✔02. Mantenere un profilo basso

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«anche voi eravate dentro al labirinto?», chiesi al ragazzo di fronte a me. A quanto pare, non eravamo i soli ad essere scappati dalla stessa prigionia ma, al contrario, eravamo tutti facenti parte della stessa barca.
«noi siamo arrivati da poco, come voi. Quel ragazzo laggiù è stato il primo.», indicò un ragazzo seduto ad uno dei tavoli della mensa, era da solo. Aveva il cappuccio sulla testa e, appena incrociai i suoi occhi, si girò dall'altra parte, come se il mio sguardo potesse incenerirlo da un momento all'altro.
«sapete qualcosa in più su di lui?», chiesi curiosa.
Il ragazzo negò «soltanto che si chiama Aris.»
Mi scambiai uno sguardo con Thomas, entrambi avevamo capito che lui poteva darci una mano ad ambientarci o, al contrario, a scoprire qualcosa di questo posto per cui scappare a gambe levate.
«fidati di me.», mi sussurrò Thomas. Io annuì, di lui, come di tutti i miei compagni, mi fidavo ciecamente.
Mi limitai a continuare a fissarlo mentre gli altri ascoltavano i racconti dei due ragazzi seduti con noi.
Quello che avevamo passato era surreale e, Dio sa solo quanto, volevo fidarmi di quelle persone, ma il mio istinto me lo impediva; ero sempre sull'attenti e non avrei permesso di farci catturare un'altra volta, non dopo quello che ci era successo. Avevo intenzione di vivere la mia vita, ma stavolta per davvero, parlare con mia sorella e confrontarsi. L'arrivo di Teresa aveva scombussolato la vita di tutti, ma soprattutto la mia.
Fu in quel momento che me ne resi conto, mi resi conto di quanto stupida fossi stata. Teresa non era lì con noi, non l'avevo più vista dopo ieri. Che cosa le avevano fatto?
«ragazzi, qualcuno ha visto Teresa?»
Tutti negarono.
«non era con te?», chiese Minho.
«sì, era con me. Dopo che ci hanno portate a fare la doccia non l'ho più vista.»
«noi ne sappiamo quanto te.», mi disse Frypan.
Portai le mani tra i capelli «che cazzo le staranno facendo?»
«forse qualche visita in più.», mi disse Newt, posando le sue mani sulle mie spalle.
«non mi fido di queste persone.», confessai arrabbiata «Se non ci fanno vedere Teresa li faccio saltare tutti in aria. Non mi importa come o con cosa, ma giuro che lo faccio.»
Newt sbuffò «per favore, stai tranquilla. Le staranno facendo delle visite.»
Sbattei il pugno sul tavolo, le mie nocche si erano rotte, ma poco mi interessava.
«adesso calmati, dobbiamo mantenere un profilo basso.», mi sussurrò Newt «Niente cazzate.»
Presi un bel respiro e distogliei lo sguardo dalle mie nocche sanguinanti. Ero incazzata. Mi ero sentita in dovere di staccare la spina con le persone sbagliate, un'altra volta, e Teresa era sparita.
Mentre formulavo quel pensiero vidi un uomo aldilà del vetro che divideva la mensa dai corridoi, con lui c'era una ragazza; c'era Teresa.
Mi alzai di scatto, correndo verso di loro.
«Teresa!» gridai, lei si voltò verso di me e, per un istante, posò la mano contro al vetro, poi l'uomo la portò via, strattonandola «Che cazzo le state facendo?» sbottai quando la guardia mi placcò.
I ragazzi arrivarono in mio supporto, cercando di calmarmi.
«Fatemi passare! Fatemela vedere bastardi!» continuai a gridare.
«Allison!» urlò Newt, tirandomi per un braccio «Datti una calmata.», mi disse duro. Era arrabbiato, furioso.
«voglio vederla.» mi rivolsi alla guardia che, poco prima, mi aveva bloccata.
«non è una cosa possibile.», rispose l'uomo in divisa. Era impassibile.
«fatemela vedere cazzo!», sbottai di nuovo. Non ci stavo più con la testa.
«Allison, ti ho detto di calmarti!», urlò Newt «avevamo detto di mantere un profilo basso.», mi sussurrò. Il suo sguardo era glaciale, le sue braccia mi stritolavano. Mi punì con gli occhi, guardandomi con rabbia. Stavolta l'avevo fatta grossa.

«Newt...», sussurrai. Era seduto sul suo letto, aveva le mani serrate in due pugni. Era ancora furioso con me per quello che avevo fatto; come biasimarlo.
«che cosa c'è?», rispose.
Ressi il colpo che, inconsapevolmente, mi aveva dato e mi sedetti vicino a lui.
«ho fatto un disastro.»
Lui annuì «avevo chiesto una sola cosa: mantenere un profilo basso. E tu cosa fai? Cominci a sbraitare ed insultare le guardie. Hai una brutta visione dell'espressione profilo basso.»
Stetti per un secondo in silenzio «hai ragione.», volevo essere forte, ma la mia voce in quel momento si ruppe.
Newt si voltò immediatamente verso di me «non piangere.»
Io tirai su con il naso «sono stufa di essere forte.», confessai.
«lo dici sempre, ma non ti stufi mai.»
«mi dispiace per oggi. Ho fatto un casino irrecuperabile, ma è mia sorella quella che stanno torturando.»
«come sai che la stanno torturando?»
«me lo sento e basta.», risposi.
Lui accennò una risata «è questo il tuo problema Allison, non sai mai quando bloccare il tuo istinto. Non sempre hai ragione, non sempre le persone vogliono chiuderti in una gabbia e, se lo faranno, sarà tua la responsabilità.»
«lo so,» cominciai «quante volte dovrò dirti che mi dispiace?»
Lui si alzò dal letto e si inginocchiò di fronte a me, prendendo il mio viso tra le sue mani. Non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi «guardami.», disse. Io alzai lo sguardo nel suo «Sei consapevole di quello che hai fatto?», chiese, io annuì «Sei pentita?», annuì si nuovo. Lui mi sorrise «A me basta questo per perdonarti quello che hai fatto oggi.»
Sorrisi in un modo quasi impercettibile «tu sei troppo buono.»
«lo so.», disse lui «Ritieniti fortunata per questo.»
«mi dispiace.», dissi «Non sai quanto io mi senta in colpa.»
Lui si avvicinò a me ancora di più «smettila di scusarti, mi passerà.»
Poggiai la mia fronte contro la sua «la sai una cosa?», chiesi. Lui si allontanò per guardarmi negli occhi «Io ti amo.»
Lui sorrise «ti amo anche io.», mi disse riavvicinandosi a me «È questo che mi farà ammazzare prima o poi.»
Io risi a quella sua affermazione «non ti azzardare.», risposi io.
Strusciò la punta del suo naso con il mio e ispirò rumorosamente.
Ero stufa di tutta quella attesa, mi avvicinai velocemente a lui e lo baciai.
«Non sei arrabbiato con me, vero?», chiesi conferma al mio ragazzo. Era terrorizzante rivivere lo sguardo che mi aveva lanciato a mensa.
Lui negò con la testa «me lo rendi impossibile.»

𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora