The Maze Runner - The Escape 01.

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La doccia non la ricordavo così. Nella radura non c'era l'acqua così calda, o diverse confezioni di saponi vari. Ce ne erano di diversi gusti: fragola, cocco, miele, ciliegia ed eucalipto. C'erano persino una spugna, una spazzola e diversi prodotti per capelli.
Non mi ero mai sentita così presa in considerazione da anni; ci tenevano proprio a farci apparire freschi come delle rose, eh?
Uscita dal bagno, c'era, ovviamente, la mia camera. Le mura bianche e le lenzuola del medesimo colore con rifiniture rosa pastello. Il letto era morbido e profumava di buono, non so esattamente con cosa lo avessero lavato. Poggiati sopra ad esso c'erano dei vestiti puliti, dato che i miei erano ormai diventati stracci, forse li avrebbero usati per pulire il pavimento.
Erano comodi ed era una bella sensazione quella di sentirsi addosso cose non impregnate di sudore o terra. Il mio maglioncino nero era caldo, ma allo stesso tempo molto leggero, stessa cosa per i miei pantaloni di jeans, neri anch'essi. Mi avevano portato degli stivaletti, per evitare che me ne andassi in giro a piedi nudi.
L'accoglienza era ottima.

«ciao, tu sei Allison, giusto?» chiese una donna, entrando nella mia stanza. Era molto bella, con gli occhiali sul naso e i lunghi capelli neri. «mi hanno mandata a tagliare i tuoi capelli, immagino che dopo tutto quello che hai passato siano molto rovinati.»
«hanno visto più sangue incrostato e terra che shampoo e balsamo.» risposi io, lei mi sorrise.
Si avvicinò a me, estraendo le forbici dalla tasca del camice, «quanto vuoi che te li tagli?» chiese.
«il necessario.» risposi io, totalmente ignorante in materia.
Lei cominciò a pettinarli con le dita «sono molto lunghi.» commentò, effettivamente lo erano «e altrettanto rovinati.»
«lei tagli e basta, dopo quello che ho passato questo è il minimo.» la sentì ridere e poi tagliò. Mi voltai immediatamente per vedere cosa fosse successo, e un gigantesco tappeto di capelli neri era adagiato sul pavimento.
«cavolo, erano parecchi.» commentai a bassa voce.
Lei mi sorrise e aprì la porta del bagno, capì che mi stava invitando a guardarmi nello specchio.
«caspio, sono cortissimi.»
Adesso erano, all'incirca, all'altezza delle spalle. Da quello che potevo vedere, prima arrivavano sopra al mio fondoschiena.
«stai molto bene, se ti può essere d'aiuto.» disse lei.
«no! Non fraintendere, sono molto belli e mi piacciono molto...»
«ma?»
«è strano. Qui è tutto nuovo per me, per tutti quanti noi in realtà.»
Lei annuì, sorridendo gentilmente «capisco che tu ti possa sentire fuori luogo.»
«apprezzo il tentativo di consolazione, ma non credo tu possa capirlo.»
«già, credo che tu abbia ragione.» rispose lei, posando una mano sulla mia spalla «ora devo andare, ho altre persone di cui occuparmi. Se hai bisogno fammi chiamare.» disse aprendo la porta della mia camera.
«aspetta! Se devo farti chiamare ho anche bisogno di un nome a cui ricollegarti.»
«il mio nome è Abby.» mi disse prima di uscire.
Osservai la porta chiudersi e mi sedetti sul letto. Era tutto così estraneo.
«signorina, posso entrare?» chiese una voce dietro alla porta.
«dipende, vuole uccidermi?» chiesi io.
«deve fare dei vaccini, o quello che la ucciderà non sarò io, ma i virus.» caspita, erano convincenti qui.
Mi alzai e aprì la porta, dietro essa si trovava un uomo, alto e decisamente imponente in confronto a me.
«prego, mi segua.» mi disse, iniziando a camminare di fronte a me.

«avete mai pensato di riverniciare le pareti? Sono parecchio monotone.» dissi una volta arrivata davanti alla porta dell'infermeria.
«non è una scelta che spetta a me signorina, al capo piacciono così.»
«bene, il vostro capo è decisamente noioso.» affermai io.
«non posso dissentire, ma nel caso di convocazione, non ditele che ve l'ho detto.»
Gli sorrisi ed entrai in infermieria. Adesso mi sentivo più a casa, certo, era molto diversa dal tendone dei medicali nella radura, ma almeno sapevo dove mettere le mani.
C'erano ragazzi e infermieri ovunque, probabilmente non eravamo gli unici ad essere in una situazione precaria.
«Allison!» mi chiamò una voce, ma io lo conoscevo benissimo quella voce.
«Thomas! Siete qui quindi.» gli dissi, guardandomi in giro.
«già, Newt è laggiù. Sta facendo un vaccino, raggiungilo. È preoccupato per te, ha preteso di vederti tutto il giorno.» disse lui.
«grazie Thom, ci vediamo dopo.»

«guarda chi abbiamo qui, un bel ragazzo tutto da solo. Sembri spaesato, posso aiutarti?» chiesi al ragazzo seduto sulla poltrona dell'infermeria, nonché Newt.
«Allison!» affermò lui, abbracciandomi «Pensavo che ti avessero rinchiusa da qualche parte e che ti avessero fatto del ma- ti hanno tagliato i capelli?» chiese sgranando gli occhi. Io risi.
«ti piacciono?» chiesi io, facendo un giro su me stessa.
«sei bellissima.» disse lui, portandomi le mani intorno ai fianchi.
«grazie.» risposi io, giocando con il suo ciuffo biondo di capelli.
Si avvicinò lentamente e mi lasciò una bacio a stampo «devi farti vaccinare?» chiese. Io annuì «io ho finito proprio adesso.» mi disse, sfiorando il suo naso contro il mio.
«gli altri stanno bene?» chiesi io. Intanto continuavamo a stare a quella distanza, era una sensazione che mi provocava le farfalle nello stomaco.
«stanno tutti bene.» rispose lui.
«vedo che ti hanno vestito di tutto punto.» gli dissi, guardando i suoi vestiti.
«potrei dirti la stessa cosa.» si avvicinò di nuovo, sfiorando le mie labbra.
«ragazzi, scusate se vi interrompo, ma la signorina deve fare i vaccini.»
Newt si allontanò bruscamente e si morse il labbro per evitare di mandare a cagare l'infermiere e io gli sorrisi.
«posso restare qui con lei mentre fa i vaccini?» chiese Newt.
L'infermiere annuì e il ragazzo mi prese la mano, lasciando un bacio sul suo dorso «andrà tutto bene.» mi disse.
Stavolta credetti a quella frase, dopo tutte le volte che l'avevo respinta.

Non avrei potuto fare cosa più sbagliata.



Aggiunta nel cast!

Erica Cerra nel ruolo di Abby Grunt

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Erica Cerra nel ruolo di Abby Grunt.

Se avete visto The 100 saprete di certo riconoscerla 😉

𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora