Sono passati due giorni da quando sono a Seoul, non ho notizia di nessuno a casa, nemmeno di Jungkook, sto tornando con la speranza di ritrovare il cellulare nella mia auto nel parcheggio dell'aereoporto, mi serve, assolutamente. Adesso sto andando a prendere l'aereo.
Ultimamente sta andando davvero tutto storto, soprsttutto con mio padre è un casino. Sapere che sarebbe venuto a mancare senza una data ben precisa è ben diverso da quando conosci giorno e ora. Mi chiedo mia sorella quando sarà grande cosa penserà di me, del fatto che non sono riuscito a fermsre tutto questo.
Prima ho salutato Jennie ed è scoppiata a piangere. Ha detto che vuole stare con me e non voleva lascisrmi tornare a casa. I suoi genitori mi hanno proposto che se avessi voluto mi sarei potuto transferire con loro qui a Seoul, tanto ho passato ormai l'età per cui posso andare via. Ma non lo so, a casa ho Yugyeom, Namjoon, Jin, Jackson... Jungkook.
Saluto il padre di Jennie che mi abbraccia per un lungo tempo ed entro a fare i controlli in aeroporto. Una volta passati salgo sull'aereo e metto una playlist. Ho pensato tanto alla prima cosa che farò quando sarò tornato a casa, devo dire che è successo tutto per colpa di Hyungsik e io mi sono lascisto trasportare, ma probabilmente l'avrei fatto prima o poi.
Atterro a Busan che sono quasi le nove e mezza di sera. Vado verso il parcheggio e tra le tante macchine cerco la mia. Appena entro comincio a cercare quel bastardo del mio cellulare tra i sedili. - "Eccolo cazzo!" - lo trovo sotto al sedile del passeggero e lo prendo. È scarico. Lo caricherò da Nam.
Mi metto alla guida e metto in moto l'auto.
Arrivo fuori casa sua e busso alla porta. Viene ad aprirmi il piccolo Jackson. -"TaeTae! Amico! Come va la vita, eh bello?" - mi domanda battendomi il cinque.
-"Scusami Jack, dov'è tuo fratello?" - gli chiedo. Ho un gran mal di testa, gli voglio davvero tantissimo bene, ma in questo momento ho solo bisogno di parlare con il mio amico e rilassarmi un po'.
Namjoon entra dalla porta del salone principale e mi guarda. -"Taehyung! Come stai?"- viene verso di me.
-"Boh..."- faccio le spallucce.
-"Vieni qui."- allarga le braccia e io mi lancio a capofitto tra queste. Lui mi abbraccia e mi stringe forte.
Inizialmente non riesco a trovare la forza di ricambiare, ma poi lo stringo più di quanto faccia lui, appoggio la testa sulla sua spalla e comincio a piangere...
-"Namjoon sono al limite!"- lo stringo forte.
-"Jackson vieni con me."- Jin porta con sé Jackson e lascia me da solo con Namjoon.
-"Tranquillo, sono qui."- mi accarezza la schiena.
Mi sento come se stessi rileggendo lo stesso paragrafo di un libro per la millesima volta, continuando a non capirci nulla.
-"Basta..."- sto seriamente per esplodere, non riesco a pensare ad altro che due cose, una di queste è soprattutto mio padre.
-"Cosa si sa?"- mi domanda.
-"Lo stesso che mi hanno detto al cellulare due giorni fa. Nè più né meno. Anzi no, ho scoperto che il mio avvocato è la madre di Jungkook...- sospiro.- Che casino."-
-"Ah... Jungkook..."- dice quasi sussurrando.
-"Hai parlato con lui?" - mi stacco.
-"Taehyung, gli hai fatto qualcosa?" - si stacca e mi guarda dritto negli occhi.
-"Cosa? Perché mi fai questa domanda?" - gli chiedo.
-"Perché l'altro ieri, quando sei partito, l'ho avvisato perché a te non rispondeva e lui sembrava strano al cellulare. Ieri però mi ha chiamato dicendo che non gli rispondevi ai messaggi e alle chiamate, era molto preoccupato ma poi mi ha detto che sei andato a letto con un certo Hyungsik... Non ci ho capito nulla, ma tutto quello che ha detto... Tae che gli hai fatto? Sembrava a pezzi!"- dice e io rimango un po' stupito da tutto questo.

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𝑆𝑡𝑒𝑝 𝑈𝑝 - 𝑉𝑘𝑜𝑜𝑘
Fanfiction𝐴𝑐𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑎 𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝘩𝑜 𝑝𝑖𝑢' 𝑓𝑟𝑒𝑑𝑑𝑜 𝐉𝐞𝐨𝐧 𝐉𝐮𝐧𝐠𝐤𝐨𝐨𝐤 𝐞' 𝐮𝐧 𝐛𝐚𝐥𝐥𝐞𝐫𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐩𝐢𝐮' 𝐢𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐝𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐫𝐞𝐚 𝐃𝐞𝐥 𝐒𝐮𝐝. 𝐔𝐧 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐨 𝐮�...