie. «No, non chiamarla robot, si infuria.»si affretta a dire Tony«Oh, scusa.» «Io non sono un robot! Sono un umana, solo più evoluta. Sul mio pianeta si nasce con il sistema nervoso dei robot per comprendere le macchine ed essere in simbiosi con loro, ma non perdiamo la nostra umanità. Siamo fatti di carne, abbiamo i muscoli, se ci tagliamo perdiamo liquido lubrificante. Siamo umani con alcune caratteristiche da androidi. Non siamo robot!»spieghi. Tutti ti guardano esterrefatti. «Vedete? È come noi. Allora?»chiede Tony. «Va bene, può restare.»dice Steve. Sorridi.

Tony ti porta nella tua stanza. «È una stanza standard, se hai bisogno di qualcosa basta che chiedi.»dice«E di cosa potrei aver bisogno? C'è già un letto. In una camera si dorme, non si fa altro.»dici sedendoti sul letto. «Non lo so...magari un caricatore per ricaricarti.»azzarda sedendosi accanto a te. Ridi. «E dove dovrei infilarlo, scusa?»chiedi«Io avrei qualche idea...»dice sorridendo sotto i baffi«Beh, le tue idee sono sbagliate. Dormo per "ricaricarmi", come voi.»spieghi. «Sei davvero eccezionale.»dice sorridendo. Sorridi anche tu, poi ti viene il dubbio. «Come persona o come macchina?»chiedi. «Come tutto.». Avvicina il suo viso al tuo. In quel momento la porta si apre. «Hey Tony, c'è un problema con il condizionatore.»dice Bruce entrando. Tony si allontana da te. «Ti sembro un tecnico?»chiede infastidito. «No, certo che no. Ma l'hai ideato tu, magari capisci cosa c'è che non va.»replica. Tony sbuffa. «OK, arrivo. Dammi due minuti.». Bruce annuisce e se ne va. «Delle amebe senza di me, non ho parole.»dice alzando gli occhi al cielo. Ridi. «Vuoi che ti dia una mano? Me la cavo bene a riparare aggeggi elettronici.»dici. Sorride. «Mi piacerebbe.». Si alza e ti tende la mano. Tu la afferri e lui ti tira su. Vi guardate negli occhi e sorridete. «Grazie di avermi accolta.»dici«Grazie di essermi piombata nel giardino.»replica sorridendo. Ridi. Si avvicina e ti piazza un bacio sulla guancia. «Andiamo.». Uscite dalla stanza e andate a riparare il condizionatore.

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