Io e Newt ci dividemmo dal gruppo per andare a cercare qualsiasi cosa che potesse essere utile alla nostra causa, a partire da dei vestiti puliti per me. I miei, i pantaloni in primis, erano impregnati di sangue.
«io guardo di qua, tu resta qui.» mi disse Newt, posandomi un bacio in fronte. Io annuì, avvicinandomi ad una scrivania per sorreggermi con più facilità. Mi appoggiai ad essa e tolsi la benda, tastando la coscia: dovevo togliere il proiettile in qualche modo.
Di solito non ero una tipa tanto fortunata, ma quella volta lo ero stata. Il proiettile non era in profondità e, con un po' di coraggio, avrei potuto tirarlo fuori a mano nuda. E così feci.
Avvicinai le dita alla gamba, afferrando il proiettile con l'indice e il medio, tirandolo fuori dalla coscia.
Buttai la testa all'indietro, respirando pesantemente «vaffanculo.» sibilai trai denti. Il sangue continuava a zampillare fuori, e io lo fermai rimettendo al suo posto la fasciatura. Mi spostai dal tavolo e cominciai a cercare un paio di pantaloni nuovi. Mi spinsi fino ad un altro tavolo, dall'altro capo della stanza, dove si trovavano dei fogli da disegno e, proprio sulla sedia lì accanto, un mucchio di vestiti. Rovistai fino a trovare un paio di jeans neri.
Tolsi nuovamente la benda e, dando le spalle all resto della stanza, mi levai i pantaloni, lasciandoli sul pavimento.
«Alli, ho trovato una maglia, credo ti possa andar ben-» sentì la voce di Newt bloccarsi, con grandi possibilità era appena entrato nella stanza.
Che tempismo, pensai.
«io- scusa, non volevo...» disse poi.
Io risi «sta tranquillo.»
Mi voltai verso di lui, zoppicando fino a raggiungerlo.
«sì, ecco- ehm, i pantaloni ecco- i pantaloni non li ho trovati.» disse balbettando a fatica.
«li ho trovati io.» dissi «puoi darmi la maglietta?»
Lui deglutì «puoi metterti un paio di pantaloni addosso, per favore?»
Alzai gli occhi al cielo «sì, adesso mi cambio.» dissi, zoppicando fino al tavolino di prima «puoi girarti?» chiesi.
«sì, sì certo.» disse voltandosi di scatto.
Tolsi la mia vecchia maglia, strappandone altri due pezzi per usarli rispettivamente come nuova benda e come garza, facendola poi cadere a terra. Tamponai il sangue con uno dei due pezzi che avevo strappato e lo arrotolai intorno alla coscia, per evitare che la ferita non facesse contatto con la stoffa, infilando poi i pantaloni. Alzai un secondo lo sguardo mente mi stavo allacciando il bottone «guarda che ti ho visto.» dissi a Newt che, fino ad un secondo prima, mi stava fissando.
«io non ho fatto niente.» rispose lui alzando le mani.
«ah ah, certo.» dissi infilando la maglietta «Puoi voltarti.»
Lui si girò verso di me «ti serve aiuto a rimettere le scarpe?»
Guardai per un istante i miei stivaletti neri vicino ai miei piedi e annuì al mio ragazzo «se non ti dispiace.»
Si avvicinò a me, inginocchiandosi e aiutandomi a rimetterli «sicura di stare bene?» chiese alzandosi.
«ti ho già detto che sto bene.» ripetei.
«quindi non è necessario che Minho ti porti in braccio?» chiese, passandomi uno degli zaini che aveva trovato.
Lo misi sulle spalle, notando con mio grande piacere che Newt lo aveva riempito, visto il suo peso, e cominciai a camminare con la mia mano incastrata nella sua «no, non credo sia nece- aspetta un secondo.» dissi fermandomi, si fermò anche lui «Tu sei geloso.»
Lui riprese a camminare «no, non lo sono.»
Sorrisi e mi parai davanti a lui, bloccandogli il passaggio «lo sei eccome!»
Lui sorrise, alzando gli occhi al cielo «va bene, forse un po'.»
Il mio sorriso si ampliò «lo sapevo!» affermai, mettendogli il dito sul petto.
Mi afferrò il dito con la mano e mi diede un bacio sulla fronte «adesso dobbiamo andare.»
Io lo bloccai di nuovo «non devi essere geloso, lo sai che ti amo.»
Lui mi sorrise, lasciandomi un leggero bacio sulle labbra «e io amo te.» mi disse, accarezzandomi lo zigomo «Adesso andiamo.»«chi manca?» chiedesti appena arrivaste dagli altri.
«Minho e Thomas.» rispose Frypan.
Lasciai per un attimo la mano di Newt, raggiungendo Teresa non molto lontana da noi due «come stai?» le chiesi.
Lei mi sorrise «grazie.» disse, poi mi abbracciò «Non so come avrei fatto senza di te.»
Ricambiai il suo abbraccio, affondando la testa nei suoi capelli «lo sai che ci sarò sempre per te.»
Lei si allontanò, guardandomi negli occhi «anche io per te.»
«ragazzi, scappate! Andate via!» mi voltai di scatto, riconoscendo la voce di Minho infondo al corridoio.
Guardai meglio, scorgendo le figure di Minho e Thomas correre, inseguiti da quelli che sembravano corpi in decomposizione «scappate!» gridò di nuovo Thomas.
Rimasi bloccata per un istante, cercando di capire cosa fossero quelle creature alle loro spalle. La mano di Newt prese la mia, trascinandomi via da lì e costrigendomi a scappare. La gamba faceva male, ma cercavo di concentrarmi sul fatto che, se non fossi scappata, quei cosi mi avrebbero sicuramente uccisa.
«Newt!» gli gridai, lui mi rivolse uno sguardo prima di tornare a correre «La gamba... non ce la faccio!»
Lui continuava a correre «sì che ce la fai, ce la puoi fare!»
Io scossi la testa «no, non ci riesco. Lasciami la mano, ti rallento e basta.»
«tu sei pazza se pensi che ti lascerò qui.» rispose lui.
«Newt, lasciale la mano. La porto io!» gridò Minho dietro di noi.
Lasciai la mano di Newt, invitandolo a continuare a correre e poi mi rivolsi a Minho «lascia stare, non ce la faresti.»
Lui mi prese in braccio, continuando a correre «te lo sogni che ti lascio qui principessa.»
Gli sorrisi alzando gli occhi al cielo.
«Thomas! Dobbiamo trovare un'uscita!» gridò il velocista al suo compagno di reparto.
Thomas annuì, aumentando il passo.
Minho, a discapito delle mie previsioni, riusciva a correre perfettamente anche con un peso addosso lasciandosi dietro gli altri ragazzi.
«ragazzi, aiutatemi!» mi guardai indietro quando sentì la voce di Newt. Una di quelle creature gli era saltata addosso, intrappolandolo sotto di sé.
«Newt!» urlai, dimenandomi per liberarmi da Minho.
Lui mi strinse più forte «tu ferma.» disse, indicandomi Thomas che già si era mosso in soccorso di Newt.
Il moro diede un calcio alla creatura, facendola pricipitare giù dal piano.
«grazie Thomas.» disse il biondo, dando una pacca sulla spalla all'amico. Tirai un sospiro di sollievo e, in tempo zero, stavamo correndo di nuovo.
«Minho! Lì ci sono delle porte!» gli dissi, indicandogli il corridoio davanti a noi.
«Thomas! Di qua!» gridò ai ragazzi dietro di noi «Ben fatto principessa.»
Thomas ci raggiunse insieme agli altri, cercando di aprire una delle quattro porte davanti ai nostri occhi.
«questa qui!» disse Thomas, tirandole dei calci. Minho mi rimise a terra, aiutando Thomas a sfondare il lucchetto dall'altro lato.
«ci penso io.» disse Frypan, gettandosi contro di essa. La serratura dall'altra parte si ruppe e la porta si aprì.
«entrate! Io li tengo occupati.» ci disse Winston, impugnando la pistola rubata ad una delle guardie.
Una volta oltrepassata la porta, Winston tentò di raggiungerci. Le creature si gettarono su di lui, afferrandolo per le gambe, fino ad arrivare al petto.
«ragazzi aiutatemi!» continuava a gridare, disperato.
Noi, esclusi Thomas e Minho che facevano pressione sulla porta per non permettere alle creature di entrare, tiravamo Winston per le braccia.
«Thomas, Minho chiudete quella cazzo di porta!» gridai io, facendo un ultimo sforzo per salvare Winston.
Non appena Minho diede un colpo secco sulla porta le creature lasciarono Winston. Newt e Frypan lo afferrarono per le braccia, aiutandolo a correre via.
«Allison, li teniamo occupati, tu intanto scappa!» mi disse Minho. Io annuì e corsi quanto più veloce potevo lontano da lì.
«Minho, tu vai. Io arrivo subito.» sentì dire a Thomas.
Sentivo Minho correre poco dietro di me «vai Allison, resto io indietro!» mi disse.
Cercai di aumentare il passo, non volevo che Minho e Thomas morissero per salvare me. Dopo Chuck mi ero promessa che nessuno sarebbe più morto per salvarmi il culo.Eravamo, definitivamente, fuori dall'edificio e nascosti sotto a un muro finito in macerie.
«shh! Fate silenzio.» disse Newt non appena sentimmo dei versi strani.
Mi avvicinai a Winston «dai, fa vedere.»
Frypan lo aiutò ad alzarsi la maglia, rivelandomi i profondi graffi causati dalle creature «avete per caso qualcosa che possa lontanamente sembrare una benda?» chiesi.
Teresa aprì il suo zaino, passandomi un lenzuolo bianco «questo va bene?»
Io le annuì «è perfetto.» misi la stoffa tra i denti, strappando un pezzo di lenzuolo, fasciando la ferita di Winston al meglio che potevo.
«grazie.» mi sussurrò lui, poggiando una mano sul mio braccio.
Gli sorrisi «è pur sempre il mio lavoro. Ora riposa.»
Lui annuì, mettendo lo zaino sotto alla testa.
«ci accampiamo qui per la notte, domani mattina ci avviamo verso le montagne.» disse Thomas, sdraiandosi a terra.
Mi appoggiai con la schiena al muro distrutto alle mie spalle, togliendo la fasciatura dalla coscia e stringendola un altro po'.
«come sta?» mi chiese Newt, sdraiandosi vicino a me.
«fa meno male, ma non so quando la ferita si rimarginerà.» risposi, sdraiandomi a mia volta di fronte a lui «Grazie.» aggiunsi dopo qualche attimo di silenzio.
Lui aggrottò le sopracciglia confuso «e per che cosa?»
Io mi avvicinai un altro po' a lui «per non aver lasciato la mia mano.»
Anche lui si avvicinò, tenendosi la testa con la mano sinistra «non potrei mai lasciarti indietro.»
Io allungai il braccio, giocando per un istante con i suoi capelli «e la tua gamba come sta?»
«non fa poi così male.» rispose lui, sdraiandosi a pancia in su.
«mh, d'accordo.» dissi, ricopiando la sua mossa.
Lui passò il suo braccio intorno alla mia vita «vieni qui.» mi sussurrò, avvicinandomi ancora di più - se possibile -
Poggiai la testa all'altezza del suo cuore e mi addormentai.
Da domani si cominciava a fare sul serio.
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𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗
CasualeSono passati due anni, due anni da quando Allison è arrivata nel labirinto. Sembra che l'equilibrio sia stabile, e che tutto fili liscio, almeno fino a quando due nuovi fagiolini arriveranno nella radura: Thomas e Teresa. Allison dovrà affrontare i...