Aspettai qualche minuto prima che Bonhwa venisse ad aprirmi il portone del palazzo, quando arrivò mi salutò con un ampio sorriso. Aveva i capelli scompigliati, indossava una maglietta rossa e dei pantaloni della tuta neri.
-Chi si rivede eh- dissi sorridendogli di rimando.
-Già, dai adesso andiamo sù- disse facendomi entrare nell'edificio. Prendemmo l'ascensore per salire fino al sesto piano, poi arrivammo davanti alla porta dell'appartamento ed entrammo.
-Questa è casa mia, il mio rifugio. Guardati intorno, non mi faccio problemi a mostrare casa mia- disse.
Il salone era molto grande, i colori che risaltavano erano il nero e il bianco con qualche tocco di grigio qui e là. C'era una vetrata enorme che dava verso l'esterno dietro la tv.
Andai verso il bagno, anche quello era enorme, con una vasca e una doccia.
Una volta uscito dal bagno andai verso la cucina, quella non era molto grande ma comunque i mobili erano messi in modo da far sembrare grande lo spazio grazie al molto spazio libero, non c'era un tavolo, ma solo un'isola nel mezzo della cucina.
-Wow, casa tua è enorme per viverci da solo- dissi girandomi verso il corvino.
-Già, è parecchio grande. Era di mio padre, poi lui si è trasferito di nuovo con mia madre in Canada- rispose lui.
-Quindi, cosa facciamo?- chiesi sedendomi sullo sgabello dell'isola.
-Non ne ho idea, ti va una partita a carte? Ho tutte le carte che vuoi, anche quelle da Uno- propose Bonhwa.
-Ok, sia per Uno allora. Ti avverto, sono molto allenato a quel gioco, ci gioco spesso con i miei amici- dissi sfidandolo.
-Allora vedrò di stare in guardia- rispose ridendo.
-Però facciamo una cosa, che ogni volta che uno perde deve rispondere a due domande dell'altro, che siano scomode o no, ma niente che abbia risposte grandi quanto l'Odissea. Ti va?- continuò lui.
-Certo, perché no?- risposi ridacchiando divertito.
-Dai andiamo in salone allora, giochiamo sul tavolino del divano. Io vado a prendere le carte, tu intanto aspettami in salone- affermò lui.
Annuii in risposta.
Andai a sedermi sul divano e dopo poco arrivò Bonhwa con le carte.
-Pronto?- chiese scherzando.
-I'm ready Bitch- risposi facendolo ridere.
-Ok ok, quante carte?- continuò.
-Facciamo 12- risposi e lui annuì iniziando a distribuire le carte.
Iniziammo a giocare e la prima partita la vinsi io.
-Ok, di che anno sei?- chiesi come prima domanda.
-1996- rispose solo lui.
-Wow sei più grande di me di soli quattro anni- affermai ridendo.
Lui sorrise alla mia risposta.
-Soli? Sembro così vecchio? E poi non sono pochi quattro anni- Disse ridendo.
-No, non sembri vecchio! Dai, prossima domanda. Dove sei nato?- continuai tornado un minimo serio.
-Vancouver- spalancai gli occhi, come Mark, un'altra volta era simile a Mark in qualcosa.
-Che c'è?- chiese confuso.
-Il mio migliore amico è nato a Vancouver- risposi.
-Dimmi il nome, forse lo conosco- affermò il corvino. Avevo un po' paura a dirgli il nome di Mark, non mi andava proprio.
-Solo se vinci a carte- risposi facendogli la linguaccia.
-Ok ok allora continuiamo- disse rimischiando le carte.
Dopo qualche minuto vinse lui.
-Dimmi il nome- disse serio, era sempre più inquietante, ancora continuava a spaventarmi ogni tanto, il suo tono di voce era troppo serio e basso per i miei gusti.
-M-Mark Lee- dissi diffidente.
-Ho già sentito questo nome, potrebbero essere che io lo conosca già. Magari un giorno presentamelo- disse, il suo sorriso non era più come prima, era troppo ampio, mostrafa anche le gengive, era inquietante, ma feci finta di niente.
-Prossima domanda, hai mai baciato?- chiese tenendo gli occhi fissi su di me.
Mi si bloccò il cuore."Tutta colpa di quel bacio. Adesso a mala pena ci parliamo. Solo per un bacio, solo per un maledettissimo bacio"
-Ho baciato- risposi velocemente. Lui mi guardò strano fissandomi, ma continuammo a giocare.
Era sempre più pesante l'atmosfera, ma decisi di fregarmene, ero venuto a casa sua per spendere del tempo fuori dal mio letto.
Vinse un'altra partita quasi nemmeno dopo due minuti.
-Allora, sei vergine?- chiese, mi aveva un po' stufato con queste domande personali.
-Sì- risposi solo, non feci caso alla sua espressione in quel momento.
-Ok ok, vivi da solo?- chiese ancora.
-No, vivo con i miei amici, lavoro anche con loro- risposi ancora, mi ero sul serio stufato, ma non sapevo come uscire da quella situazione. Dopo un po' vinse un'altra partita.
-Chi è stato il tuo primo bacio?- chiese, lì mi bloccai sul posto.
-Una r-ragazza quando ero alle S-superiori- mentii, non volevo sapesse troppo su Mark.
-Sei innamorato di qualcuno in questo momento?- chiese ancora facendosi più vicino.
-No- forse avevo risposto troppo velocemente per essere credibile, ma ormai era tardi per pensarci.
Avevo paura, una paura tremenda.Avevo un brutto presentimento.
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ꜰxᴄᴋ ɪᴛ | ᴍᴀʀᴋʜʏᴜᴄᴋ
Fanfiction_COMPLETED_ Storia tratta dalle vite reali di Mark Lee e Lee Donghyuck, anche detto Haechan. Un idol innamorato del suo migliore amico, anch'esso un idol. Cosa succederà tra i due? Sboccerà mai l'amore tra di loro? O si trasformerà tutto in un gran...