✔17. Avremmo potuto spararti

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Il viaggio in macchina terminò dal momento in cui arrivammo sulle montagne e ci trovammo la strada sbarrata da una distesa di auto abbandonate a loro stesse.

«Che ci fanno lì tutte quelle auto?» chiese Frypan sporgendosi in avanti per parlare con Jorge.

Lui si passò la mano sulla barba e abbandonò il volante «Scendere, adesso.» ci disse prima di aprire lo sportello.

Newt, che era seduto davanti, scese insieme a lui, mentre io aspettai che Thomas aprisse la portiera. Mi offrì la sua mano e mi aiutò a scendere.
Mi guardai in giro prima di seguire il gruppo, che procedeva spedito verso l'ammasso d'auto. Era tutto così silenzioso, forse troppo silenzioso. Da quando eravamo usciti dal labirinto avevo imparato a capire che il silenzio non è mai un buon segno in situazioni come quella. Feci per aprir bocca ma uno sparo mi precedette. E poi un altro e un altro ancora.
Mi nascosi dietro ad una macchina e mi accovacciai contro la portiera, cercando di capire da dove provenissero i colpi.

«State tutti bene?» chiese Thomas.

«Qui tutto apposto!» rispose Teresa.

«Da dove caspio vengono questi spari?» chiese Newt, probabilmente a Jorge, visto che era lui a saperne di più su questo posto.

Poi non sentì più niente. Mi sporsi leggermente per controllare se ci fosse qualcuno, ma la strada era deserta. Fu allora che spararono di nuovo.

«Ascoltatemi bene» gridò Jorge «Restate dove siete, e quando sentite esplodere, tutti alla macchina!»

Esplodere? Pensai io. Che cosa aveva intenzione di far saltare in aria? La strada, l'asfalto, le macchine? Perché era chiaro che gli spari provenissero dall'alto. O forse voleva solo creare un diversivo? Era saggio farlo, se gli assalitori avevano una visuale ampia favorita dall'alititudine delle montagne? Probabilmente no, ma era l'unica opzione che ci avrebbe salvato il culo.

E a quel punto mi sporsi di nuovo.

«Buttala!» sentì. Una voce sconosciuta che, probabilmente, apparteneva ad una ragazza «Alzatevi, forza!»
Mi alzai da terra, sollevando le mani all'altezza della testa non appena notai che erano armate. Due ragazze, con molta probabilità della nostra età, e quasi certamente appartenenti al braccio destro.
«Non fate gli stupidi, muovetevi!» gridò di nuovo la ragazza dai capelli castani, ed una particolare acconciatura.
Avanzai fino ad affiancare Thomas, Newt e Minho.
Poi ci fu un attimo di silenzio, in cui le due ragazze si scambiarono una veloce occhiata per poi riportare lo sguardo su Aris.

«Aris?» chiese sempre la solita ragazza.

Lui sembrò confuso, ed avanzò lentamente «O mio Dio, Harriet?» chiese.

La ragazza posò il fucile, si levò la bandana dalla bocca e lo abbracciò «O mio Dio, che cosa diavolo ci fai qui?»

«Sonya...» disse lui, abbracciando l'altra ragazza.

«Avremmo potuto spararti, idiota!» gli disse lei.

«Come è possibile?» chiese Aris confuso, e allora lanciai un'occhiata a Minho, che si schiarì la gola.

«Ehm, che sta succedendo?»

Aris si voltò verso di noi, sorridendo a tutti denti «Eravamo insieme nel labirinto.» e a quel punto sorrisi anche io. Non avrei mai potuto immaginare cosa mi sarebbe successo senza i miei compagni, e potevo capire come potesse essere per lui poter vedere dei visi amici dopo tutto quello che aveva passato.

La ragazza, che avevo scoperto chiamarsi Harriet, si mise due dita in bocca e fischiò «Forza ragazzi, venite giù!» gridò.
Dalle montagne sbucarono una ventina di persone che si riposero il fucile sulla spalla. Alzai gli occhi al cielo osservandoli, mentre Sonya abbracciò Aris di nuovo, sorridendo al fatto che fosse vivo e vegeto.

Poi le due ci fecero cenno di seguirle e allora cominciammo a camminare dietro di loro.
«Libera il passaggio, Joe!» gridò Sonya al ragazzo al volante del camion che sbarrava il passaggio.

«Li portiamo alla base.» disse Harriet ad alcuni ragazzi appoggiati ai cruscotti delle auto.

«Aspetta, come siete arrivate qui?» chiese Aris confuso.
Anche io ero confusa. Erano state catturate da W.C.K.D anche loro? Perché Aris non era riuscito a salvarsi? Eppure erano nello stesso labirinto, giusto?

«Il braccio destro ci ha salvate.»

A Thomas si illuminarono gli occhi «Il braccio destro?» chiese «Sapete dove si trova?»

Harriet ci sorrise furbamente ed aprì la portiera della macchina «Salite.»

Io mi guardai intorno nuovamente. Non era la prima volta che vedevo quel posto, eppure non sapevo quando mai potevo averlo visto, o se fosse tutto frutto della mia fervida immaginazione, o un segno di stanchezza...

«Alli» mi chiamò Newt «Stai bene? Dobbiamo andare.»

«Sto bene.»



—Angolo autrice
Perdonatemi la lunga assenza, ho dovuto riscrivere il capitolo cinque volte prima di questa versione definitiva (non che mi entusiasmi, ma meglio di altre che avevo scritto). In più, devo ammettere, che questa quarantena mi ha annebbiato il cervello e ho perso la cognizione del tempo.
Il prossimo capitolo cercherò di farlo uscire prima del solstizio d'estate, promesso! 🤞🏻

𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora