Tutto successe talmente tanto in fretta che quasi stento a ricordarmi per filo e per segno ciò che successe. So per certo che Teresa ci aveva traditi, che W.C.K.D ci aveva trovati ed adesso, senza alcuna pietà, ci stava sparando contro. Tentai di scappare ma Teresa mi afferrò per un braccio; tra le mani aveva una pietra, non grande da spaccarmi la testa, ma abbastanza per farmi perdere i sensi quando mi colpì.
«Mi dispiace» singhiozzò lei «Mi dispiace così tanto» ripeté tirando su con il naso «È l'unico modo per tenerti al sicuro.»
Tentai di restare sveglia, ma la botta che avevo preso alla testa era di certo più forte di me, così la vista mi si annebbiò e in un secondo chiusi gli occhi. Avevo perso i sensi e nonostante avessi sentito le urla dei miei amici non avevo potuto fare niente per aiutarli, e questo mi ammazzava.
Io dovevo prendermi cura di loro, lo avevo promesso. Avevo promesso che li avrei aiutati, che li avrei protetti a costo di perdere tutto quanto.
Era il mio compito, proteggerli.E chi proteggerà te, Allison?
Mi svegliai in balia dei sensi di colpa, dov'erano gli altri? Cosa gli avevano fatto?
Mi dimenai, sforzandomi di togliere le manette attorno ai miei polsi e le corde attorno ai miei piedi. Che cosa volevano da me?«Liberatemi!» gridai, la mia voce rimbombò nella stanza buia in cui mi trovavo. Riuscivo a sentire ancora degli spari e un vociare provenire da fuori, era un buon segno. Eravamo ancora nell'accampamento. Potevo ancora scappare.
Continuai a dimenarmi, noncurante del baccano che stessi provocando, e che sicuramente attirò l'attenzione della donna che entrò nella stanza.
La porta che si aprì mi permise di scorgere, dietro la sua figura, i miei compagni con le ginocchia a terra, le mani dietro la schiena e dei fucili a scarica elettrica puntati contro.«Cosa gli state facendo?» chiesi con la lingua tra i denti. Se mi fossi impegnata ancora un po' la mia lingua avrebbe potuto schizzare veleno, proprio come quella di un serpente. Putroppo per me, però, ero solo una persona in catene e incapace di strozzare quella donna a mani nude.
«Non gli faremo niente, a meno che...» lei era nascosta dal buio della stanza, ma quella voce non poteva che essere familiare, dove l'avevo sentita?
Ancora con questa teoria della reminescenza?
Lei fece un passo avanti, permettendo che la luce flebile le illuminasse il viso: era decorato da rughe, ma non eccessivamente pronunciate, aveva delle aggressive labbra tinte di rosso e i capelli biondi legati. Il bianco del suo vestito quasi risaltò in mezzo a tutto quel buio, e solo allora mi tornò in mente.
«Ma tu- tu eri morta!» esclamai alla donna che, indubbiamente, era la stessa del video messaggio. Lo stesso che avevamo incontrato una volta usciti dal labirinto, lo stesso che se non ci fossimo fermati a guardare ci avrebbe permesso di scappare prima, di salvare Chuck...
«O cara, non è la mia presunta morte il punto» mi disse accarezzandomi la guancia con le dita affusolate, io mi ritirai con un'espressione disgustata «Il punto è che tu ci servi. E ci servi viva, quindi non fare sciocchezze, d'accordo?»
«Lasciatemi andare!» gridai dimenandomi ancora una volta.
Lei sorrise «Sai, i tuoi amici sono là fuori, e se tu continuerai a ribellarti ordinerò ai miei uomini di sparare.»
Tutto il mio corpo si irrigidì. Non avrei mai sopportato l'idea di vedere qualcuno morire per colpa mia, non di nuovo. Non perché io dovevo essere egoista.
«Hai ancora voglia di fare la ribelle, Kathrine? Hai ancora voglia di fare di testa tua per salvare i tuoi amici?» la donna era infuriata, e ciò mi fece capire che si riferiva a quando, per salvare gli altri, rovinai i piani di W.C.K.D insieme a Thomas «Adesso le cose stanno così: se fai di testa tua i tuoi amici muoiono. E non sfidarmi, hanno già sparato a Mary per causa tua.»
E in quel momento fu come se avessero sparato a me. Mary era stata l'ultima persona a conoscere i miei genitori prima della loro morte, era l'unica ad avermi raccontato qualcosa di loro e tanto ancora aveva da raccontarmi su di loro, era l'unico modo che avevo per conoscerli anche senza averli mai visti. E adesso non avevo più neanche quello, lei era morta e solo per colpa mia. Nonostante tutti i miei sforzi le persone continuavano a morire a causa mia: perché ero troppo impulsiva, troppo ribelle, troppo aggressiva, troppo emotiva, troppo tutto.
Le persone intorno a me continuavano a morire, solo per colpa mia. Continuavo a mettere la vita degli altri davanti alla mia e ogni volta fallivo, ogni volta continuavo a respirare mentre gli altri morivano. Ogni volta.Stavo piangendo, avevo il viso bagnato e appiccicoso a causa delle lacrime e i singhiozzi mi si bloccavano in gola. Era tutta colpa mia, un'altra persona morta per me e i miei capricci.
Là fuori c'erano altre persone in pericolo a causa mia e se per salvarle avrei dovuto rinunciare alla mia libertà, alla vita che avrei potuto avrete fuori dal labirinto, allora lo avrei fatto.«Va bene, verrò con voi» riuscì a dire tra un singhiozzo e l'altro «Però vi prego, lasciateli.»
«Certo» disse lei sciogliendo le corde che mi bloccavano le gambe, legandomi però un fazzoletto attorno alla bocca «Un patto è un patto.» poi mi afferrò il braccio e mi trascinò fuori. Davanti ai miei occhi c'erano tutti i miei amici, i miei compagni, la mia famiglia. Alzarono gli occhi verso di me, mentre io continuavo a piangere.
«Abbassate le armi. Abbiamo quello che cercavamo!» ordinò la donna ai suoi uomini. Questi immediatamente abbassarono le armi ed entrarono in quella sottospecie di navicella in cui ci trovavamo.
«Allison!» gridò Thomas «Non farlo! Scappa!»
Vorrei tanto Thom, vorrei tanto. Ma se lo facessi vi ucciderebbero e io, un dolore simile, non potrei sopportarlo.
«Un'idea brillante, Thomas» lo prese in giro la donna «Se fa un passo, voi tutti morirete.»
Io alzai lo sguardo per incontrare quello di Newt. I suoi occhi erano colmi di lacrime e avrebbe voluto tanto salvarmi, ma sapeva che non l'avrei mai perdonato se mi avesse convinta ad essere egoista e a lasciarli morire.
Prima ci sono loro, poi ci sono io.«È questione di tempo prima che capiate qual è la scelta giusta. Teresa lo ha capito.» la ragazza le si affiancò, e io le lanciai uno sguardo colmo di odio, di rammarico e di rabbia. Come aveva potuto farmi una cosa del genere? Come aveva potuto tradire tutti noi? Come poteva credere che quella fosse la cosa giusta?
Il portellone di fronte a noi si chiuse e ci alzammo in volo, mentre i miei compagni diventavano sempre più piccoli e lontani.
Con forza le guardie mi afferrarono per le braccia e mi riportarono nella stanza buia in cui mi ero svegliata, facendomi cadere sul pavimento e chiudendo la porta alle mie spalle.
Io mi rannicchiai nell'angolo più buio della stanza, afferandomi le ginocchia e continuando a piangere, stavolta però non tentai di nascondere i singhiozzi.
Ero sola. Inconsapevole di cosa mi avrebbero fatto. Inconsapevole se avrei mai rivisto i miei amici. Inconsapevole se avrei mai rivisto il mondo esterno. Completamente sola.E adesso, chi si prenderà cura di te, Allison?
-ᴀɴɢᴏʟᴏ ᴀᴜᴛʀɪᴄᴇ
Questo sarà l'ultimo capitolo prima dell'epilogo della seconda parte del libro, dopodiché comincerò con la stesura del terzo ed ultimo libro di questa saga che ormai va avanti da una cosa come 2 anni, assurdo!
ᴇɴᴊᴏʏ ᴀs ʟᴏɴɢ ᴀs ʏᴏᴜ ᴄᴀɴ!
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𝗧𝗛𝗘 𝗖𝗥𝗔𝗡𝗞𝗦 ━ 𝖙𝖍𝖊 𝖒𝖆𝖟𝖊 𝖗𝖚𝖓𝖓𝖊𝖗
LosoweSono passati due anni, due anni da quando Allison è arrivata nel labirinto. Sembra che l'equilibrio sia stabile, e che tutto fili liscio, almeno fino a quando due nuovi fagiolini arriveranno nella radura: Thomas e Teresa. Allison dovrà affrontare i...