L'obiettivo del mio piano era uno: scappare da quel posto infernale, niente distrazioni, niente cambi di programma improvvisi.
Avevo spiegato ai ragazzi passo per passo il piano almeno cinque volte, nella speranza che si ricordassero cosa fare, senza commettere errori, stavolta non erano concessi.
Io sarei tornata in stanza e, una volta arrivata la dottoressa Grunt, avrei fatto la mia mossa: sarei scappata dalla stanza, non importava come e in che modo mi sarei sbarazzata della dottoressa.
I ragazzi avevano un solo compito, e forse era quello più complicato: mettere fuori uso le guardie. Erano la parte che portava più complicazioni. Se uno di loro fosse rimasto a disposizione e a servizio del loro capo avremmo fallito.
Facevo affidamento nelle qualità idividuali dei ragazzi, tra cui la velocità di Minho, l'ingegno di Thomas e la saggezza di Newt.
Per quanto riguarda me, speravo solo che la dottoressa non fosse una tale gatta da pelare e che, relativamente in poco tempo, mi sarei liberata di lei.
Ripetei il piano nella mia mente una decina di volte fino all'arrivo della dottoressa, con il suo solito bicchiere d'acqua e il taccuino tra le mani. Prese la sedia al lato della stanza e si mise a sedere, la guardai in modo torvo.
«perdonami se ti ho chiusa qui dentro, sono ordini del capo.»
Non risposi e lei mi passò il bicchiere, che stavolta feci finta di bere.
«ricollegandoci a quello che abbiamo detto ieri, i tuoi sogni erano collegati al tuo passato in rapporto con W.I.C.K.E.D oppure no?» stetti in silenzio anche stavolta «Potresti collaborare? Prima finiamo qui, meglio sarà per tutti noi.»
La guardai dritta negli occhi, caricai la bocca di saliva e le sputai.
Indietreggiò schifata e, approfittando della sua distrazione, diedi un calcio alla sedia su cui era seduta, facendola cadere a terra. Scappare per me non fu difficile, salì a cavalcioni sopra di lei, frugando nelle sue tasche fino a trovare la chiave della camera.
«dì al tuo capo di fottersi.» dissi, chiudendo la dottoressa dentro alla mia stanza. Lei si attaccò alla porta, tirandoci dei colpi con la mano. Non mi voltai indietro, corsi fino alla fine del corridoio, non perdendo di vista il mio secondo step: arrivare alla stanza dei ragazzi, senza farmi beccare.Avevo camminato per i bianchi e accecanti corridoi, prima a destra, poi a sinistra e poi ancora a sinistra. Svoltai l'ultima curva e, con mia sorpresa, trovai tre guardie davanti alla porta. Mi ritirai immediatamente contro al muro, trattenendo il fiato. Che cosa avevano combinato?
«cazzo...» sussurrai, schiacciandomi contro al muro.
I ragazzi erano fuori dai giochi, mancavo solo io e, con molte probabilità, ero la loro unica speranza. Dovevo inventarmi qualcosa e dovevo farlo in fretta.
Nel tentativo di cercare un modo di distrarre le guardie il più lontano possibile dalla porta, la chiave della mia stanza mi cadde dalla tasca, facendo rumore contro il pavimento.
«no, no, no, no... cazzo!» sussurrai, raccongliendola.
«va da qualche parte signorina?» chiese una voce sopra di me.
Alzai lo sguardo dal pavimento, notando uno stivale militare nero accanto alla mia mano. Bello, mi avevano beccata.
Mi alzai in piedi, lentamente, e alzai le mani al cielo.
La guardia mi si avvicinò e io gli portai le mani al collo. Lui si dimenò e, prima che potesse fare qualcosa, massaggiai il dito indice sul nervo, facendolo svenire. Ringraziai mentalmente Clint per quella dritta di medicina e rubai il fucile a scariche elettriche alla guardia.
Ripresi la mia postazione originale, schiacciandomi contro al muro con il fucile tra le mani. Mi sporsi leggermente, mirando ad una guardia e sferrando una scarica elettrica. L'uomo cadde a terra, in preda agli attacchi epilettici, e la terza ed ultima guardia sferrò un colpo alla cieca, sfiorandomi appena.
Mi affacciai di nuovo, sparando un altro colpo, non ottenendo lo stesso successo di prima, al contrario, fui io ad essere colpita.
Posai una mano sulla coscia, notando che il suo non era un fucile a scariche elettriche ma a banali proiettili di ferro. La gamba sanguinava e non avevo tempo per medicarla o mi avrebbe presa.
Con le poche forze rimaste mi aggrappai al muro, mi rimisi in piedi e sparai un altro colpo. Lo mancai di nuovo e io stavo perdendo troppo sangue, se non mi fossi bloccata l'emorragia non so quanto ancora avrei resistito.
«cazzo... cazzo... cazzo!» gridai, mettendo le mani sulla coscia. Cominciai a respirare più affannosamente, mordendomi il labbro dal dolore. Mi strappai un pezzo della maglietta, usandolo come benda, stringendola contro alla ferita. Nel mentre cercavo di muovermi, lo sentivo avvicinarsi. Afferrai il fucile, una volta finita la medicazione, e cercai di caricare il colpo.
«non ti inceppare adesso, ti prego.» dissi cercando di sbloccarlo.
Sentì il fucile della guardia caricare il colpo in canna mentre io cercavo ancora di sbloccare il mio.
«dai, dai su!» continuai a smanaccare freneticamente.
Tirai un colpo al caricatore, sbucciandomi una mano, sbloccando il fucile. Quando mi ritrovai la guardia davanti gli sparai, facendolo cadere a terra in preda agli attacchi epilettici.
«fottiti.» sibilai tra i denti, reggendomi la gamba con la mano.
Mi avvicinai alla porta e abbassai la maniglia «ragazzi!»
La voce di Minho dall'altro capo della porta mi rispose «Allison! Che cazzo è successo là fuori? Abbiamo sentito sparare.»
«non preoccuparti, adesso vi tiro fuori.»
«la chiave la ha la guardia, quella con il fucile a proiettili.» disse lui.
Zoppicai fino a dove si trovava il corpo incoscente della guardia e gli rubai la chiave della porta dalla tasca.
Feci scattare la serratura e scivolai contro al muro, tenendo la fasciatura nel pugno della mano destra.
«Allison, che ti hanno fatto?» chiese Frypan appena uscirono dalla stanza.
«tu che dici genio?» risposi.
Newt si inginocchiò accanto a me, spostando la mano dalla benda «Allison, merda...»
«prendo un pezzo di lenzuolo.» disse frettolosamente Thomas.
Cambiai la fasciatura e a fatica mi rimisi in piedi.
«che cosa avete combinato?» chiesi.
«non lo sappiamo! Ci hanno chiusi qua dentro e basta.» rispose Minho.
«ok, ok va bene. L'importante è non aver mandato il piano a puttane.» dissi, sistemandomi i capelli dietro alle orecchie.
«già, grazie a te.» disse Minho, voltandosi verso le guardie a terra «Sei pazzesca.»
«penseremo alle mie doti eroiche più tardi, adesso dobbiamo portare a termine il piano.»
«quindi che si fa? Scappiamo?» chiese Thomas, aiutandomi ad alzarmi.
«adesso salviamo Teresa.» dissi.
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𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗
AléatoireSono passati due anni, due anni da quando Allison è arrivata nel labirinto. Sembra che l'equilibrio sia stabile, e che tutto fili liscio, almeno fino a quando due nuovi fagiolini arriveranno nella radura: Thomas e Teresa. Allison dovrà affrontare i...